Lai Yiu-Fi e Ho Po-Wing, due giovani innamorati tra loro, lasciano Hong Kong per l'Argentina e qui giunti vorrebbero dirigersi verso sud in cerca di avventure. Lungo la strada Ho Po-Wing abbandona l'amante. Lai si stabilisce a Buenos Aires e trova lavoro come buttafuori in un bar. Tempo dopo Ho torna in città, Lai lo ospita a casa sua ma non vuole tornare ad essere il suo amante. Lai lascia il bar e va a lavorare nella cucina di un ristorante cinese dove fa amicizia con Chang, un ragazzo di Taipei. Dopo un periodo di continui litigi, Ho chiede a Lai il passaporto per tornare a casa ma Lai dice che non glielo può restituire. Ho picchia a sangue Lai e lascia la casa. Chang intanto rientra a Taipei dalla famiglia. Lai, messi da parte i soldi, va in viaggio da solo alle cascate dove volevano andare tutti e due, lui e Ho, è triste e decide di tornare a Hong Kong. Sulla strada si ferma a Taipei dove, al mercato, riconosce i genitori di Chang. Riflette e capisce che quella situazione (la famiglia, il lavoro) può rappresentare un punto fermo per il suo futuro.
SCHEDA FILM
Regia: Wong Kar Wai
Attori: Tony Leung Chiu Wai - Lai Yiu-Fi, Leslie Cheung - Ho Po-Wing, Chang Chen - Chang
Soggetto: Wong Kar Wai
Sceneggiatura: Wong Kar Wai
Fotografia: Christopher Doyle
Musiche: Danny Chung
Montaggio: Wong Ming-Lam, William Chang
Scenografia: William Chang
Durata: 93
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Tratto da: BASATO SUL TESTO DI MANUEL PUIG
Produzione: WONG KAR-WAI
Distribuzione: LUCKY RED (1997) - LUCKY RED HOME VIDEO
NOTE
PREMIO PER LA MIGLIOR REGIA AL FESTIVAL DI CANNES 1997.
REVISIONE MINISTERO NOVEMBRE 1997.
CRITICA
"Il regista Wong Kar-Wai, trentanove anni, cinese di Shanghai cresciuto a Hong Kong dalla prima infanzia, già autore dei premiati 'Ceneri del tempo', 'Hong Kong Express', 'Angeli perduti', ha uno stile di grande audacia lirica, intenso e aspro, capace di esprimere ammirevolmente, alternando bianconero e colore, accelerazione e stasi, la desolazione doppia del paesaggio urbano e della solitudine infelice, con la fotografia del geniale Christopher Doyle e con il pathos della musica di Astor Piazzolla e di Caetano Veloso. Per una volta, era davvero ben dato il premio alla regia ottenuto da 'Happy Together' all'ultimo festival di Cannes." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 3 ottobre 1997)
"L'intreccio è torbido, ripetitivo, convulso, come tante storie d'amore infelice. La metafora (tre Cine, tre personalità) sotterranea e convincente. Lo stile aspro, spezzato, meraviglioso, come e più degli altri film di Wong Kar-Wai, il regfsta 39enne di cui in Italia si sono visti 'Angeli perduti' e 'Hong Kong Express'. Bianco e nero e colore, accelerazioni e ralenti, salti di tono e di velocità. 'Happy Together' procede a strappi come la sua voce narrante, sempre in anticipo o in ritardo sui fatti ma sempre in sincrono con i movimenti interiori. Cose curiose: due gay molto 'machos', sciatti, iracondi, voraci, sempre in canottiera e ciabatte, lontanissimi dai soliti cliché. Cose belle: le maestose cascate dell'Iguazu, che Wong Kar-Wai filma come se fossero l'interno di un corpo, con attenzione quasi religiosa; Buenos Aires e Hong Kong viste come enormi agglomerati di luci, praticamente identiche." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 11 ottobre 1997)