Il poliziotto Bob Gold, di origini ebraiche, impegnato nell'indagine su un trafficante di droga di colore, Randolph, sfuggito ad un arresto da parte dell'Fbi, incappa nell'omicidio di una anziana negoziante ebrea. Nonostante il caso Randolph gli venga tolto, continua ad occuparsene, e convince la madre di questi che l'unica via d'uscita per il figlio sia consegnarlo alla polizia. Intanto un sicario tenta di uccidere il figlio dell'ebrea assassinata, Klein, che invita Bob ad occuparsi con maggior professionalità del caso. Egli scopre così che esistono due organizzazioni segrete, una filo nazista e l'altra sionista, che conducono una spietata guerra segreta. Un'improvvisa crisi d'identità scuote il poliziotto, che finisce per farsi coinvolgere al punto da divenire esecutore di un attentato dinamitardo ad un negozio-covo neo-nazista. Il gruppo sionista vuole da Bob una lista di nomi che egli ha consegnato come prova al Comando. Egli si rifiuta però di consegnarla, nonostante venga ricattato con le fotografie della sua azione terroristica. Durante l'agguato a Randolph il collega ed amico Tim Sullivan muore, e Bob, nella smania di vendicarlo, affronta il trafficante senza pistola: ferito due volte, rivela a Randolph che la madre lo ha tradito. Sopravvissuto, Bob ritorna alla Centrale di polizia dove gli comunicano che è stato radiato.
SCHEDA FILM
Regia: David Mamet
Attori: Joe Mantegna - Bob Gold, William H. Macy - Tim Sullivan, Vincent Guastaferro - Tenente Senna, Jack Wallace - Frank, J.J. Johnston - Jilly Curran, Colin Stinton - Walter B. Bells, Lionel Mark Smith - Charlie Bates, Paul Butler - Commissario Walker, Rebecca Pidgeon - Signora Klein, Natalija Nigulich - Chava, Roberta Custer - Cathy Bates, Lee Cohn - Poliziotto Scorta, Charles Chessler - Poliziotto Borghese, Leo Burns - Ufficiale, Ron Bugler - Recluta, George Harvey - Poliziotto, Ving Rhames - Randolph, Darrell Taylor - Willie Sims, Charles Stranksy - Doug Brown, Robin Spielberg - Ufficiale Archivio, Linda Kimbrough - Sergente Green, Jonathan Ridgeley - Fattorino, Luis Murray - Sig. Patterson, Jordan Lage - Caposquadra F.B.I., Willo Hausman - Ufficiale Minori, Chrisi Kaldor - Serg.Allo Sportello, Yuri Alexis - Giornalista, Larry Kopp - Poliziotto, Tony Mamet - Ufficiale Ferro, Adolph Mall - Benjhamin, George Rogers - Squadra Speciale, Marge Notlinky - Mrs. Klein, Bob Moore - Capitano Di Polizia, Bernard Gray - James, J.S. Block - Dr. Klein
Soggetto: David Mamet
Sceneggiatura: David Mamet
Fotografia: Roger Deakins
Musiche: Alaric Jans
Montaggio: Barbara Tulliver
Scenografia: Michael Merritt
Costumi: Nan Cibula
Effetti: Ken Estes
Durata: 100
Colore: C
Genere: DRAMMATICO POLIZIESCO
Specifiche tecniche: NORMALE
Produzione: MICHAEL HAUSMAN, EDWARD R. PRESSMAN - CINEHAUS
Distribuzione: WARNER BROS ITALIA - PANARECORD
NOTE
- PRODUTTORI ASSOCIATI: ANDY ARMSTRONG, MATTHEW CARLISLE, IRENE DEVLIN WEISS
- DIRETTORE DI PRODUZIONE: MICHAEL HAUSMAN
CRITICA
"Si esprime in modo nebbioso, dopo una bella partenza, ha una linea ideologica talvolta ambigua, e non salda la cerniera fra il giallo d'azione e l'autoanalisi del protagonista". (Giovanni Grazzini, L'Indipendente, 23/11/91).
"Sul piano strettamente cinematografico il film convince: le immagini sono plumbee, i ritmi sono così affannati che prendono alla gola. Si è convinti di meno invece, sul piano della chiarezza narrativa dove, nonostante dei dialoghi perfetti, di un realismo quasi ossessivo, predomina l'oscurità". (Gian Luigi Rondi , Il Tempo, 23/11/91).
"Saporitamente dialogato, iperteso, con un Mantegna bravissimo al centro di un adeguato contorno di ottimi attori poco noti, il film è tanto intelligente che forse diventerà un'opera di culto". (Tullio Kezich, Il Corriere della Sera, 23/11/91).
"Homicide è diciamolo subito, il suo film più ambizioso e senza dubbio il migliore anche se non è riuscito fino in fondo. La struttura, con i poliziotti le indagini, le scene d'azione è quella di un giallo. Ma il respiro è quello di un autentico dramma". (Fabio Ferzetti, Il Messaggero, 25/11/91).
"Di fronte al risultato insoddisfacente dal punto di vista narrativo, lo stile cinematografico di Mamet si è fatto più mosso, elegante, sofisticato". (Irene Bignardi, La Repubblica, 28/11/91).
" Il regista Mamet, fedele alle sue origini teatrali, usa i personaggi per giocare con lo spettatore, seguendo più il gusto per l'intreccio che le esigenze della narrazione cinematografica. (Alfio Cantelli, Il Giornale, 27/11/91).