Alcuni ragazzi, che hanno perduto i genitori, periti nei bombardamenti, durante la guerra, vivono insieme nello scantinato d'un palazzo in rovina, vigilati da un vecchio portiere. Per la caduta casuale di qualche mattone si forma nella parte interna dello scantinato una breccia, attraverso la quale il più piccolo dei ragazzi, soprannominato "Virgola", penetra nella cantina vicina, dove sono accatastate alcune casse, piene di biglietti da mille. Si tratta del tesoro d'un gruppo di spie, che hanno dovuto sloggiare precipitosamente in seguito alle vicende belliche. Per disporre del denaro senza destar sospetti, i ragazzi si servono d'un intermediario: un giovinastro, ch'è riuscito ad avere la loro fiducia. Questi, in un primo momento, pensa di derubarli; ma poi l'ingenua confidenza dei ragazzi e dei buoni consigli d'una brava figliola, della quale il giovanotto è innamorato, esercitano una benefica influenza sull'animo suo. Egli diventa il protettore e l'economo dei ragazzi e li difende dalle ruberie di suoi ex amici. Quando la polizia s'immischia nella faccenda, anche il protettore viene arrestato; ma ben presto verrà rilasciato e potrà sposare la fanciulla del suo cuore, mentre i ragazzi verranno sistemati convenientemente.
SCHEDA FILM
Regia: Carlo Borghesio
Attori: Rossana Podestà - Lisa, Virgilio Riento - Cecco, Jacques Sernas - Mario, Nico Pepe - Giuseppe, Beniamino Maggio, Enzo Cerusico - Il Capo, Nicola Gallo - Ta-Ta', Giampiero Sciommari - Sonno, Marisa Merlini - Gianna, Giancarlo Nicotra, Ciccio Jacono - Carnera
Soggetto: Luigi Bonelli
Sceneggiatura: Carlo Borghesio, Leo Benvenuti, Mario Amendola, Ennio De Concini, Sandro Continenza
Fotografia: Vincenzo Seratrice
Musiche: Nino Rota
Montaggio: Rolando Benedetti
Scenografia: Luigi Ricci
Genere: DRAMMATICO
Produzione: EPOCA FILM - DRAGO FILM
NOTE
IL FILM A VINTO UN PREMIIO A VENEZIA, NELL'AMBITO DEL FESTIVAL PER RAGAZZI.
CRITICA
"Destinato prevalentemente ad un pubblico di ragazzi e perciò di limitate possibilità commerciali, questo film del torinese Borghesio si raccomanda per la garbata e diligente realizzazione e per l'interpretazione sorvegliata [...]". (A. Albertazzi, "Intermezzo", n. 21 del 15/11/1952)