Andrea è un giovane illusionista che nella Roma del 1938 vive di espedienti al limite della legalità finché è costretto a rifugiarsi in Albania. A Tirana, nell'Hotel Dajti, che prende il nome da una montagna locale, incontra Sara che sposa e con la quale si esibisce con successo. Rintracciato dalla polizia fugge e mentre sta per imbarcarsi alla volta dell'Italia con il figlioletto e la moglie, quest'ultima viene colpita e sparisce nell'acqua. Andrea si trova nel 1944 in un paesino della costa pugliese, dove poco dopo gli muore anche il figlio, per un male incurabile; smette quindi di fare l'illusionista e si trasforma in mago di paese che predice il futuro ed entra in contatto con i morti. Dopo quarant'anni incontra Pinuccio, manovale della criminalità organizzata, che gli mostra la prova che Sara è ancora viva. I due si mettono in viaggio alla ricerca della donna che ritrovano in Albania in punto di morte, ma ancora in tempo per ricongiungere una famiglia distrutta e cancellare il senso di colpa di Andrea.
SCHEDA FILM
Regia: Carmine Fornari
Attori: Francesco Giuffrida - Pinuccio, Flavio Bucci - Andrea anziano, Piera Degli Esposti - Sara anziana, Michele Venitucci - Andrea giovane, Sarah Baumann - Sara giovane, Dario D'Ambrosi, Lorenzo Gentile, Diego Verdegiglio, Michele Melega
Soggetto: Carmine Fornari
Sceneggiatura: Carmine Fornari
Fotografia: Felice De Maria
Musiche: Elvira Lo Cascio, Giovanni Lo Cascio
Montaggio: Carmine Fornari
Scenografia: Elvira Caputi Iambrenghi
Costumi: Carolina Ferrara
Durata: 90
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: ANTONIO FUSCO E ANDREA LIBERATO PER CAVIAR PRODUZIONI
Distribuzione: FILMO
Data uscita: 2002-04-12
NOTE
-PREMIO DEL PUBBLICO AL FESTIVAL DEL CINEMA DI FRONTIERA DI MARZAMEMI - SIRACUSA 2001.
-PREMIO PER IL MIGLIOR SOGGETTO ORIGINALE AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI SALERNO 2002.PRESENTATO IN CONCORSO AL FESTIVAL DEL CINEMA ITALIANO DI ANNECY 2001, AL
FESTIVAL INTERNATIONAL DU FILM D'AMOUR DI MONS - BRUXELLES E ALL'ITALIAN FILM FESTIVAL DI TORONTO 2002.
CRITICA
Dalle note di regia: "Ho scelto una chiave narrativa fortemente intimista perchè penso che sia quella più idonea a provocare emozioni: e sono le emozioni, comuni a tutti gli esseri umani, che possono unirci e farci sentire tutti più vicini."
"Il film è una romantica tragedia dell'amore eterno, basata sui ricordi non autobiografici del padre del regista, medico a Tirana durante l'Impero e la guerra. Anche se la maggior parte del racconto, una storia vera, si svolge oggi e coinvolge l'odierna arte di arrangiarsi, (...) ed elabora quelle memorie con la secchezza, la freddezza e il turbamento che suscitano, alla fine di un secolo-incubo, i nuovi drammi (...) e i business veri, illusionisticamente non collegati al rapporto sempre squilibrato tra Italia ("Occidente") e Albania (un pericoloso "altrove"). (Roberto Silvestri, Il Manifesto, 7 aprile 2002)
"Torna al Filmstudio 'Hotel Dajti' di Carmine Fornari, folle e coraggioso almeno nel soggetto. Due paesi, Italia e Albania, due epoche. Nel 1938 un giovane illusionista perseguitato per motivi politici ripara in Albania, si innamora di una giovane bellissima e dai poteri davvero magici, ha un figlio da lei ma fuggendo, nel '44, perde entrambi. Salvo scoprire, 50 anni dopo, che sono ancora vivi. Musiche struggenti, grandi metafore, ma i mezzi sono pochi e il film finisce per avere il fiato corto. Peccato". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 3 maggio 2002)
"'Hotel Dajti': una storia che, scritta e diretta con mano più salda, poteva diventare la storia di questa Italia di fine/inizio millennio; ma sceneggiata in modo delirante e girata con ambizioni esageratamente poetiche, cade nell'assurdo (....) Dalla Puglia degli scafisti all'Albania di un'improbabile 'belle epoque', la vertigine storica è affascinante ma avrebbe bisogno di ben altra solidità narrativa. Flavio Bucci e Piera Degli Esposti fanno quello che possono (non moltissimo)". (Alberto Crespi, 'Film Tv', 14 aprile 2002)