In Irlanda, l'anziano contadino Bull McCabe ha lavorato faticosamente un pezzo di terra fra le rocce, concimandola con le alghe marine raccolte lontano. Ma la terra dove alleva vacche, quel piccolo quadrato verde-smeraldo, non è roba sua: è di una vedova, che il paese detesta, la quale un giorno, volendo andarsene per sempre, la mette all'asta. Per Bull quella terra è tutto: da 18 anni non parla con la moglie Maggie; il figlio Tadgh non ha la sua passione, anche se è sottomesso al vecchio autoritario (che cova in cuore il dolore per l'altro figlio, impiccatosi anni prima quando sentì dire in casa che quel pò di zolle erbose non potevano bastare alla famiglia). All'asta (dove porterà tutto il suo denaro, 50 sterline) e con tutta la piccola comunità dalla sua parte, McCabe si presenta sicuro di vincere, ma ecco farsi avanti un giovane americano, venuto nella brughiera sia per visitare la tomba del nonno, irlandese e del posto, sia per aprire una cava di cui ha individuato il valore: la terra lavorata da McCabe lui la vuole per ricoprirla di cemento e destinarla all'impresa. Raddoppiando la base d'asta, l'americano ha facile vittoria. Bull, che sulle prime ha tentato con le buone di dissuadere l'intruso (tra l'altro appoggiato anche da Padre Doran) perde allora addirittura la testa. Acceso d'ira, incarica il debole figlio di percuotere il nemico, poi, allorchè vede che questi ha la meglio, in un impeto d'ira, lo uccide sbattendogli la testa su di uno spuntone roccioso del fiume. Tadgh, che si è assunto la colpa del delitto, si prepara a fuggire con una girovaga rossa di capelli e il vecchio gli dà del traditore. Mentre il prete scaccia dalla chiesa i villici, che sono tutti per Bull, e mentre la moglie riprende a parlargli suggerendo la calma, l'uomo, esasperato dal comportamento del figlio e dalla sfortuna, fracassa la roba di casa, si maledice e, raccolto il bestiame, lo spinge fra le pietraie in direzione dei grandi sproni rocciosi che sovrastano il mare. Tadgh, che ha abbandonato il carro dell'innamorata per correre verso il padre semi-impazzito, viene travolto dalla mandria muggente e precipita con essa sugli scogli. McCabe non ha ormai più alcuna ragione di vita: morti tragicamente ambedue i figli, perduta la "sua" terra, sfracellate le bestie, il vecchio si inoltra fra i marosi in cui andrà in cerca della Morte.
SCHEDA FILM
Regia: Jim Sheridan
Attori: Richard Harris - Bull Mccabe, John Hurt - Bird O'Donnell, Tom Berenger - Americano, Sean Bean - Tadgh Mccabe, Frances Tomelty - Giovane Vedova, Brenda Fricker - Maggie, John Cowley - Flanagen, Jenny Conroy - La Rossa, Sean McGinley - Padre Doran, Malachy McCourt - Sergente, Eamon Keane - Dan Paddy Andy, Ruth McCabe - Ambulante, Joan Sheehy - Seconda Ambulante
Soggetto: John B. Keane
Sceneggiatura: Jim Sheridan
Fotografia: Talk Conroy
Musiche: Elmer Bernstein
Montaggio: J. Patrick Duffner
Scenografia: Frank Conway
Effetti: Maurice Foley
Durata: 121
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI
Tratto da: TRATTO DA UN DRAMMA TEATRALE
Produzione: NOEL PEARSON
Distribuzione: WARNER BROS ITALIA (1991) - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO
NOTE
COSTUMI DI JOAN BERGIN.
CRITICA
"E' una forte tragedia rurale. La dimensione del film è grandiosa, miticoeroica. La recitazione di Richard Harris è ammirevole. (Lietta Tornabuoni, La Stampa, 8/6/91).
"Tutto nonostante l'autentica e bella cornice irlandese tra mare e campagna, sa di teatro, con accenti marcati, sempre pronti a sfiorare il melodramma e i personaggi si propongono quasi soltanto come maschere, con indulgenze continue per il torvo e l'oscuro, più portati a declamare che non a sfumare". (Gian Luigi Rondi, Il Tempo,4/7/91).
"Il campo è un film all'antica irlandese, uno strascico della letteratura naturalista che Jim Sheridan, sceneggiatore e regista, non sa affrancare dal cliché del "dramma umano aspro e possente" (la espressione cara alla pubblicità), il cui tragico eroe riecheggia l'"ampio respiro dei classici". (Giovanni Grazzini, Il Messaggero,7/7/91).