Dimesso dal carcere per reati di scarso rilievo, il giovane Nino Esposito riceve da Don Vito, il boss della camorra di Procida, un dono assolutamente inaspettato: una vecchia paranza riattata apposta per lui. Pertanto Nino si installa in una baracca vicina al mare insieme a Masaniello, un orfano settenne figlio di una prostituta locale a lui legato da vivo affetto e, ingaggiati alcuni aiutanti, riprende il lavoro. E' innamorato di Maruzzella, la giovanissima figlia del capo sindacalista dei pescatori dell'isola, il quale peraltro non ha alcuna voglia di dargliela in moglie. Una denuncia fatta arrivare alle Autorità toglie a Nino la cura del bambino, che verrà ospitato in un Istituto di suore. Ma Masaniello fugge in una note tempestosa e verrà tenuto nascosto da Nino sulla barca. Intanto Don Vito chiede a questi di tagliare in mare tutte le reti dei vari battelli, onde avere un bel tratto di mare libero a sua disposizione per i loschi traffici (droga) in cui è implicato. Esposito oppone un netto rifiuto ed il boss gli fa minare la barca. Liberato coraggiosamente il bambino, Nino lancia la barca contro il battello di Don Vito e lo fa saltare in aria. Come ricompensa, Nino ottiene la mano di Maruzzella e in dono dai pescatori un battello nuovo, oltre che l'affidamento dell'amatissimo Masaniello.
SCHEDA FILM
Regia: Nino D'Angelo
Attori: Nino D'Angelo - Nino Esposito, Roberta Olivieri - Maruzzella, Gabriele Tinti, Tommaso Paladino, Gabriella Di Luzio, Rick Battaglia, Bombolo , Marco Vivio, Stefania Ventura, Vittorio La Rosa, Olga Gardenia, Silvana Carucci
Soggetto: Nino D'Angelo, Francesco Calabrese
Sceneggiatura: Francesco Calabrese, Nino D'Angelo, Piero Regnoli
Fotografia: Giancarlo Ferrando
Musiche: Franco Chiaravalle, Nino D'Angelo
Montaggio: Carlo Broglio
Scenografia: Francesco Calabrese
Costumi: Luciana Morosetti
Durata: 91
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Produzione: GLORIA CINEMATOGRAFICA
Distribuzione: TITANUS - VIDEOGRAM, NUMBER ONE VIDEO
CRITICA
"Siamo a Procida, dove Nino Esposito vive la sua quotidiana fatica di pescatore per non far mancare nulla a Masaniello, figlio adottivo, e coltivando il sogno di avere una paranza e sposare Maruzzella, la più bella ragazza dell'isola. (...) Amore e dramma con classico happy end in questa sceneggiata napoletana che trasuda toni melodrammatici, alla strappalacrime. Le atmosfere ricordano Mario Merola, ma Nino D'Angelo - che ha interpretato, diretto e 'canorizzato' il film - punta più verso effetti tipo fotoromanzo assecondato dai personaggi della storia." ('Il Tempo', 24 Novembre 1986)
"D'Angelo debutta in regia, per la defezione di Laurenti finora partner fidato, e il suo buco non è totale. L'ex-gelataio è riuscito ad agganciare il pubblico teenager grazie a una sorta di sceneggiata-dance, da discoteca: ora vira sul classico con una storia non solo canora e sentimentale. Nino Esposito, vaso di coccio tra malavita e pescatori ribelli, diventa l'eroe della sua isola quando sbaraglia la banda di Don Vito, che minaccia l'incolumità della sua adorata Maruzzella (sì, proprio come il tonno). In più dimostra gran spirito paterno salvando dall'ospizio il piccolo Masaniello, rimasto orfano dopo la morte del babbo pescatore. Appesantito dalla fastidiosa presenza di Bombolo, 'Giuro che ti amo' è una piccola pietra che si aggiunge all'edificio della napoletanità verace. D'Angelo, reduce dall'Olympia di Parigi, chiama a raccolta natalizia il pubblico dei fedelissimi: si rivedono la bionda Roberta Olivieri e il piccolo Marco Vivio, protagonista di fortunati sceneggiati tv." ('Il Giorno', 23 Dicembre 1986)
"Questa volta il biondo prim'attore e cantante della sceneggiata partenopea, Nino D'Angelo, oltre a riservarsi il ruolo da protagonista è passato nientemeno che dietro la macchina da presa per la sua opera prima in linea, come genere, con tutte le altre da lui interpretate con successo popolare a esempio: 'Lo studente', 'Un jeans e una maglietta', 'Uno scugnizzo a New York'. (...) Prodotto semplice e pulito, il filmetto privo di volgarità accontenta la platea di fans e, senza infamia e senza lode, con qualche divertente intermezzo meno edificante del contesto affidato alla orrida maschera di Bombolo, propina canzoni ('Giuro che ti amo' è il leit motiv) lacrime e sorrisi da fotoromanzo anni Cinquanta." ('Il Corriere della Sera', 29 Dicembre 1986)