Un assistente di volo americano unisce le sue forze a quelle di un investigatore italiano per andare alla ricerca di sua sorella, rapita da un serial killer che si fa chiamare 'Giallo'.
SCHEDA FILM
Regia: Dario Argento
Attori: Adrien Brody - Ispettore Enzo Avolfi, Emmanuelle Seigner - Linda, Elsa Pataky - Celine, Robert Miano - Ispettore Mori, Byron Deidra - Giallo, Daniela Fazzolari - Sophia, Valentina Izumi - Keiko, Luis Molteni - Sal, Taiyo Yamanouchi - Toshi
Soggetto: Jim Agnew, Sean Keller, Dario Argento - collaborazione
Sceneggiatura: Jim Agnew, Sean Keller, Dario Argento - collaborazione
Fotografia: Frederic Fasano
Musiche: Marco Werba
Montaggio: Roberto Silvi
Scenografia: Davide Bassan
Costumi: Stefania Svizzeretto
Effetti: Sergio Stivaletti
Suono: Roberto Sestito
Aiuto regia: Roy Bava
Altri titoli:
Giallo
Durata: 92
Colore: C
Genere: GIALLO
Specifiche tecniche: 35 MM
Produzione: HANNIBAL PICTURES, OPERA FILM
Distribuzione: DVD: DALL'ANGELO PICTURES (2010) - LUMIERE GROUP (2011)
Data uscita: 2011-07-01
TRAILER
NOTE
- HA RICEVUTO IL SOSTEGNO DELLA FILM COMMISSION TORINO PIEMONTE.
- TRA I PRODUTTORI ESECUTIVI FIGURANO ANCHE CLAUDIO ARGENTO E ADRIEN BRODY.
- IL FILM (USCITO IN DVD E BLU-RAY GIA' NEL 2010, CON IL TITOLO "GIALLO") E' STATO DISTRIBUITO NELLE SALE DALLA LUMIERE GROUP DOPO LA RISOLUZIONE DELLA CAUSA INTERNAZIONALE INTENTATA CONTRO LA PRODUZIONE DALL'ATTORE ADRIEN BRODY, PER IL RECUPERO DI UNA SOMMA DI DENARO.
CRITICA
"E' il nuovo (si fa per dire: progetto martoriato, è già uscito in dvd a novembre) thriller di Dario Argento, ma non è una buona notizia: sceneggiatura a tirar via, regia dimentica dell'Argento-touch e suspense in libera uscita, con attori altisonanti quanto involuti. Si salva qualche scorcio della 'sua' città, qualche nota della colonna sonora di Marco Werba, ma sono scogli in un mare magnum di involontario nonsense, con derive stracult: «Sei brutto!», grida la vittima all'assassino. Giallo ottone." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 30 giugno 2011)
"Il titolo è parzialmente cambiato a giudicare dal poster: non più 'Giallo' ma 'Giallo/Argento' (Il capolavoro di Dario Argento) e sgangheratissimo richiamo-sagoma dei telefilm mutilazioni, 'Alfred Hitchcock presenta', sia sul flano che nella voce del trailer (sembra proprio quella di Paolo Lombardi). Se vi era sfuggito questo tardo Argento-movie al di sotto degli standard, girato più di tre anni fa e funestato da infinite difficoltà produttive, dal primo luglio lo potete recuperare. Ci sono grandi battaglie emotive nel (ri)vedere 'Giallo'. (...) In mezzo a tante paure tautologiche, a Benigni, Moretti, De Gregori, Celentano, Citti, la Carrà, Dario Argento rimane immenso, elevando le pulsioni della sua estetica horror ad artigianato shock del subconscio, a cardiogramma feroce di cento succedanei e centouno cuori bolliti d'amore. Da questo punto di vista, Argento, con tutti i difetti dell'ultima produzione, resta un genio invisibile, un bambino che nella sua vita cinematografica ha migliorato le coscienze interiori di ognuno di noi. Dario Argento è anche il motivo per cui psicologi e critici hanno ancora la sensazione di esistere (per tanti motivi, senza riuscirci). Non a caso, i personaggi di 'Giallo' possiedono tutti qualcosa di freudianamente irrisolto nella loro infanzia, e un po' come il grande demiurgo raramente tornano nei luoghi in cui sono stati da bambini, se non con la memoria." (Filippo Brunamonti, 'Il Manifesto', 1 luglio 2011)
"Film con un premio Oscar (Brody) e un regista/culto (Argento), eppure arriva nel cinema 8 mesi dopo l'uscita in dvd per di più in estate, tra i saldi di stagione. Non è l'Argento migliore." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 1 luglio 2011)
"Spiacerà a chi in ogni giallo di Argento, anche nei più scarsi, ha sempre trovato almeno un paio di sequenze da mandare memoria. Ma qui proprio niente. Stupisce che 'Giallo' sia arrivato nei cinema dopo un passaggio nient'affatto sensazionale in dvd." (Giorgio Carbone, 'Libero', 1 luglio 2011)
"Di capolavoro neanche a parlarne, però chi ama il genere potrà divertirsi a rintracciare le stimmate di un autore che ha sempre lavorato sui temi della paura e gli artifici della suspense. Solo che Argento, a differenza dei coevi Romero, Carpenter o Craven, sembra cristallizzato in un cinema usurato dalla ripetizione, stilisticamente stanco, intriso di ossessioni più esibite che vissute. Vero è che Dario 'Psyco' Argento diffida dell'analisi, benché maneggi incubi, rimossi e pulsioni. (...) Un film nato male e finito peggio, nonostante il budget di tutto rispetto: 14 milioni di dollari. (...) Si può capire perché l'attore inglese, premio Oscar per 'Il pianista', si sia arrabbiato tanto col produttore insolvente, tal Richard Rionda Del Castro. In 'Giallo/Argento' interpreta addirittura due personaggi, ma non sono la stessa persona: il tormentato poliziotto col pizzetto come Adrien Brody, l'irriconoscibile killer capellone come Byron Deidra. Lo sdoppiamento mattatoriale in verità aggiunge poco a un film ampiamente stroncato dalla critica, perfino con toni eccessivi, girato da Argento senza particolare estro, seguendo la periclitante sceneggiatura di Jim Agnew e Sean Keller. Sull'ambiguo rapporto tra preda e cacciatore aveva già detto tutto 'Corda tesa' con Clint Eastwood." (Michele Anselmi, 'Il Riformista', 1 luglio 2011)
"Realizzato nel 2008/2009, dopo una serie di traversie produttive, e già approdato sul mercato dell'home video, esce sugli schermi 'Giallo', la più recente 'fatica' di Dario Argento, ma con il nuovo titolo 'Giallo/Argento'. (...) La struttura narrativa di 'Giallo/Argento' si rivela incerta, labile, semplicistica. «Banale» è stata poi definita l'impaginazione scenica, per nulla contraddistinta dai virtuosismi linguistici, dalla 'scrittura visiva' di 'L'uccello dalle piume di cristallo', di 'Il gatto a nove code', di '4 mosche di velluto grigio' e di 'Profondo rosso'. In 'Giallo/Argento' non v'è traccia di quelle soluzioni di regia esaltate e potenziate dal montaggio e dall'impiego del sonoro, soluzioni che alimentavano i meccanismi di una forte valenza tensionale. Nel film si snoda un anonimo ordinario racconto, che, popolato da personaggi bozzettistici, spazia, purtroppo senza significativi risultati, dal thriller, al noir, all'horror. Una «favola nera» piuttosto televisiva nella confezione e nell'impostazione, segnata da scelte espositive non aggiornate a quelle del linguaggio audiovisivo attuale, maggiormente articolato e intrigante." (Achille Frezzato, 'L'Eco di Bergamo', 1 luglio 2011)