Grazie alla nuova legge che permette il matrimonio tra persone dello stesso sesso, Ben e George, dopo più di 30 anni di unione, decidono di convolare a nozze. La loro scelta causerà una serie di ripercussioni professionali ed economiche, ma grazie alla loro cerchia di amici e parenti, Ben e George cercheranno di superare tutte le difficoltà.
SCHEDA FILM
Regia: Ira Sachs
Attori: John Lithgow - Ben, Alfred Molina - George, Marisa Tomei - Kate, Charlie Tahan - Joey, Cheyenne Jackson - Ted, Manny Perez - Roberto, Darren Burrows - Elliot, Christian Coulson - Ian, John Cullum - Padre Raymond, Harriet Sansom Harris - Honey, Adriane Lenox - Preside, Sebastian La Cause - Marco, Christina Kirk - Mindy, Olya Zueva - Eugenia, Eric Tabach - Vlad, Toussaint Abessolo - Super, Daphne Gaines - Linda, Alexander W. Smith - John, Tank Burt - Doreen
Sceneggiatura: Ira Sachs, Mauricio Zacharias
Fotografia: Christos Voudouris
Montaggio: Affonso Gonçalves, Michael Taylor (IV)
Scenografia: Amy Williams
Arredamento: Kendall Anderson
Costumi: Arjun Bhasin
Effetti: Lucien Harriot
Durata: 100
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: DCP
Produzione: IRA SACHS, LARS KNUDSEN & JAY VAN HOY, LUCAS JOAQUIN, JAYNE BARON SHERMAN PER CHARLIE GUIDANCE, MM...BUTTERED PANINI PRODUCTIONS, PARTS AND LABOR
Distribuzione: KOCH MEDIA
Data uscita: 2014-11-20
TRAILER
NOTE
- PRESENTATO AL 64. FESTIVAL DI BERLINO (2014) NELLA SEZIONE 'PANORAMA SPECIAL'.
CRITICA
"II film di Ira Sachs è un raffinato miracolo di sottintesi, annotazioni di vita sul gioco eterno del Tempo (questo sì strange) nella generale malinconia del quotidiano con le sue probabilità, i suoi imprevisti, i suoi passaggi dal Via. All'ombra di un racconto poetico vissuto e mai retorico ci sono capolavori di ieri ('Cupo tramonto') e la sensazione che siamo tutti nella stessa barca sia quando sta a galla sia quando va a fondo. Non ultimo merito due strepitosi attori, John Lithgow e Alfred Molina che si vogliono davvero bene e si coccolano per 1 ora e 38' come di rado s'era visto al cinema o in vita." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 20 novembre 2014)
"Non è un caso che 'I toni dell'amore' abbia ricevuto la nomination ai Gotham Award ( gli Oscar del cinema indipendente) 2014 accanto a titoli come 'Boyhood', 'Grand Budapest Hotel' e 'Birdman'. A guardarlo distrattamente potrebbe sembrare un film di medio interesse: osservato meglio, invece, si rivela un'operina di rara delicatezza e sensibilità, che interpella lo spettatore su argomenti riguardanti la vita di tutti. (...) Roba banale? Tutt'altro. Lo sarebbe stata assai di più se il regista e sceneggiatore Ira Sachs avesse fatto un film militante, o a tesi. Lui però (gay dichiarato) non vuole parlarci dell'amore omosessuale, ma dell'amore senza aggettivi. E nel frattempo, suggerisce parecchie storture di un mondo come il nostro, dove le esclusioni vanno di pari passo con la crisi economica, con la solitudine urbana e con un individualismo così radicato da impedire a ciascuno di condividere il proprio spazio o di vivere i cambiamenti diversamente da un'aggressione. Non sono solo gli ospitanti a rifiutarsi di modificare le loro abitudini; Sachs ha l'intelligenza di mostrarci anche le piccole manie e le debolezze dei suoi due personaggi principali, che sono poi quelle di ogni coppia. Ma sa tradurre la (apparente) banalità in un'acutezza di sguardo pudicamente romantica, accompagnata in modo mai invasivo dalla musica di Chopin e resa del tutto credibile da due interpreti come John Lithgow e Alfred Molina misuratissimi, teneri, virili. Si può aggiungere l'apprezzamento per il cast di supporto, con Marisa Tomei e il giovanissimo Charlie Tahan (il pro-nipotino di Ben), al quale è affidata la commovente parte finale. Commovente ma priva di ogni retorica come il resto del film. La scelta di sdrammatizzare le situazioni è la cifra e lo stile stesso dei 'Toni dell'amore': produce una narrazione ellittica che seleziona sapientemente solo i momenti essenziali (...), un'intonazione dolceamara costante e molto giusta e anche parecchi momenti di humour sottile, che non stonano affatto - tutt'altro - nell'insieme. Magari non era nelle intenzioni di Sachs, ma il suo film ha ancora un merito, per cosa dire extratestuale. Quello di fare giustizia di tante pellicole con personaggi omosessuali, sia apertamente omofobe sia - all'opposto - melodrammatiche e declamatorie nel denunciarne la discriminazione." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 20 novembre 2014)
"Alfred Molina era già stato gay ai tempi del Frears di 'Prick Up - L'importanza di essere Joe? (1987). John Lithgow, invece, si era travestito da donna per il De Palma di 'Doppia personalità' (1992). Insieme i due sono gli adorabili innamorati de 'I toni dell'amore' (...). Potrebbe sembrare (...) una banalotta commedia degli equivoci che gioca con gli stereotipi e invece questo film sopraffino scava in profondità e ci fa capire quanto sia forte l'amore tra Ben e George proprio grazie all'assenza dello stesso dallo schermo. I due parlano con gli altri più che tra loro, entrano nei tormenti sentimentali degli eterosessuali con grazia e un pizzico di esilarante compassione (stupendo il rapporto tra Ben e il figlio problematico del nipote) mentre non vedi l'ora, e preghi sinceramente, che alla fine possano tornare a convivere. Accadrà? Bisogna andare al cinema per risolvere il mistero. Molina e Lithgow semplicemente immensi." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 20 novembre 2014)
"Il titolo originale del nuovo film di Ira Sachs - 'Love Is Strange' - è ingannevole, perché non c'è nulla di strano, nell'amore di Ben e George, interpretati con grande delicatezza di sfumature da John Lithgow e Alfred Molina. Si tratta di una coppia felice, stabile, che, davanti a un bicchiere in una taverna del Village, ricorda con orgoglio le lotte per i diritti gay nella Christopher Street fine anni sessanta, ma che oggi conduce un'esistenza «normale», circondata da amici e famiglia. Sono normali anche i problemi che li affliggono: l'improvvisa difficoltà economica, la trafila degli uffici governativi dove si cerca lavoro o una casa, la tristezza di dirsi addio la sera, davanti alla fermata della metropolitana - il tutto complicato dal fatto che non sono più giovani. (...) In quello che sembra finora il più «mainstream» dei suoi film, Ira Sachs racconta questa normalità e le inevitabilità che lo accompagnano con dolce, malinconica, sicurezza e abili ellissi narrative, che danno al film l'andamento imprevedibile di una poesia. Si tratta di una poesia molto newyorkese (il regista è nato a Memphis, ma ha vissuto molti anni a New York), perché anche la città è un personaggio - con i suoi quartieri, la luce, le sue generosità, le durezze. L'autunno è la stagione della vita che Ben e George stanno attraversando. Ed è un magnifico autunno newyorkese che domina sulle stagioni del film, il cui tono - ha detto Sachs - è stato influenzato da 'Hanna e le sue sorelle' e 'Mariti e mogli', di Woody Allen." (Giulia D'Agnolo Vallan, 'Il Manifesto, 20 novembre 2014)
"Che bella commedia sui sentimenti, delicata, capace di raccontare i diversi modi di vivere l'amore nei vari stadi della vita. E che alchimia tra i due protagonisti." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 20 novembre 2014)
"Tra il maledetto 'Querelle de Brest' (1982) di Fassbinder e l'evocativo 'A Single Man' (2009) di Tom Ford, in 30 anni di cinema omosex mancava forse una storia che, gentilmente 'diversa', profondamente legata a una relazione lunga una vita, e attuale nei risvolti sociali ancora punitivi del matrimonio gay, fosse anche così universale del 'discorso amoroso'. (...) I passaggi salienti di questa separazione sono così centrati, ricchi di spunti e tenuti in pugno da grandi attori (Lithgow e Molina) che il film suona come indimenticabili canzoni sui legami 'forever'. Senso e sensibilità." (Silvio Danese, 'Nazione - Carlino - Giorno', 21 novembre 2014)