Il cane e il suo generale

LE CHIEN, LE GENERAL ET LES OISEAUX

FRANCIA 2003
Nel 1836 un anziano generale russo, divenuto eroe nazionale avendo sacrificato molti anni prima un gran numero di uccelli per salvare il proprio paese dall'invasione dell'esercito napoleonico, adotta un bastardino cui dà un curioso nome: Bonaparte, in ricordo del vecchio nemico. Poco alla volta, grazie alla compagnia dell'animale, gli incubi dell'anziano ufficiale riguardanti stormi di uccelli in fiamme, lasciano il posto a sogni magici e divertenti. Bonaparte, infatti, riesce a risolvere un annoso dissidio fra lo stesso generale e gli uccelli. Quando tutti i cani della città abbandonano i loro padroni per andare in riva al fiume a manifestare a favore della liberazione degli uccelli gabbie, e il ghiaccio del fiume improvvisamente cede mettendo a rischio la vita di centinaia di cani, il generale decide di intervenire.
SCHEDA FILM

Regia: Francis Nielsen

Sceneggiatura: Tonino Guerra

Musiche: Andrea Guerra

Montaggio: Alice Boitard

Scenografia: Patrick Clerc

Altri titoli:

THE DOG, THE GENERAL, AND THE BIRDS

Durata: 72

Colore: C

Genere: ANIMAZIONE

Produzione: ROISSY FILMS, TEVA, PRIMA FILMS, GAM FILMS

Distribuzione: MIKADO FILM

Data uscita: 2003-10-24

NOTE
- PROIEZIONE SPECIALE ALLA 60MA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (2003).
CRITICA
"L'idea degli uccelli di fuoco non è vera storicamente e nemmeno verosimile; pazienza, ma non è granché nemmeno l'animazione di questo film francese che stranamente evoca un'amara sconfitta della Francia. Oltre alla calda voce fuori campo di Philippe Noiret, un pregio però il film ce l'ha: dura solo settanta minuti, contro una media di cento degli altri". (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 30 agosto 2003)

"A proposito di cartoni: esce il curioso 'Il cane e il suo generale' del francese Francis Nielsen, complice dei testi poetici del felliniano Tonino Guerra, che riabilita il bambino che è in noi, e dei disegni genialmente infantili di Sergej Barkhin. (...) Una fiaba sugli orrori della guerra che spacca la coscienza, ma anche un modo fantastico per raccontare, all'ombra di un fiume gelato a Leningrado, le schiavitù e le vendette del regno animale: solo lo zar fermerà i volatili, più arrabbiati di quelli di Hitchcock. Dolce, affascinante, suadente la grafica di Barkhin legata al mondo lieve, assurdo e metafisico di Chagall". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 18 ottobre 2003)

"Difficile credere a Tonino Guerra quando lo vediamo ottimista in deliranti spot televisivi che hanno sconcertato chi stimava assai lo sceneggiatore di Antonioni, Rosi, Fellini, Anghelopulos, De Sica e Petri. Più facile, più bello, più magico ascoltarlo borbottare nel cartone animato 'Il cane e il suo generale' di Francis Nielsen basato sui disegni che Sergej Barkhin realizzò per una favola di Guerra del 1999 (...) I disegni di Barkhin evocavano Chagall, l'animazione di Nielsen cita anche il Van Gogh sereno de 'La camera da letto'. Guerra non ha solo scritto libro e sceneggiatura ma ha anche prestato la sua bella voce romagnola (in francese c'è Philippe Noiret) al generale. Ed è veramente bravo. Nel complesso una favola che non va di corsa, ricca di parole, gesti, animali e persone che invitano all'ottimismo. Quello vero." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 24 ottobre 2003)

"Comincia come un racconto storico, poi trascolora in pura fiaba 'Il cane e il suo generale', produzione francese realizzata da Francis Nielsen su soggetto e sceneggiatura di Tonino Guerra. Un rendez-vous col cinema d'animazione che sarebbe un delitto mancare; nonché una prova in più che il cartoon non è a priori destinato (solo) ai bambini. Ogni adulto che abbia salvaguardato un angolo di utopia e di sogno si farà rapire da questa fiaba sapientemente ingenua, umanista e filosofica. Se, come sceneggiatore di Fellini, Antonioni e Tarkovski, Guerra tendeva a lasciare il guinzaglio lungo alla poesia, questa volta la dose è perfetta." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 26 ottobre 2003)