George Faure, un corpulento cittadino francese, per poter lavorare negli Stati Uniti ha bisogno della Green Card (senza la quale i cittadini stranieri non possono vivere e lavorare negli USA): la maniera più rapida per ottenerla è di sposare una cittadina americana. Dal canto suo, Bronte Barrish, giovane ed entusiasta botanica newyorkese, ha appena trovato un delizioso appartamento a Manhattan, che è l'ideale per lei, perchè contiene una serra, ma i proprietari intendono affittarlo solo ad una coppia di sposi. George e Bronte non si conoscono, ma un amico comune li aiuta ad organizzare un matrimonio di convenienza, dopo il quale si salutano, pensando di non rivedersi più, e di divorziare appena possibile. La ragazza ha un fidanzato, Phil, che condivide con lei gusti ed ambiente elegante, ma del quale non è veramente innamorata, e non ha confidato nè a lui, nè ai propri genitori la strana storia del suo matrimonio. A seguito di un'indagine da parte delle sospettose autorità dell'ufficio immigrazione per stabilire se i due vivono realmente come marito e moglie, George e Bronte sono costretti a vivere insieme alcuni giorni per escogitare ed imparare a memoria una storia accettabile sulla loro presunta vita coniugale. George è un uomo dai modi piuttosto rozzi, che non ha fatto studi regolari, ma ha l'estro del compositore e possiede una grande ricchezza interiore, mentre Bronte è una raffinata intellettuale, che appartiene alla buona società di New York: non hanno dunque nulla in comune, e, durante un week end, chiusi nel piccolo appartamento di Bronte, litigano e discutono su tutto, affinché, conosciuti tanti lati interessanti l'uno dell'altra, imparano a stimarsi e poi ad amarsi, pur senza dirselo. Cosicchè una sera George, geloso, scaccia il troppo intraprendente Phil presentandosi come marito. Ormai profondamente innamorati, ma senza confessarselo, i due vanno infine a sostenere all'ufficio immigrazione il colloquio, che però andrà male a causa di George. Quando egli viene arrestato dagli ispettori dell'immigrazione, per essere rispedito in Francia, Bronte lo raggiunge piangendo, e i due si abbracciano e si baciano appassionatamente. Sembra certo che presto saranno effettivamente marito e moglie.
SCHEDA FILM
Regia: Peter Weir
Attori: Gérard Depardieu - George, Andie MacDowell - Bronte, Bebe Neuwirth - Lauren, Gregg Edelman - Phil, Chris Odo - Supervisore Immigr., Malachy McCourt - Invitato Al Party, Jessie Keosian - Signora Bird, Simon Jones - Invitato Al Party, Jeb Handwerger - Figlio Di Oscar, Conrad McLaren - Genitore Di Bronte, Francis Dumaurier - Cameriere, Danny Dennis - Oscar, Victoris Boothby - Signora Adler, Ronald Guttman - Anton, John Scanlan - Comitato Di Condom., Michael David Tanney - Figlio Di Oscar, Lois Smith - Genitore Di Bronte, Stefan Schnabel - Invitato Al Party, Robert Prosky - Avvocato Di Bronte, Ethan Phillips - Gorsky, Stephen Pearlman - Signor Alder, Novella Nelson - Giudice Di Pace, Anne Shropshire - Invitato Al Party, Arthur Anderson - Comitato Di Condom., Mary Louise Wilson - Signora Sheehan, Emily Cho - Invitato Al Party, Ann Wedgeworth - Invitato Al Party, Ed Feldman - Tassista, Christian Mulot - Cameriere
Soggetto: Peter Weir
Sceneggiatura: Peter Weir
Fotografia: Geoffrey Simpson
Musiche: Hans Zimmer
Montaggio: William M. Anderson
Scenografia: Wendy Weir
Costumi: Marilyn Matthews
Durata: 108
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Produzione: PETER WEIR
Distribuzione: WARNER BROS ITALIA SPA (1991) - TOUCHSTONE HOME VIDEO
CRITICA
"Come un bravissimo giocoliere che subito prende confidenza con esercizi che non ha mai sperimentato, Weir scivola con garbo sulla lucida pedana della commedia. Con disinvolta sicurezza, con fare elegante nuova nel mare dei piccoli fatti, dei curiosi incidenti, dei sentimenti che si precisano, vengono ributtati indietro, tornano a far capolino fino a imporsi completamente". (Francesco Bolzoni, L'Avvenire)
"Una commedia fine. Il francese ruvido e un po' zotico anche se sensibile e appassionato di musica, l'americana dai modi raffinati, con il culto per il giardinaggio, sono disegnati con mano leggera, ma anche con accenti delicati, così, anche quando la struttura narrativa non si propone in modo troppo diverso da quelle solite delle commedie americane, certi risvolti, certi climi, certi momenti sospesi (anche se attesi) conquistano e convincono con qualche nota umana in più, approfondita con maggiore attenzione, studiata con originalità più attenta". (Gian Luigi Rondi, Il Tempo)
"Weir sa mettere davvero a suo agio lo spettatore e quel tanto di falso e di prevedibile che opacizza il copione viene superato in tromba dalla prestazione degli interpreti. Weir ritorna sul tema esplorato per esempio da Mosca a New York di Mawurrsky, ma il suo tocco è più felpato, le sue intuizioni più brillanti, i suoi tempi più intensivi". (Valerio Caprara, La Rivista del Cinematografo)