Un gruppetto di giovani che si riforniscono di droga presso un locale spacciatore (Musslini), delusi un giorno della scadente qualità della merce, lo uccidono con una mazza da base-ball, saldamente impugnata da Dan Wake. Morto il trafficante, lo scaraventano in un lago dal quale però, essendone le acque radioattive, Mussolini torna alla superficie rigenerato, ora zombie perfido e violento. Costui si è votato allo sterminio dei suoi assalitori e uno ad uno - ragazze incluse - cerca di eliminarli. Per ostacolarlo, costoro rubano il cadavere di Dan, che è stato ucciso dal mostro vivente, lo gettano nel lago onde rigenerarlo nella speranza che Dan possa tener testa allo spacciatore. Le uccisioni di Mussolini si susseguono, ma alla fine il verdastro Dan lo sfida con una spada, lo decapita e ne trancia in due parti la faccia ancora ammiccante e repugnante. Poi scende a notte fatta nelle acque del lago maledetto, portando sulle braccia la sua ragazza - la bionda Cindy - uccisa da Mussolini anche lei. A rigenerarsi saranno ora in due e il loro amore di zombie carichi di energia vitale sfiderà l'eternità.
SCHEDA FILM
Regia: John Elias Michalakis
Attori: Michael Rubin - Dan Wake, Ignacio F. Iquino - Mussolini, George Seminara - Gordy, Cassie Madden - Cindy Faithful, Peter Bush - Rosencrantz, Robert C. Sabin - Chuckie, Kevin Nagle - Bird, Clive Saint John, Allen Lewis Rickman - Lieberman
Soggetto: George Seminara, James Martin (II), Steve McKoy
Sceneggiatura: James Martin (II), Steve McKoy, George Seminara
Fotografia: Pete Lewnes
Musiche: Jonathan Roberts, Craig Seeman
Montaggio: John Elias Michlakis
Scenografia: Dora Katsoulogiannakis
Costumi: Dora Katsoulogiannakis
Durata: 81
Colore: C
Genere: HORROR
Specifiche tecniche: NORMALE
Produzione: RICHARD K. HIRSH, JOHN ELIAS MICHALAKIS
Distribuzione: FILM INTERNATIONAL COMPANY (1989)
NOTE
- L'ATTORE IGNACIO F. IQUINO E' ACCREDITATO COME STEVE MCCOY.
CRITICA
"John Elias Michalkis dirige con mano distratta, il raccontino è sciatto, tirato via con approssimazione, privo di ritmo. Si veda come viene sciupato, ad esempio, l'effetto di Dan che, risuscitato, si ripresenta con la sua faccia verdastra di zombie ai compagni d'un tempo e al bonario oste, al quale ha lasciato, per altro, un conto da pagare. Se non riesce a spaventare, I ragazzi del cimitero non riesce neanche a far sorridere. Non resta, infine, che domandarsi la ragione dei soliti inserti orrorifici." (Antonella Ely, 'Il Giornale di Sicilia', 19 Giugno 1989)
"A prescindere da tutti i luoghi comuni, tempi morti ed incongruenze di cui è infarcita la sceneggiatura, della inesistente perizia registica e dalla effettiva assenza di effetti speciali in un film che, costato solo il prezzo della pellicola, non intende però rinunciarvi. Colpisce in maniera particolarmente negativa il trattamento riservato a quello che pretenderebbe essere l'elemento motore dell'azione: il conflitto inconciliabile tra zombie ed esseri umani. Infatti accade che i primi si distinguono semplicemente per il fatto di avere la pelle color verde, tipo incredibile Hulk, con la conseguenza che lo spettatore non riesce proprio a comprendere perché ciò che a lui stesso ispira dapprima stupore per il plateale plagio e poi solo indifferenza, susciti invece una sensazione di ribrezzo ai personaggi del film." ('Il Messaggero', 8 Agosto 1989)
"Ennesima variazione avventurosa del filone horror dei morti viventi. Realizzato da una società indipendente americana con un basso budget, il film, come la serie cinematografica di 'Venerdi 13', mescola al genere adolescente il tema dei luoghi maledetti e condisce il tutto con orripilanti effetti speciali e trucchi. Lo zombie in questione, infatti, ha la pelle color verde ramarro ed è cattivissimo. (...) Qualche buona idea della sceneggiatura, a esempio le relazioni psicologiche tra i giovani, lo scontro-confronto tra umani e morti viventi, viene sprecata da una regia sciatta. Le ambientazioni urbane e no, però, sono inquietanti anche se, in tutto il film, serpeggiano scopiazzature da John Carpenter, David Cronenberg e altri autori avventuroso-mortuari." ('Il Corriere della Sera', 30 Agosto 1989)
"A prescindere da tutti i luoghi comuni, tempi morti ed incongruenze di cui è infarcita la sceneggiatura, della inesistente perizia registica e dalla effettiva assenza di effetti speciali in un film che, costato solo il prezzo della pellicola, non intende però rinunciarvi. Colpisce in maniera particolarmente negativa il trattamento riservato a quello che pretenderebbe essere l'elemento motore dell'azione: il conflitto inconciliabile tra zombie ed esseri umani. Infatti accade che i primi si distinguono semplicemente per il fatto di avere la pelle color verde, tipo incredibile Hulk, con la conseguenza che lo spettatore non riesce proprio a comprendere perché ciò che a lui stesso ispira dapprima stupore per il plateale plagio e poi solo indifferenza, susciti invece una sensazione di ribrezzo ai personaggi del film." ('Il Messaggero', 8 Agosto 1989)
"Ennesima variazione avventurosa del filone horror dei morti viventi. Realizzato da una società indipendente americana con un basso budget, il film, come la serie cinematografica di 'Venerdi 13', mescola al genere adolescente il tema dei luoghi maledetti e condisce il tutto con orripilanti effetti speciali e trucchi. Lo zombie in questione, infatti, ha la pelle color verde ramarro ed è cattivissimo. (...) Qualche buona idea della sceneggiatura, ad esempio le relazioni psicologiche tra i giovani, lo scontro-confronto tra umani e morti viventi, viene sprecata da una regia sciatta. Le ambientazioni urbane e no, però, sono inquietanti anche se, in tutto il film, serpeggiano scopiazzature da John Carpenter, David Cronenberg e altri autori avventuroso-mortuari." ('Il Corriere della Sera', 30 Agosto 1989)