Quando, in una gelida mattina moscovita, il giovane ispettore della polizia criminale Arkadi Renko viene chiamato nel Parco Gorky, si trova davanti a tre corpi semisepolti nella neve: due uomini ed una donna, dai volti volutamente sfigurati e, addirittura, con i polpastrelli abrasi. Ma sul posto c'è già un alto funzionario del K.G.B. (e fra lui e Renko vi è una vecchia ruggine). Perché il K.G.B.? Il poliziotto, intelligente quanto paziente, comincia il suo difficile lavoro. Unici indizi: un paio di pattini ai piedi della donna e il fatto (vedi dentatura) che uno degli uomini è americano. Il Capo dell'Accusa Jamskoy, da cui Renko dipende, invita quest'ultimo ad approfondire le indagini; Renko riesce ad individuare in Irina, una siberiana ex-dissidente, la proprietaria dei pattini, ma la ragazza si rifiuta di credere che i suoi amici siano stati soppressi. Essa sa che essi dovevano essere inviati negli Stati Uniti e trovare là la libertà loro promessa. A Mosca circola intanto con estrema disinvoltura e grandi aperture "in alto loco" un commerciante di pellicce americano: Jack Osborne. Costui, un autentico faccendiere senza scrupoli, ha ora puntato tutto su di una idea redditizia: dato che la Unione Sovietica detiene di fatto il monopolio mondiale degli zibellini, occorre farne sortire alcune coppie di vivi, onde curarne la riproduzione oltre Atlantico. Per far questo, Osborne ha corrotto altissimi rappresentanti sia della Polizia criminale, sia dello stesso K.G.B. e ne è, in definitiva, protetto. Il solerte Renko (sempre più tallonato, peraltro, dal Servizio Segreto), non è lontano ormai dal fiutare qualcosa che sa poco di politica, assolutamente nulla di missili, ma molto più di intrallazzi e bustarelle, ma, a questo punto, la sua strada si incontra con la pista battuta da William Kirwill, un poliziotto di New York, venuto a Mosca per cercarvi l'assassino del proprio fratello. Dopo varie peripezie, i due seguono a Stoccolma il losco Osborne, di cui nel frattempo Irina (malgrado il tenero rapporto stabilitosi con Renko) è diventata l'amante. Ed è a Stoccolma che il caso viene cruentemente risolto. E' proprio Osborne che, insieme al fratello di Kirwill, aveva indotto gli uccisi nel Parco Gorki ad aiutarlo nel contrabbando di zibellini; senonchè, ottenuto lo scopo, anzichè mantenere la promessa di farli fuggire negli Stati Uniti, li aveva soppressi. Anche il complice Kirwill era stato eliminato. In un crescendo finale scandito dai fucili mitragliatori, Osborne manda all'altro mondo un gruppo di agenti del K.G.B. giunti sul posto, comandati dall'altro suo complice, l'ufficiale del Servizio stesso, trovato da Renko nel Parco all'inizio di tutta la storia. Osborne morirà a sua volta per mano di Irina, che finalmente ha le idee chiare e alla quale sarà consentito di lasciare l'Unione Sovietica. Renko, invece, resterà: è troppo buon cittadino, malgrado la nota di anticonformismo che marca il suo carattere, per abbandonare la sua Patria (dove tuttavia ha voluto personalmente eliminare il proprio capo Jamskoy, compromesso nel gioco di corruzione promosso da Osborne).
SCHEDA FILM
Regia: Michael Apted
Attori: William Hurt - Arkady Renko, Lee Marvin - Jack Osborne, Brian Dennehy - William Kirwill, Ian Bannen - Jamskoy, Joanna Pacula - Irina, Alexsei Sayle - Golodkin, Michael Elphick - Pasha, Richard Griffiths - Anton, Alexander Knox - Generale, Niall O'Brien - Agente Kgb Rurik, Henry Woolf - Levin, Ian McDiarmid - Professor Andreev, Rikki Fulton - Pribluda
Soggetto: Martin Cruz Smith
Sceneggiatura: Dennis Potter
Fotografia: Ralf D. Bode
Musiche: James Horner
Montaggio: Dennis Vikler
Scenografia: Paul Sylbert
Costumi: Richard Bruno
Durata: 125
Colore: C
Genere: THRILLER
Specifiche tecniche: PANORAMICO TECHNICOLOR
Tratto da: ROMANZO DI MARTIN CRUZ SMITH
Produzione: GENE KIRK WOOD HOWARD W KOCK JR
Distribuzione: CDE (1984) - DOMOVIDEO, CECCHI GORI HOME VIDEO
CRITICA
"Più che pssabile poliziesco con love story incorporata di straziante addio alla 'Casablanca'. Un po' macchinoso, violento come platea comanda, macabro dove occorre, senza dubbio avvincente e ricco, fin troppo, di colpi di scena. Per la prima volta il russo fa il buono, ma è un contestatore del regime". (Massimo bertarelli, 'Il giornale', 10 febbraio 2001)