Umberto e Guglielmo sono due comici da strapazzo, che recitano nel teatrino d'un paese. Avendo rubato un motoscooter, sono ricercati dalla polizia: per sottrarsi all'arresto si nascondono nella cabina d'uno stabilimento balneare. Qui si liberano dei costumi teatrali, che ancora indossano: scambiano cioè le loro uniformi da sergenti dell'epoca napoleonica con le divise di due sergenti, che stanno facendo il bagno. Usciti di lì incappano in un maresciallo in servizio di ronda, che, presili per veri sergenti, li conduce in caserma. Aggregati ai reparti, che compiono esercitazioni tattiche, si rifugiano, dopo qualche tempo, in un bosco, dove scoprono tra i rami d'un albero dei pacchi di banconote false. Incontrano poi Antonella, studentessa di legge, che s'è messa alla ricerca dei falsari insieme ad un suo corteggiatore, un pseudo-maestro di nuoto, che in realtà è un detective. I due attori vengono sequestrati dai falsari, il cui capo s'è travestito da principe indiano; ma alla fine sono liberati dal detective, mentre i falsari vengono arrestati.
SCHEDA FILM
Regia: Carlo Alberto Chiesa
Attori: Cesare Canevari, Flora Torrigiani, Simone Delamaire, Arrigo Peri, Franca Valeri, Flora Medini, Quartetto Cetra, Gino Ravazzini, Marisa Merlini, Franco Scandurra, Beniamino Maggio - Guglielmo, Adriana Serra, Pina Renzi, Nuto Navarrini, Ermanno Roveri, Mario Castellani, Guglielmo Barnabò, Mario Carotenuto - Umberto, Elena Giusti, Riccardo Renzi, Adriano Rimoldi, Luciano Tajoli, Antonella Lualdi - Antonella, Nunzio Filogamo
Soggetto: Vincenzo Rovi, Carlo Alberto Chiesa
Sceneggiatura: Renzo Tarabusi, Vincenzo Rovi, Giulio Scarnicci, Daniele D'Anza, Carlo Alberto Chiesa, Mario Landi
Fotografia: Massimo Dallamano
Musiche: Falcocchio, Lelio Luttazzi
Durata: 84
Colore: B/N
Genere: COMMEDIA
Produzione: FRANCO CANCELLIERI
Distribuzione: REGIONALE - CANCELLIERI
CRITICA
"Realizzato alla buona, diretto da un regista abitualmente dedito alla pubblicità cinematografica, non sorretto da nomi di eccezionale richiamo, questo filmetto farà divertire (...) spettatori di facile contentatura". (A. Albertazzi, "Intermezzo", n. 5 del 15/3/1952).