Argomento: lo sterminio degli ebrei ungheresi deciso da Hitler nel 1944. Svolgimento: immagini di repertorio che ricostruiscono l'Ungheria della prima metà del Novecento; testimonianze di uomini e donne che furono arrestati, portati nei lager e, sopravvissuti, andarono a vivere negli Stati Uniti. Queste persone tornano oggi in Ungheria a visitare di nuovo i luoghi di un tempo. Le testimonianze sono cinque: Tom Lanton, scappato da un campo di lavoro e ora deputato al Congresso; Alice Lok Cahana, uscita dal campo di Bergen-Belsen e ora artista; Renée Firestone ora insegnante e Irene Zisblatt pensionata, scampate ad Auschwitz; Bill Basch, reduce da Buchenwald, ora uomo d'affari.
SCHEDA FILM
Regia: James Moll
Attori: Paul Parks - Se Stesso, Hans Munch - Se Stesso, Katsugo Miho - Se Stesso, Dario Gabbai - Se Stesso, Bernard Firestone - Se Stesso, Warren Dunn - Se Stesso, Michael Cahana - Se Stesso, Renee Firestone - Se Stesso, Irene Zisblatt - Se Stessa, Alice Lok Cahana - Se Stessa, Martin Basch - Se Stessa, Randolph Braham - Se Stesso, Tom Lantos - Se Stesso, Bill Basch - Se Stesso
Fotografia: Harris Done
Musiche: Hans Zimmer, Nathan Wang
Montaggio: Richard Kreitman, James Moll, Maja Vrvilo
Effetti: Jerry Pooler, Industrial Light & Magic (ILM)
Durata: 88
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO
Tratto da: TRATTO DA MATERIALE RACCOLTO NELL'ARCHIVIO DELLA SURVIVORS OF THE SHOAH VISUAL HISTORY FOUNDATION
Produzione: KEN LIPPER/JUNE BEALLOR PRODUCTION, SHOAH FOUNDATION
Distribuzione: MIKADO FILM (1999)
NOTE
- FESTIVAL DI BERLINO 1999 - SELEZIONE UFFICIALE - EVENTO SPECIALE.
- PREMIO OSCAR 1999 PER IL MIGLIOR DOCUMENTARIO.
- INTERPRETI: RACCOLTA DI TESTIMONIANZE DAL VIVO.
- PRODUTTORE ESECUTIVO: STEVEN SPIELBERG.
CRITICA
"Col preciso intento didattico di far ricordare a tutti, prigionieri d'allora e giovani d'oggi, Spielberg e Moll hanno bandito ogni accento di fiction, restando all'interno della testimonianza personale anche quando fanno incontrare gli ex internati col medico del campo di concentramento. La reazione delle spressioni, tutte registrate in impietosi primi piani, pone 'Gli ultimi giorni' oltre il piano puramente documentale, collocandolo in una dimensione estetica che rende nello spettatore un servizio maggiore a quello di tanti libri di storia". (Michele Gottardi, 'Segnocinema', settembre / ottobre 2000)