I perversi

Footsteps in the Fog

GRAN BRETAGNA 1955
La domestica Lily Watkins scopre che la morte della sua padrona non è stata accidentale, e che il colpevole dell'omicidio è il marito Stephen Lowry. Lily decide di ricattarlo ma finisce con il diventare la sua amante. Stephen in realtà non la ama e, dal momento che la sua presenza gli impedisce di sedurre Elizabeth Travers, figlia del suo socio, arriva anche a tentare di uccidere Lily ma, a causa di una profonda coltre di nebbia, uccide un'altra donna al suo posto. Avendo fallito nel suo intento, Stephen chiede a Lily di sposarlo, illudendola su un futuro insieme in America. Quello che vuole è che Lily chieda a sua sorella di distruggere la lettera che le ha inviato in cui racconta per filo e per segno la verità sui fatti. Ma David Macdonald, l'avvocato che ha seguito il processo, sta vigilando su di lei...
SCHEDA FILM

Regia: Arthur Lubin

Attori: Stewart Granger - Stephen Lowry, Jean Simmons - Lily Watkins, Bill Travers - David Macdonald, Belinda Lee - Elizabeth Travers, Ronald Squire - Alfred Travers, Finlay Currie - Ispettore Peters, William Hartnell - Herbert Moresby, Frederick Leister - Dottor Simpson, Percy Marmont - Magistrato, Marjorie Rhodes - Signora Park, Peter Bull - Brasher, Barry Keegan - Agente Burke, Sheila Manahan - Rose Moresby, Norman Macowan - Grimes, Cameron Hall - Corcoran, Victor Maddern - Jones, Peter Williams - Agente Farrow

Soggetto: W.W. Jacobs - racconto

Sceneggiatura: Arthur Pierson - adattamento, Dorothy Davenport, Lenore J. Coffee

Fotografia: Christopher Challis

Musiche: Benjamin Frankel

Montaggio: Alan Osbiston

Scenografia: Wilfred Shingleton

Costumi: Beatrice Dawson, Elizabeth Haffenden - per Stewart Granger

Durata: 90

Colore: C

Genere: DRAMMATICO GIALLO

Specifiche tecniche: 35 MM, TECHNICOLOR

Tratto da: racconto "The Interruption" di W.W. Jacobs

Produzione: M.J. FRANKOVICH, MAXWELL SETTON PER FRANKOVICH PRODUCTIONS

Distribuzione: CEIAD

NOTE
- DAVID DI DONATELLO 1956 A STEWART GRANGER COME MIGLIORE ATTORE STRANIERO, A JEAN SIMMONS COME MIGLIORE ATTRICE STRANIERA.
CRITICA
"Manca nel film quell'acuta indagine psicologica, che sola potrebbe conferire ai personaggi un interesse umano; mentre il corso della vicenda vien fatto dipendere da cause e da elementi materiali. Malgrado questo, il lavoro si tiene lontano da ogni volgarità. Nulla di notevole dal punto di vista interpretativo, discreto il colore." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 39, 1956).