Sugar Ray, un nero che ad Harlem gestisce nel 1918 un locale di infimo ordine in cui si beve e si gioca ai dadi, ha preso in simpatia Quick, orfano neppure decenne e di colore anche lui, dal giorno in cui questi ha lanciato una palla in fronte ad un giocatore perdente e minaccioso. Dopo vent'anni, il ragazzino, figlio adottivo, è diventato l'efficientissimo socio di Sugar e la coppia dirige un elegante club che fa grandi affari. Questo dà molta noia al boss malavitoso Bugsy Calhoune che, affinchè il mercato non gli venga limitato e rovinato, mobilita un corrotto funzionario di polizia da tempo ai suoi ordini (Cantone), la bellissima Dominique La Rue ed i suoi scagnozzi. Quick però gli scagnozzi li elimina a rivoltellate, delle grazie della donna approfitta quanto può (però evita di essere da lei ucciso mentre sono a letto) e infine fa perdere al boss una grossa somma scommessa in occasione di un grande incontro di boxe. Gli altri hanno da prima mandato a male una serata al club (dove Cantone ha guidato i suoi uomini per una irruzione), poi hanno fatto saltare in aria il locale. Ma Sugar ed il figlio adottivo faranno presto a rimettersi in affari, insieme al vecchio croupier mezzo cieco ed a Vera, la direttrice delle ragazze, grazie ai dadi, al wisky e alle donne nonchè al jazz irresistibile che anima le danze nelle frenetiche notti della mitica Harlem.
SCHEDA FILM
Regia: Eddie Murphy
Attori: Eddie Murphy - Quick, Richard Pryor - Sugar Ray, Redd Foxx - Bennie Wilson, Danny Aiello - Phil Cantone, Michael Lerner - Bugsy Calhdune, Berlinda Tolbert - Annie, Jasmine Guy - Dominique, Della Reese - Vera, Stan Shaw - Jack Jenkins
Soggetto: Eddie Murphy
Sceneggiatura: Eddie Murphy
Fotografia: Woody Omens
Musiche: Herbie Hancock
Montaggio: George Bowers
Scenografia: Lawrence G. Paull
Costumi: Joe I. Tompkins
Effetti: Rocco Gioffre, Chuck Gaspar
Durata: 116
Colore: C
Genere: COMICO
Specifiche tecniche: NORMALE
Produzione: EDDIE MURPHY PRODUCTIONS, PARAMOUNT PICTURES
Distribuzione: U.I.P. (1990) - CIC VIDEO
CRITICA
"Il film è troppo lungo, si ripete e spreca spesso in schiocchezze, tenta scene graffianti, ma manca di ironia, allorchè vorrebbe parodiare avvenimenti e personaggi di un'epoca che per gli Americani è leggendaria.
Qui la storia arranca parecchio, malgrado una indubbia cura della fotografia e dell'ambientazione, per la pacchianeria di bianchi e neri che giocano, si ubriacano e ballano fino all'alba. Di godibile c'è la colonna sonora, dove Duke Ellington e vari altri musicisti propongono canzoni e pezzi celeberrimi. Purtroppo, quando Eddie Murphy è di scena da solo o con chi gli fa da contrappunto, la trivialità è totale, e la scurrilità verbale con cui Murphy si abbandona con delizia e senza freni è assolutamente intollerabile. Lui lo fa ridendo, sempre caricando i toni, sempre sopra le righe e contagiando gli altri." ('Segnalazioni Cinematografiche', vol. 110, 1991)