Sul monte Olimpo, dimora delle divinità dell'antica Grecia, Zeus celebra con grande sfarzo la nascita del figlio Ercole. Come dono, gli offre un cavallo alato di nome Pegaso. Tutti sono in festa tranne uno, Ade, signore dell' Oltretomba, che ha in mente un piano per rovesciare Zeus e prendere possesso del Monte Olimpo. Tornato nel regno dei morti, Ade affida a Pena e Panico, i suoi due scagnozzi capaci di cambiare forma a piacimento, il compito di rapire il piccolo Ercole e dargli una pozione che lo privi dell'immortalità. La missione riesce a metà. Ercole, raccolto da una coppia, cresce, scopre chi è il suo vero padre e da lui viene incitato a convincere i mortali del suo eroismo, per poter fare ritorno nell'Olimpo. Aiutato da Fil, famoso allenatore di eroi in cerca di rivincita, Ercole lavora duramente e poi arriva a Tebe, sfortunata metropoli alla ricerca di un eroe che la salvi. Qui arrivano grandi successi, Ercole diventa personaggio pubblico e fenomeno di mercato ma ancora non basta a garantirgli il ritorno all'Olimpo. Nel frattempo si è innamorato della bella Meg e Ade, che ha intuito questo punto debole, lo ricatta, costringendolo a rinunciare alla propria forza per 24 ore e dicendogli che Meg fa parte del suo piano anti Zeus. Ercole si sente debole e tradito ma, mentre i malvagi Titani cominciano a cantare vittoria, ritrova la fiducia in se stesso, vince il nemico e fa ritorno nell'Olimpo. Qui confessa al padre Zeus di avere capito che la grandezza di un eroe non si misura dalla sua forza ma dalla forza del cuore.
SCHEDA FILM
Regia: John Musker, Ron Clements
Soggetto: Ron Clements, Bob Shaw (II), Irene Mecchi, Don McEnery, John Musker
Sceneggiatura: Ron Clements, Bob Shaw (II), Don McEnery, John Musker, Irene Mecchi
Musiche: Alan Menken
Durata: 93
Colore: C
Genere: ANIMAZIONE
Produzione: ALICE DEWEY, JOHN MUSKER, RON CLEMENTS PER WALT DISNEY PICTURES
Distribuzione: BUENA VISTA INTERNATIONAL
NOTE
REVISIONE MINISTERO NOVEMBRE 1997
CRITICA
"L'edizione italiana del trentacinquesimo cartone Disney, costo 40 milioni di dollari, è tecnicamente e vocalmente ottima, aiuta il prodotto anche dove stravolge la mitologia e la quotidianità dell'antica Grecia, banalizzate secondo gli stereotipi di zio Walt. C'è dentro, nell'animazione di questi 80 minuti, una fatica degna di Ercole, con zoomate e carrellate che sembrano reali e con un uso più parco della computer graphic. Il resto, lo dice per primo il film, è merchandising." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 22 Novembre 1997)
"Il vecchio Disney rivive nella solita coppia buffa e malandrina, e cioè i demoniaci scagnozzi di Ade dai capelli blu infiammati, che giocano ex-aequo di metamorfosi e vigliaccheria, citando Biancaneve. L'edizione italiana del trentacinquesimo cartone Disney, costo 40 milioni di dollari, è tecnicamente e vocalmente ottima, aiuta il prodotto anche dove stravolge la mitologia e la quotidianità dell'antica Grecia, banalizzate secondo gli stereotipi di zio Walt. C'è dentro, nell'animazione di questi 80 minuti, una fatica degna di Ercole, con zoomate e carrellate che sembrano reali e con un uso più parco della computer graphic. Il resto, lo dice per primo il film, è merchandising". (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 22 novembre 1997)
"Era dai tempi di 'Aladdin' che il cartooning Disney non frequentava più i territori della commedia, questa volta resa particolarmente trascinante dal gospel-rock di un quintetto di muse afroamericane irriverente espediente narrativo ideato da Clements e Musker per mettere in scena uno dei più suggestivi e vitali cartoons dell'ultimo decennio". (Oscar Cosulich, 'la Repubblica', 6 dicembre 1997)
"Tutta la prima parte del film è quasi soltanto un oceano di grossolane ingenuità dove diverte solo un santo allenatore di Hercules che si chiama purtroppo Filotteto, in seguito, però, grazie a due registi come John Musker e Ron Clements, che si erano già cimentati con fortuna in 'Aladdin', l'azione riesce abbastanza a coinvolgere perché 'Hercules', pur restando l'allocco con cui ci si propone fin dal principio, riesce a diventare la parodia dei forzuti degli stadi di oggi, con fans e pubblicitari al seguito, mentre attorno le fatiche, le battaglie contro i Titani, la scalata all'Olimpo dei cattivi alla fine sconfitti, acquistano un buon ritmo, anche con personaggi colorati e spunti comici, e le immagini, vitalizzate da un'animazione sorretta da tecniche sempre più salde, non faticano ad ottenere consensi; specie quando Hercules diventa quasi protagonista di un musical e canti e balli gli si alternano con modi spesso ghiotti. Per un esempio, quel balletto delle Muse che, in omaggio alle musiche festose di Alan Menken, scendono da un'anfora dove sono dipinte e si mettono allegramente a sgambettare. Un giochino, forse. Ma può far ridere." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 6 Dicembre 1997)
"Non ispirato a una favola né a un romanzo popolare ma alla mitologia classica, 'Hercules' di John Musker e Ron Clements, trentacinquesimo lungometraggio d'animazione dell'Officina Disney, è un film per bambini musicale e comico, commerciale e divertente, con alcuni problemi. Trovate molto divertenti: cinque donnine che si staccano dall'anfora su cui sono dipinte per formare un coro danzante e cantante soul che dà l'avvio alla storia e che la commenta, l'autoironica descrizione dello sfrenarsi del merchandising (come per 'Hercules') quando Ercole diventa celebre a Tebe, con commercio di vasi, magliette, sandali, bevande eccetera ornate della sua immagine, la bellissima ideazione dell'idra dalle molte teste ricrescenti appena tagliate e trasformantisi in rosso viluppo tossico, del gorgo dei morti agli inferi e dei rocciosi Titani che danno l'assalto al cielo e all'Olimpo prima di venir sconfitti nel lieto fine da Ercole vittorioso e radioso. Trovata scipita: nel doppiaggio italiano, non aggiungono nulla e quasi non si riconoscono le voci di Raoul Bova (Ercole), Veronica Pivetti (Megara), Giancarlo Magalli (Filottete), Gaspare e Zuzzurro (Pena e Panico)." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 6 Dicembre 1997)