Il detective Niemans e il suo ex allievo Reda, ora capitano della polizia, sono alle prese con un gruppo di monaci, chiamati 'Angeli dell'Apocalisse', che stanno seminando il terrore nella Lorena. Qui ha sede un misterioso monastero che desta anche l'interesse del potentissimo Heimmerich Von Garten. Per riuscire nelle indagini Niemans e Reda si avvalgono dell'aiuto di Marie, una specialista in storia della religione.
SCHEDA FILM
Regia: Olivier Dahan
Attori: Jean Reno - Commissario Niemans, Benoît Magimel - Reda, Christopher Lee - Heimmerich, Camille Natta - Marie, Johnny Hallyday - Eremita Cieco, Gabrielle Lazure - Ragazza Di Gesu', Augustin Legrand - Gesu', Serge Riaboukine - Padre Vincent, André Penvern - Padre Dominique, Eriq Ebouaney - Poliziotto, Jo Prestia - Emilio, Cyril Raffaelli - Prete Assassino, Eric Chevallier - Mathieu, Nikita - Infermiera, Olivier Brocheriou - Barthelemy, Wilfred Benaïche - Prete Apostolo, Idit Cebula - Madre Kevin, Marc Henry - Monaco Novizio, Thierry Liagre - Barman, Gilles Treton - Poliziotto Di Guardia, Frederic Maranber - Capo Cantiere, Nicolas Simon - Poliziotto, Fosco Perinti - Uomo In Costume, Michaël Abiteboul - Poliziotto, David Saracino - Poliziotto, Francis Renaud - Poliziotto, Frederic Merlo - Medico, Thierry Der'ven - Comandante, Christophe Lavalle - Operaio Della Linea Maginot, Enrico Di Giovanni - Italiano, Jean-François Gallotte - Direttore Del Supermercato, Victor Garrivier - Vecchio Guardiano, Ludovic Schoendoerffer - Assistente Sulla Scena Del Crimine, Lena Jam-Panoi - Penelope
Soggetto: Luc Besson
Sceneggiatura: Luc Besson
Fotografia: Alex Lamarque
Musiche: Colin Towns
Montaggio: Richard Marizy
Scenografia: Olivier Raoux
Costumi: Chattoune
Effetti: Georges Demétrau, John Paul Docherty, Paul Poetsch, Val Wardlaw
Altri titoli:
LES ANGES DE L'APOCALYPSE
CRIMSON RIVERS 2: ANGELS OF THE APOCALYPSE
RP2 - LES ANGES DE L'APOCALYPSE
Durata: 100
Colore: C
Genere: THRILLER AZIONE POLIZIESCO
Produzione: FILMAURO, EUROPACORP, STUDIOLEGENDE, TF1 FILMS PRODUCTIONS, EPICA LTD., CANAL+
Distribuzione: FILMAURO
Data uscita: 2004-03-26
TRAILER
CRITICA
"Tra il primo 'I fiumi di porpora', gran successo nel 2000, e questo numero 2 sottotitolato 'Gli angeli dell'apocalisse' ci sono notevoli differenze. Quella fondamentale è che dietro il capofila della serie c'era un romanzo di quasi 400 pagine, un best seller ristampato più volte da Garzanti, e dietro questo bis non c'è niente. L'autore Jean-Christophe Grangé non ha voluto partecipare e la vicenda se l'è inventata Luc Besson, limitandosi a ereditare il personaggio del poliziotto Pierre Niémans. Il quale è un mal servito Jean Reno, di nuovo in coppia con un collega più giovane, mentre il regista non è più il valido Mathieu Kassovitz ma un poco ispirato Olivier Dahan. Palese lo sforzo di imitare il modello narrando fra gli antri di un monastero e i cunicoli della linea Maginot l'assassinio seriale di Gesù e relativi apostoli in un'evocazione dell'ultima cena. Superficiale e fracassone, il film sta comunque realizzando in patria incassi che fanno temere il varo del numero tre." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 27 marzo 2004)
"Concepito come un prodotto in grado di rivaleggiare con il film d'azione americano, il francese 'I fiumi di porpora' si era dimostrato una sfida vincente (...) L'ottimo risultato di botteghino conseguito ovunque dal film non poteva che rafforzare il produtttore Ilan Goldman nel proposito di varare, sempre sul modello di Hollywood, un sequel. E poiché Grangé non era disponibile a scriverlo, per poca voglia o perché immerso in altri progetti, Luc Besson, asso pigliatutto del cinema d'oltralpe, si è offerto di stendere lui stesso la sceneggiatura. In senso di continuità con il numero uno 'I fiumi di porpora 2 - Gli angeli dell'Apocalisse', oltre mantenere il personaggio protagonista del leggendario flic Pierre Niémans, ambienta in una cupa cornice gotica fra tuoni e fulmini un'insensata vicenda dai convolgimenti mistico-soprannaturali, sotto i quali si nasconde un umano e folle movente. (...) Cambia la regia, passata a Olivier Dahan, che nuovo del genere polar, l'ha affrontato con l'entusiasmo di troppo dei neofiti: in un accumulo di inutili movimenti di macchina, effettacci, fragori, e musica magniloquente. Da tali eccessi la suspense viene paradossalmente indebolita e i personaggi sopraffatti: la figuretta della studiosa di religioni Maria resta pretestuosa e persino un attore della forza icastica di Reno risulta un poco diminuito. Ma forse va bene così, visto che il film in Francia sta facendo incassi miliardari e si prepara il numero tre." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 24 marzo 2004)
"Quasi meglio del primo. Può sembrare una provocazione ma lo strabordante e autoironico 'I fiumi di porpora 2' di Olivier Dahan non ha nulla da invidiare a 'I fiumi di porpora', buon giallo-thriller dal finale pessimo che Mathieu Kassovitz trasse nel 2000 dal best-seller di Jean-Christophe Grangé, che collaborò alla sceneggiatura. Stavolta lo scrittore non è entrato nella produzione lasciando a un divertito Luc Besson il compito di scrivere il delirante, in senso buono, copione per Dahan. (...) La pellicola di Dahan è un frullato di religione, esoterismo, angeli dell'apocalisse, humour, Storia e genere poliziesco grazie alla coppia ispettore vecchio e sottoposto giovane, con Benoît Magimel che sostituisce molto bene il Vincent Cassel del primo episodio. Meno serioso e hollywoodiano di Kassovitz, Dahan realizza un sequel fiammeggiante barocco e fino all'ultimo respiro, come solo i film orientali sanno essere. E nonostante la pellicola sia nera come la pece, piace vedere che qui il finto Gesù sopravvive, mentre quello vero sarà presto massacrato sui nostri schermi da Mel Gibson. Che il perfido Besson non voglia così prendere in giro lo zelo religioso della star australiana? Conoscendolo, è probabile." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 26 marzo 2004)
"Olivier Dahan, che ha preso il posto di Mathieu Kassovitz alla regia, se la cava bene in tutti e due i registri. Da antico allievo dell'Accademia di Belle Arti installa un'atmosfera oppressiva, con scenografie minacciose e colori tenebrosi; quanto all'azione, la rende coinvolgente grazie a una regia nervosa, a un ritmo sostenuto e a un montaggio che ti fa venire il fiato grosso. Jean Réno ci mette la sua naturale autorevolezza, corretta con un pizzico humour nero. Quel che non va è la sceneggiatura di Besson, che mischia semplicità biblica con simbologie astruse, improbabilità, dialoghi di seconda mano." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 27 marzo 2004