Giraffada

GERMANIA 2013
Palestina. Il veterinario Yacine lavora nel giardino zoologico di Qalqilya, nel West Bank, e vive con il figlio Ziad, un bambino di 10 anni che ha stretto uno speciale legame con la coppia di giraffe presenti nello zoo. Durante un attacco aereo israeliano, la giraffa maschio viene uccisa e, dopo il drammatico evento, la sua compagna Rita pian piano inizia a lasciarsi andare per il dolore. Per evitare che l'animale si lasci morire è necessario recuperare un altro esemplare maschio, ma l'unico posto dove è possibile trovarne uno è il Ramat Gan Safari Park di Tel Aviv...
SCHEDA FILM

Regia: Rani Massalha

Attori: Saleh Bakri - Yacine, Laure de Clermont-Tonnerre - Laura, Roschdy Zem - Yohav Alon, Ahmed Bayatra - Ziad, Mohammad Bakri - Hassan, Loutof Nuweiser - Marwan

Sceneggiatura: Xavier Nemo, Rani Massalha - adattamento

Fotografia: Manuel Teran

Musiche: Benjamin Grospiron

Montaggio: Carlotta Cristiani

Scenografia: Yoël Herzberg

Durata: 85

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: MACT PRODUCTIONS, HEIMATFILM, LUMIÈRE & CO

Distribuzione: VISIONARIA (2014)

Data uscita: 2014-05-29

TRAILER
CRITICA
"Un film palestinese tosto e univoco da un lato nel dichiarare le proprie ragioni e nel mostrare i disastri umani del Muro, ma dall'altro intriso di un sentimento fiabesco, un po' irreale, tanto che l'autore gioca la metafora con gli animali, in questo caso una giraffa in crisi di compagnia per colpa di missili israeliani (...). Sospeso tra sprazzi di realismo e momenti lirici, Massalha racconta una sua mini intifada tra didascalismo militante e la voglia di fuggire altrove nella complicità di un generico sentimentalismo da mélo disneyano." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 5 giugno 2014)

"'Giraffada' trae spunto da un fatto incredibilmente vero avvenuto nel 2003 in una cittadina della Cisgiordania, Qalgilya, situata a ridosso del Muro eretto da Israele: quello su cui nella recente visita Papa Francesco ha poggiato commosso la testa. (...). Accattivante e surreale, l'idea poteva rappresentare un modo originale di raccontare l'oppressiva situazione dei territori occupati, ma Rani Massalha, regista palestinese che vive in Francia, non ha il dono delle sfumature: i protagonisti non possiedono abbastanza spessore, i personaggi di contorno restano confinati nel cliché, c'è una figura di giornalista francese che è assai poco convincente; e quanto agli israeliani (un'eccezione a parte) sono tutti cattivi e antipatici." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 29 maggio 2014)

"Rani Massalha ha lavorato di fino (...) dando particolare rilievo agli atteggiamenti e alla psicologia in apparenza serena ma sempre segretamente tormentata del padre, facendo anche in modo che i luoghi che lo circondano abbiano sempre una loro evidenza precisa, a cominciare da quel Muro che spesso incombe, cui si aggiunge quel contesto difficile che a me ha ricordato i passaggi sempre ansiosi attraverso il Check Point Charlie, da Berlino Ovest a Berlino Est. Qui, forse, con accenti un po' manichei nella descrizione dei militari israeliani, tutti feroci, tutti cattivissimi... Il protagonista è l'attore palestinese di nazionalità israeliana Saleh Bakri, molto apprezzato l'altr'anno anche in un nostro film, 'Salvo', di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo - Roma', 29 maggio 2014)

"Merita il Premio della Bontà questo dignitoso film che invita alla fratellanza. (...) Il tono è lieve, la storiellina regge, la noia è limitata: ma perché scegliere un bambino così brutto?" (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 29 maggio 2014)