GRAND CANYON

USA 1991
Una notte a Los Angeles l'avvocato Mack (quarantenne e sposato con Claire), lasciato il produttore Davis, suo amico, trovandosi in un quartiere malfamato con l'automobile bloccata, viene subito circondato da un gruppo di teppisti neri che lo minacciano. Per sua fortuna giunge il carro attrezzi guidato dal gigantesco Simon, un uomo di colore, il quale, con calma e fermezza, allontana i delinquenti portandolo in salvo. Mack è certo di dovere la vita a Simon, e questi gli parla di se stesso, abbandonato dalla moglie, di Annie, la figlia sorda, e della sorella Deborah, che abita in quella zona pericolosa coi suoi figli, il maggiore dei quali, Otis, è un ragazzo turbolento; poi gli descrive il Gran Canyon, un luogo che lo ha profondamente colpito. E poco dopo Davis viene gravemente ferito da un rapinatore, che, per rubargli l'orologio, gli spara ad una gamba. Roberto, il giovane figlio di Mack, è al campeggio dove s'innamora di Amanda; Claire trova una bambina abbandonata fra gli alberi e la porta a casa intenzionata ad adottarla; Mack che ama sua moglie, ed è pentito dell'avventura di una notte avuta con Dee, la sua giovane segretaria, cerca di dissuaderla dall'adozione. Nel frattempo Simon, dopo che una notte qualcuno ha sparato raffiche di mitra in casa di Deborah, accetta l'aiuto di Mack per farla trasferire in una zona più tranquilla; poi conosce Jane, una ragazza di colore alla quale si affeziona. Intanto Dee trova aiuto e conforto in un giovane poliziotto, che la salva da un aggressione, poi va a lavorare nello studio di una donna avvocato; Otis ha un incontro traumatizzante con dei poliziotti, che lo scambiano per un malfattore; Davis ha ripreso a camminare, anche se zoppicando, e rinnega tutti i buoni propositi: non solo non sposerà la sua amante, Vanessa, ma riprenderà a produrre quei film violenti che gli fruttano tanti soldi. Per giustificarsi dice che nel paese c'è un abisso di violenza, vasto come il Gran Canyon, il male che ne esce fuori non è però creato da lui coi suoi film: egli rappresenta soltanto quel che c'è intorno. Mentre Davis va a rinchiudersi dietro l'enorme porta degli studi cinematografici, Simon, ormai felice con Jane, conduce sia Mack e Claire, che hanno finalmente adottato la bimba, sia Otis e Roberto a vedere il Gran Canyon.
SCHEDA FILM

Regia: Lawrence Kasdan

Attori: Kevin Kline - Mack, Danny Glover - Simon, Steve Martin - Davis, Mary McDonnell - Claire, Mary-Louise Parker - Dee, K. Todd Freeman - Wipe, Randle Mell - Il Barone Di Alley, Jim Morange - Conducente Autobus, Sharon Lee Jones - Assistente Di Studio, Georgina Lindsay - Cathy Fox, Todd Allen - Myers, Henry Kingi - Skin, Walt Jordan - Poliziotto 2, Patrick Malone - Otis, Destinee Dewalt - Kelly, Stephen Keith Davis - Scar, Christopher Brown - Rotor, Shaun Baker - Rocstar, Jack Kehler - Steve Fox, Deon Sams - Jimmy, Basil Wallace - Agente Assicurativo, Sarah Trigger - Vanessa, Mary Ellen Trainor - Sig.Na Green, Marlee Shelton - Amanda, Branscombe Richmond - Poliziotto 1, Alfre Woodard - Jane, Gregg Dandridge - Eddie, Carole Ita White - Infermiera Di Giorno, Tina Lifford - Deborah, Jeremy Sisto - Roberto, Candace Mead - Figlia Di Claire, Lynn Salvatori - Donna Con Cappello Da Baseball

Soggetto: Meg Kasdan, Lawrence Kasdan

Sceneggiatura: Meg Kasdan, Lawrence Kasdan

Fotografia: Owen Roizman

Musiche: James Newton Howard, Bill Conti

Montaggio: Carol Littleton

Scenografia: Bo Welch

Costumi: Aggie Guerard Rodgers

Effetti: Burt Dalton, Rodney M. Byrd

Altri titoli:

IL CUORE DELLA CITTA'

Durata: 134

Colore: C

Genere: DRAMMATICO POLIZIESCO

Specifiche tecniche: SCOPE A COLORI

Produzione: 20TH CENTURY FOX

Distribuzione: TWENTIETH CENTURY FOX (1992) - 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT - DVD 20TH CENTURY FOX (2002)

NOTE
- ORSO D'ORO 1992 AL FESTIVAL DI BERLINO.
CRITICA
"Bizzarro e superfrequentato melodramma metropolitano di Lawrence Kasdan, che intreccia le storie di troppi personaggi, tutti angosciati per motivi diversi, esortandoli a rifiutare i miasmi della città. Nonostante la classe degli interpreti, le eccessive metafore e le estenuanti chiacchiere spingono però anche lo spettatore più disponibile a darsela a gambe". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 25 ottobre 2002)