IL CANE DELL'ORTOLANO

EL PERRO DEL HORTELANO

SPAGNA 1995
Diana, la contessa di Belflor, è bella, ambiziosa e impulsiva. Ama il proprio attendente Teodoro, il quale a sua volta ha perso la testa per la cameriera della contessa, Mercela. Quando la contessa scopre il rapporto, sconvolta dalla gelosia, punisce la coppia con la separazione. E' un caustico ritratto della corte di Spagna del '600, divisa fra triangoli amorosi, ambizioni sfrenate e passioni fiammeggianti.

TRAMA LUNGA
Sul finire del 1500 in Spagna Diana, giovane e attraente contessa di Belflor, non vuole rassegnarsi al ruolo subalterno che le è destinato. Si innamora del proprio attendente Teodoro il quale però è a sua volta fidanzato con Marcela, cameriera della contessa. Quando scopre il rapporto tra l'attendente e la cameriera, Diana è sconvolta dall'invidia e dalla gelosia e li punisce separandoli. Ma a quel punto Teodoro, sapendo di essere l'oggetto del desiderio di Diana, cerca di approfittare della situazione a proprio vantaggio. Così Diana, che aveva preferito la nobiltà d'animo alla nobiltà di rango, ricorre all'artificio e alla menzogna per raggiungere l'obiettivo a lungo desiderato.
SCHEDA FILM

Regia: Pilar Miró

Attori: Carmelo Gómez - Tierra, Pilar Miró - Beltenebros, Emma Suárez - Paloma Bianca, Maite Blasco, Juan Gea, Rafael Alonso, Ana Duato, Fernando Conde, Miguel Rellán, Ángel de Andrés López

Soggetto: Lope De Vega

Sceneggiatura: Pilar Miró

Fotografia: Javier Aguirresarobe

Musiche: José Nieto (II)

Montaggio: Pablo González del Amo

Scenografia: Félix Murcia

Costumi: Humberto Cornejo, Pedro Moreno

Durata: 105

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Tratto da: DALLA CELEBRE COMMEDIA DI LOPE DE VEGA.

Produzione: ENRIQUE CEREZO - LOLA FILMS S.A. - CARTEL S.A.

Distribuzione: BMG VIDEO.

CRITICA
"'Il cane dell'ortolano', commedia in tre atti e in versi, è un classico del teatro spagnolo del Seicento. Scritto da Lope de Vega, un autore fantasioso e prolifico intento sempre a trattare i suoi temi preferiti, l'amore e l'onore, con attenzioni modernissime per la psicologia, prendeva lo spunto dal ritornello di una canzone dell'epoca in cui si diceva che il cane dell'ortolano 'non mangia e non fa mangiare'. (...) Al centro ogni personaggio, e non solo i principali, ha il suo segno, pronto ad avvincere con i suoi casi e a stupire per le anticipazioni psicologiche che ad ogni scena propone. Con classe, con stile, con calore. E con un linguaggio cinematografico che, pur non nascondendo il palcoscenico da cui prende le mosse, riesce ad essere disinvolto e dinamico perfino nei duetti e nei monologhi. Un film colto, perciò, che a chi non lo conosce rivelerà un Grande come Lope de Vega. Il cinema è anche questo, non solo Pieraccioni." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 2 Settembre 1998)

"Orgoglio, invidia, vanità e l'uso della parola, come potentissima arma di seduzione, tema classico della letteratura da 'Le relazioni pericolose' a Cyrano, sono gli elementi di questa commedia secentesca leggera e complice verso quei sentimenti umani non proprio nobilissimi che fanno parte dell'amore. L'adattamento per lo schermo, che conserva il testo in rima, è brillantemente recitato da un gruppo di attori molto famosi in Spagna, che riescono a metterne in rilievo la modernità, e ha tutti i piacevoli elementi della buona confezione, dall'ambientazione in uno splendido palazzo portoghese (anche se l'azione si svolge a Napoli) a scenografie e costumi sfarzosissimi." (Barbara Corsi, 'Vivilcinema')