Giovane sfaticato e perditempo, Antonino Scannapieco incanta gli amici con la sua arruffata dialettica e li convince che, per risolvere il problema della forfora e quindi quello della loro scarsa intelligenza, è necessario andare a Roma da un tale professor Svernagovic. Avuti i soldi, prende il treno e parte. Nella capitale ha uno zio con la relativa famiglia cui appoggiarsi, ma prima di raggiungerne la casa, e anche dopo, la sua scombinata invadenza lo fa andare incontro a numerose disavventure: all'Ufficio oggetti smarriti della stazione prende a caso tre pacchetti - regalo per i parenti - al posto di quelli che gli hanno rubato (in uno, destinato al nipotino, c'è un vero mitra); scambiato per un cicerone va in giro con un gruppo turistico di estasiaste vecchiette; una ragazza molto avvenente riesce a vendergli un'enciclopedia sull'innaffiatioi e i suoi usi. Entrato nel negozio di elettrodomestici dello zio, vende con grande guadagno tutta la merce e, nonostante i guai, gratifica con il suo eloquio una casalinga che ha appena acquistato un frigorifero; infilatosi in un furgone della polizia, viene condotto al commissariato, dove rivolta in allegria, con canti e balli, la disperazione di poliziotti e arrestati. Quando, dopo un ulteriore equivoco, giunge all'indirizzo del professore (proprio sopra l'appartamento dello zio), scopre che questi si è trasferito da almeno vent'anni. Non gli resta che tornare dagli zii...
SCHEDA FILM
Regia: Maurizio Nichetti
Attori: Nino Frassica - Antonio Scannapieco, Leo Gullotta - Gaetano, Marco Messeri - Armando Maria Balestri, Daniela Conti - Fidanzata Di Antonio, Maria Giovanna Elmi - Se Stessa, Roberto Della Casa - Giovanni Carli, Un Cliente, Nino Terzo - Pippo Miallo, Lo Zio Di Antonio, Anna Lelio - Rosa, Madre Di Antonio, Maria Mais - Zia Di Antonio, Nello Pazzafini - Un Malfattore, Pietro De Silva - Amico Di Antonio, Lidia Biondi - Giulia Settembrini, Luca Sportelli - Brigadiere, Sergio Cosentino - Amico Di Antonio, Clelia Piscitello - Emilia, Sorella Di Antonio, Margherita Pace - Venditrice Di Enciclopedie, Francesco Scali - Francesco, Garzone, Diana Dei - Adelaide Frambaide, Maitresse, Maria Di Paola - Cetty, Luigi Mezzanotte - Un Malfattore, Alessandra Costanzo - Rosalia, Sorella Di Antonio
Soggetto: Maurizio Nichetti, Silvia Napolitano, Daniela Conti, Nino Frassica
Sceneggiatura: Daniela Conti, Maurizio Nichetti, Silvia Napolitano, Nino Frassica
Fotografia: Cristiano Pogány
Musiche: Detto Mariano
Montaggio: Fiorenza Müller
Scenografia: Claudio Cinini
Costumi: Gianna Gissi
Durata: 90
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: PANORAMICA, TELECOLOR
Produzione: GIOVANNI BERTOLUCCI PER SAN FRANCISCO FILM, NICOLA CARRARO PER NEW TEAM, IN COLLABORAZIONE CON LA RAI
Distribuzione: MEDUSA DISTRUBUZIONE (1986)
CRITICA
"'Il Bi e il Ba' (che sarebbe come dire l'abbicci sul quale Antonino fonda la propria filosofia) è un film appetibile nella sua gioconda idiozia. Mette alla berlina le vittime volontarie della sottocultura e inventando situazioni da commedia surreale fa scoppiare ogni poco bombette esilaranti. Il suo Antonino Scannapieco è per qualche verso un erede di Abatantuono, ma mosso su un palcoscenico meno rozzo. Con quel suo corpaccione, il baffo, le storpiature verbali - fa i conti senza l'hostess, parla di forza di gravitanza e di cifre gastronomiche, mette le puntine sulle i - disegna alla brava un personaggio d'immediata comunicativa interclassista nel quale il milione e mezzo di analfabeti che ancora sono in Italia, imbottiti di tv, possono riconoscersi, e alle cui spalle tutti gli altri divertirsi.
Non è esattamente questa la strada per restituire al cinema italiano respiro planetario, ma forse Il Bi e il Ba e l'imminente Separati in casa di Pazzaglia aprono al mercato nazionale un altro filone (o soltanto uno sfilatino). Quanto qui gli giovi la regia di Maurizio Nichetti, che vi fa circolare il suo gusto dell'astratto e delI'assurdo, dice il susseguirsi di scenette insaporite da caratteristi ben scelti, venuti dalla tradizione del realismo comico ma collocati nella cornice del moderno nonsense. Accanto a Nino Frassica, chi si conquista maggior spazio è Marco Messeri nella macchietta del Balestri che canzona i fratelli Taviani." (Giovanni Grazzini, 'Il Corriere della Sera', 4 Aprile 1986)
"L'incontro fra due comicità così lontane, che pure sulla carta era intrigante, si risolve in un k.o. tecnico di Nichetti. Frassica parla per 90 minuti, in un quasi ininterrotto monologo infarcito delle sue famose battute televisive e costruito intorno al viaggio a Roma di Antonino, paesano di Sicilia, in trasferta presso 'i zii'. Nella capitale deve trovare un mitico dottore in grado di risolvere il problema della forfora, che tanto sta a cuore ai giovanotti di Scasazza. Come Greggio in 'Yuppies', anche Frassica in 'Il Bi e il Ba' mostra di non comprendere affatto che c'è una bella differenza tra sparare battute a raffica davanti a una telecamera e reggere il ruolo di protagonista in un film, per quanto costruito su sketch isolati. Insomma: Belushi non ci si inventa. Lui ripercorre vecchie strade del comico italiano (Totò e lo strafalcione surreale, la macchietta del campagnolo in città, lo scambio di borse e la lotta involontaria coi malviventi), ma dà già l'impressione, e siamo solo al primo film, di un caso Abatantuono-bis. Risultato: i pochi guizzi sono nel copione e nella testa di Nichetti, come il gag del mitra di Rambo in mano al nipotino, che nella sua sinistra verità provoca finalmente una risata liberatoria." ('Il Giorno', 6 Aprile 1986)
"Diretto da Maurizio Nichetti il film si propone allo spettatore come un matrimonio tra la comicità della parola (quella di Frassica, appunto) e la comicità dell' immagine (quella del regista, che nel 1979 conquistò critica e pubblico con 'Ratàtaplan', nel quale narrava le singolari vicende dell'ingegner Colombo non facendo quasi mai ricorso al dialogo). Il tutto in un'atmosfera che sfiora i toni surreali, e tocca quelli della commedia all'italiana con una serie di tipizzazioni quanto mai azzeccate. Nuoce forse al film, a lungo andare, l'eccessiva logorrea del protagonista che abusa talvolta del suo frasario a discapito dell'azione del film, che proprio per questo ristagna. Ma la storia è quanto mai garbata, i personaggi abbastanza simpatici, alcune sequenze davvero godibili. Assai validi gli attori che affiancano il protagonista-mattatore, ed in sintonia con la storia filmica le musiche di Detto Mariano." ('Il Tempo', 8 Marzo 1986)