Cranio rasato, codice a barre tatuato sulla nuca, abito nero e cravatta rossa. L'agente 47 è un misterioso killer a pagamento particolarmente apprezzato dai suoi committenti per la sua perizia nel mestiere caratterizzata da un'assoluta assenza di indizi, quasi si trattasse di un fantasma. Finché, un giorno, la sua strada incrocia quella di Belicoff, candidato alle elezioni in Russia, e quella della bella Nika. L'agente 47 cade vittima di una trappola e sulle sue tracce si mettono l'Interpol, i servizi segreti russi e tre killers che lavorano per la sua stessa agenzia.
SCHEDA FILM
Regia: Xavier Gens
Attori: Timothy Olyphant - Agente 47, Dougray Scott - Mike, Olga Kurylenko - Nika, Robert Knepper - Yuri, Ulrich Thomsen - Mikhail Belicoff, Henry Ian Cusick - Udre, Michael Offei
Soggetto: Skip Woods
Sceneggiatura: Skip Woods
Fotografia: Laurent Barès
Musiche: Geoff Zanelli
Montaggio: Carlo Rizzo (II), Antoine Vareille
Scenografia: Jacques Bufnoir
Arredamento: Véronique Mélery
Costumi: Olivier Bériot
Effetti: Philippe Hubin, Cyrille Bonjean, Thomas Duval, Rodolphe Guglielmi, Bourdonnay Judikael, BR Films
Durata: 100
Colore: C
Genere: THRILLER AZIONE POLIZIESCO
Tratto da: videogioco omonimo (Eidos Interactive)
Produzione: DAYBREAK PRODUCTIONS, EUROPA CORP., PRIME UNIVERSE PRODUCTIONS, TWENTIETH CENTURY-FOX FILM CORPORATION
Distribuzione: 20TH CENTURY FOX ITALIA, DVD E BLU-RAY: 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT
Data uscita: 2007-12-07
TRAILER
CRITICA
"Il videogame danese 'Hitman' è ora un film alla Luc Besson, con quel plusvalore di violenza che viene dall' Est. L'incalzante fantasioso autore Xavier Gens rende misterioso e umanamente disumano l'agente 47, una macchina ammazzacattivi pelato, sexy e vestito di nero che fa un tour killer tutto compreso tra San Pietroburgo, Londra, Istanbul e Nigeria per uccidere un leader moderato russo. (...) Parente del Vin Diesel di 'XXX', il film è uno dei pochi esempi riusciti dell'esecrabile genere del cine video gioco anche per la mistica prova perfino con humour di Timothy Olyphant." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 7 dicembre 2007)
"'Hitman' di Xavier Gens è l'ennesimo film tratto da un videogame. Per non parlare del soggetto: abbiamo visto assassini meticolosi e pieni di idiosincrasie da 'Frank Costello faccia d'angelo di Melville' a 'Leon' di Besson passando per l'ultimo eccellente Pierce Brosnan di 'Matador'. (...) Molti defunti, pochissimo sangue, zero senso dell'umorismo. Il protagonista è Timothy Oliphant, appena visto come scialbo cattivone nell'ultimo
'Die Hard' dove, però, aveva più capelli di Bruce Willis. Il suo look in questo film ricorda i buttafuori di uno di quegli orribili locali dove vanno i vip italiani. Il regista Xavier Gens è balzato agli onori della cronaca recentemente per via del suo horror Frontière(s), così agghiacciante da prendersi il peggior divieto della censura Usa. Quello non vediamo l'ora di vederlo." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 7 dicembre 2007)
"I videogiochi continuano ad ispirare sceneggiatori e registi e quello del cinema che prolunga l'immaginario da playstation è diventato un vero e proprio filone. 'Hitman-L'assassino' riesce solo in parte ad affiancare
'Final Fantasy', 'Tomb Raider', 'Resident Evil' (tanto per citare le migliori trasposizioni/reinvenzioni), perché il giovane francese Xavier Gens alla sua prima trasferta hollywoodiana si lascia prendere troppo la mano dal suo talento. (...) Timothy Olyphant con giacca e cravatta e cranio rasato è credibile come killer postmoderno di poche parole e tante pallottole, che si lascia alle spalle una scia di cadaveri con qualche chiaroscuro in più rispetto al videogame. E Gens si muove tra i modelli classici e John Woo preferendo al montaggio serrato in voga a Hollywood virtuosistici movimenti di macchina e lunghi piani sequenza. Nell'overdose di sangue e violenza si incrociano il videogioco, i fumetti, 'Matrix' e 'X-Men'." (Alberto Castellano, 'Il Mattino', 8 dicembre 2007)
"Tra Istanbul, San Pietroburgo e altre località turistiche, il film svolge il suo compito con piglio dinamico, unito a un sospetto di svogliatezza: 'rallentati' alla maniera del cinema di Hong Kong, movimenti di machina da luna park, effetti di montaggio, spiazzanti. A paragone, la trilogia di Jason Bourne fa la figura dei classici del cinema. E poi, che gusto c'è a giocare a videogame se lo schermo del cinema non è interattivo?." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 14 dicembre 2007)