A volte un oggetto ha un valore che va al di là della sua materialità. È il caso del vecchio orologio Glory che il protagonista ha ricevuto da suo padre e che usa per svolgere al meglio il suo lavoro di ferroviere. Finché un atto di estrema onestà - la restituzione di un'ingente somma di denaro trovata sui binari del treno - non lo obbligherà, per un'assurda combinazione di eventi, a separarsene. Per lui, divenuto riluttante simbolo di onestà nelle mani del Ministero dei Trasporti, recuperare il Glory diventerà anche un modo per recuperare la propria dignità di uomo. Sulla sua strada, troverà l'implacabile capo PR del Ministero dei Trasporti, l'unica persona che può aiutarlo. O, forse, l'unica che può davvero rovinargli la vita.
SCHEDA FILM
Regia: Kristina Grozeva, Petar Valchanov
Attori: Stefan Denolyubov - Tzanko Petrov, Margita Gosheva - Julia Staikova, Kitodar Todorov - Valeri, Milko Lazarov - Kiril Kolev, Ivan Savov - Ministro Kanchev, Hristofor Nedkov - Facchino, Mira Iskarova - Galya, Ana Bratoeva - Ani, Stanislav Ganchev - Misho, Tanya Shahova - Pepa, Deyan Statulov - Ivan, Decho Taralezhkov - Krasi
Sceneggiatura: Kristina Grozeva, Petar Valchanov, Decho Taralezhkov
Fotografia: Krum Rodriguez
Scenografia: Vanina Geleva
Costumi: Kristina Tomova
Durata: 101
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: HD, DCP
Produzione: KRISTINA GROZEVA, PETAR VALCHANOV, KONSTANTINA STAVRIANOU, IRINI VOUGIOUKALOU PER ABRAXAS FILM, IN COPRODUZIONE CON GRAAL FILMS, SCREENING EMOTIONS, APORIA FILMWORKS
Distribuzione: I WONDER PICTURES/UNIPOL BIOGRAFILM COLLECTION (2017)
Data uscita: 2017-09-21
TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON IL SUPPORTO DI: BULGARIAN NATIONAL FILM CENTER, BULGARIAN NATIONAL TELEVISION, CENTRAL COOPERATIVE UNION.
- MENZIONE SPECIALE DEL PREMIO FICC/IFFS AL 69. FESTIVAL DI LOCARNO (2016).
CRITICA
"Non è la consueta denuncia della corruzione sopravvissuta alle macerie dei regimi comunisti est europei. C'è qualcosa di più sottile, la mano è più sofisticata, il punto di vista forse più cinico di quanto avvenga in altri casi." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 21 settembre 2017)
"Sappiamo poco o niente della produzione bulgara attuale, ma a giudicare da 'Glory - Non c'è tempo per gli onesti' verrebbe da pensare che a Sofia si fa un cinema di livello. Ben recitato, solidamente scritto, il film della coppia Kristina Grozeva/Petar Valchanov, anche sceneggiatori, disegna il quadro tragicomico di un paese postcomunista dove le manovre di potere di un élite in carriera desiderosa di conformarsi a un modello capitalistico occidentale contrastano con la miseria economica e spirituale di una società svuotata dei valori del passato in cambio di niente. In questo contesto il racconto dell'operaio delle ferrovie povero ma onesto che, trovata una borsa piena di soldi sui binari, la consegna all'autorità, assume un sapore di commedia nera." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 21 settembre 2017)
"Un percorso a ritroso nel tempo (...), quello dei registi, alla ricerca delle radici dell'assunto di oggi esplorato con i loro lavori, molto premiati nei festival internazionali. (...) Scopo dei registi è anche quello di far emergere, tra sarcasmo e realismo, luci e ombre dei personaggi, giocare con la loro ambivalenza quando eventi straordinari li spingono ad azioni imprevedibili e grottesche." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 21 settembre 2017)
"L'elemento dell'eroe del comunismo, dei tempi vecchi e dei tempi nuovi, della campagna e della città, dei principi morali e del mondo degli affari, dell'onestà e della corruzione si intrecciano per dare vita a una particolare tonalità oscura di umorismo fin dalla prima scena (...)." (Silvana Silvestri, 'Il Manifesto' , 21 settembre 2017)
"(...) una magistrale discesa all'inferno o conto alla rovescia prima che la pentola a pressione esploda. Ci viene mostrata una società spietata e immorale con uno Stato kafkiano capace di metterti in attesa per ore al telefono mentre Steve Wonder canta giulivo: «I Just Called You To Say I Love You». Era dai tempi del Bruce Willis di 'Pulp Fiction' che non vedevamo un personaggio cosi affezionato al proprio orologio. Grande film. Speciali i protagonisti Stefan Denolyubov e Margita Gosheva." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 21 settembre 2017)
"Che bella sorpresa. (...) Una commedia grottesca, intrisa di humour nero, che sbeffeggia una società corrotta e ipocrita." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 21 settembre 2017)
"Circostanze e intreccio di questo apologo sulla prevaricazione di politica, informazione e burocrazia sono da scoprire in sala, perché la fragile sceneggiatura si tiene proprio grazie alle connessioni e ai passaggi tra ruoli sociali lontani sul filo del grottesco. Brilla ancora per esuberanza scenica e determinazione Margita Gosheva, per chi ha potuto seguirla nel film che lanciò la coppia di cineasti bulgari Grozeva&Valchanov 'The Lesson', marchiati come i Dardenne dell'Est. Questa volta, per eccesso di fiducia nel filmare il caso esemplare, l'ingiustizia sa di denuncia dimostrativa." ('Nazione-Carlino-Giorno', 21 settembre 2017)