Per sfuggire al logorio della vita moderna, Santiago, Elisa e la piccola Matilda decidono di trasferirsi in una casa in campagna. Giunti sul posto, il luogo si presenta con il decadente fascino di una casa da lungo tempo disabitata e, mentre Santiago ne è entusiasta, Elisa avverte, senza riuscire a spiegarselo, uno strano senso di inquietudine. Con il passare dei giorni l'agitazione di Elisa aumenta: i vicini molto strani, la calma e la desolazione del luogo, la percezione sempre più forte che qualcosa, fuori e dentro la casa, si muova e stia occupando la sua vita. Ma soprattutto il comportamento di Santiago che appare mutato, come se si trattasse di una persona diversa. Nello stesso tempo, Santiago non riesce a capire cosa stia succedendo alla sua compagna, tanto che il loro rapporto inizia a incrinarsi e nulla sarà più come era prima...
SCHEDA FILM
Regia: Hernán Belón
Attori: Leonardo Sbaraglia - Santiago, Dolores Fonzi - Elisa, Matilda Manzano - Matilda, Pochi Ducasse - Odelsia, Juan Villegas - Alberto
Soggetto: Hernán Belón, Valeria Radivo
Sceneggiatura: Hernán Belón, Valeria Radivo
Fotografia: Guillermo Nieto
Musiche: Antonio Fresa, Luigi Scialdone
Montaggio: Natalie Cristiani
Scenografia: Walter Cornás
Costumi: Anna Franca Ostrovsky
Suono: Jésica Suárez - presa diretta
Altri titoli:
In the Open
Il campo
Durata: 85
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM
Produzione: JOANA D'ALESSIO, HERNÁN BELÓN, GIORGIO MAGLIULO, LUCIANO STELLA, THIERRY LENOUVEL PER BASTIANA FILMS, IN COPRODUZIONE CON SKYDANCERS, CINE-SUD PROMOTION IN COLLABORAZIONE CON CINECITTÀ LUCE, ZONA AUDIOVISUAL CON IL SOSTEGNO DI INCAA-INSTITUTO NACIONAL DE CINE Y ARTES VISUALES
Distribuzione: CINECITTÀ LUCE (2012)
Data uscita: 2012-08-31
TRAILER
NOTE
- IN CONCORSO ALLA 26. SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA (VENEZIA, 2011).
CRITICA
"Siccome gli allievi delle scuole di cinema di tutto il mondo, Cina compresa, studiano ormai quasi solo sui libri di testo hollywoodiani (bé, anche Tinto Brass è adorato..,), è difficile scoprire tendenze eccentriche, piaceri schermiti eretici, figuriamoci «egemonici» nel mainstream, colto o meno. Per questo è molto interessante un film di «genere contro i generi», che usa la metafora contro le metafore, e «il campo» è una tentazione simbolica forte, come 'Il campo' ('El Campo'), opera prima di Hernàn Belòn che è un quasi horror, o meglio un «horror interruptus», e che si avvale anche di una forma di coproduzione italiana per accordi recenti tra i cinema pubblici dei due paesi. (...) Siamo da una parte in piena lotta tra ecologisti e metropolitani, che, a sessi capovolti, fu il nucleo tematico di 'Chiamami aquila' con John Belushi, e dall'altra in pieno clima Dario Argento che una montatrice italiana, Natalie Cristiani, ha proprio l'incarico di evocare. E, finish «horror» del film, il mostro a un certo punto appare. Ed è il persistere, ostinato e inossidabile, del machismo nell'adulto argentino che una giovane star tv, Dolores Fonzi, cerca di disinnescare scena dopo scena. Ma non sempre ha la grinta egemonica necessaria per riuscirci." (Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 29 agosto 2012)
"Ogni tanto bisogna perdersi per ritrovarsi. È il claim che campeggia al termine del trailer de 'El Campo'. E forse è il motto del suo regista, Hernàn Belòn, che costruisce un racconto che sembra ripercorrere i classici stilemi da 'casa infestata' per stupirci con un dramma sentimentale che nasconde un segreto. (...) II 42enne Belòn è considerato uno dei più interessanti protagonisti del cosiddetto 'Nuovo cinema argentino'. (...) Sicuramente non gli manca la faccia tosta anche se forse pecca in originalità." ('Corriere dello Sport Roma', 31 agosto 2012)