Un ingegnere minerario, che era stato allontanato da una società italiana e aveva cercato fortuna all'estero, viene richiamato perché salvi la società dal fallimento identificando qualche nuovo filone di minerale. L'uomo si mette all'opera con entusiasmo, nonostante lo scetticismo di tutti e, anche perché la figlia del presidente della società lo sostiene con tutta la propria fiducia, riesce finalmente - dopo molte difficoltà - nel proprio intento. L'affetto della ragazza sarà la sua migliore ricompensa.
SCHEDA FILM
Regia: Enrico Guazzoni
Attori: Ennio Cerlesi - Ing. Torelli, Maria Gardena - Maria, Mino Doro - Topini, Luigi Pavese - Rocchi, Sandra Ravel - Lea, Regana De Liguoro - Anna, Olinto Cristina - Il presidente, Gino Bianchi - Rossetti, Aristide Garbini - Vasina, Enzo Scategni - Chiarini, Franco Silva - Mario, Vasco Creti - Lo zoppo, Pierangelo Priaro - Assistente minerario, Renato Malavasi - Gianni, Enzo De Felice - Primo minatore, Carlo De Cristofaro - Secondo minatore, Emi Garis, Vasco Cataldo
Soggetto: Ennio Cerlesi
Sceneggiatura: Ennio Cerlesi, Enrico Guazzoni, Luigi Zampa
Fotografia: Fernando Risi
Musiche: Enrico Cagna Cabiati
Montaggio: Giorgio Simonelli
Scenografia: Bruno Restelli, Paolo Manarese
Durata: 80
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO ROMANTICO
Produzione: ATESIA FILM
Distribuzione: ENIC
NOTE
- DIRETTORE DI PRODUZIONE: FERRUCCIO BIANCINI.
- FONICO: GIACOMO PITZORNO.
- IL FILM E' STATO GIRATO A CINECITTA' E GLI ESTERNI IN MINIERA PRESSO GLI STABILIMENTI DELLA S.A. NAZIONALE COGNE DI TORINO-
CRITICA
"[...] C'era stoffa in questo film per farne una cosa italianamente pensata e realizzata. Peccato che il regista non l'abbia saputa adoperare a dovere e che una sceneggiatura alquanto sommaria abbia ridotto il racconto slegato e lento più del sopportabile. La mancanza di vigore e di sintesi si nota soprattutto nelle parti capitali del film. [...] Né sarà deplorata abbastanza la non riuscita fusione fra gli elementi drammatici e 'olcloristici' del film, lo stacco che subito balza agli occhi fra la naturalezza e la schiettezza delle comparse scelte nella popolazione montanara e l'artificiosa melodrammatica interpretazione degli attori veri. Fra questi gli uomini soli si salvano, restando le donne (compresa l'esordiente Maria Gardena, che ha un volto sensibile alla luce ma scarsissimi mezzi d'attrice) come spaesate in mezzo a fatti e avvenimenti molto più grandi di loro o almeno della loro scarsa capacità d'interpreti". (Adolfo Franci, "Illustrazione Italiana", 11, 17 marzo 1940).