Il giovane Renè, accusato di avere ucciso la zia, è difeso da Solange, un'avvocatessa che cerca di venire a capo del sottile gioco psicologico condotto da parte della vittima per più di dieci anni. Solange capisce che Jeanne, la zia, non intendeva solo studiare l'evoluzione di una tendenza omicida in atto nel ragazzo ma anche provare una controversa teoria sugli stimoli al delitto nell'età infantile. Durante le indagini, nella mente del ragazzo Solange si sovrappone alla zia morta, mentre Solange a sua volta comincia a vedere in lui il proprio figlio morto in un incidente di macchina. Nonostante gli ostacoli posti da Didier, membro della società psicanalitica, la difesa di Solange ha successo. Renè viene rilasciato, i due si innamorano e cominciano a vivere insieme. Renè però ricomincia ad avvertire la tendenza criminale. La loro vita diventa impossibile, e Solange alla fine lo uccide.
SCHEDA FILM
Regia: Raúl Ruiz
Attori: Catherine Deneuve - Jeanne/Solange, Michel Piccoli - Georges, Melvil Poupad - Andrzej, Andrzej Seweryn - Christian, Bernadette Lafont - Esther, Monique Mélinand - Louise, Hubert Saint-Macary - Verret, Jean-Yves Gautier - Mathieu, Mathieu Amalric - Yves, Camila Mora - Soledad, Patrick Modiano - Bob, Patrick Badin - L'avvocato, Brigitte Sy - Jeanne
Soggetto: Raúl Ruiz, Pascal Bonitzer
Sceneggiatura: Raúl Ruiz, Pascal Bonitzer
Fotografia: Stefan Ivanov
Musiche: Jorge Arriagada
Montaggio: Valeria Sarmiento
Scenografia: Solange Zeitoun, Luc Chalon
Costumi: Elisabeth Tavernier
Altri titoli:
Genealogias de um Crime
Genealogies of a Crime
Durata: 113
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: CANAL +, CNC, GEMINI FILMS, MANDRAGOA FILMES, PROCIREP
Distribuzione: MIKADO - BUENA VISTA HOME ENTERTAINMENT
NOTE
- REVISIONE MINISTERO AGOSTO 1997.
CRITICA
"Un'apparente originalità caratterizza 'Genealogia di un crimine', scritto da Ruiz con Pascal Bonitzer in un tentativo di rendere fruibile il suo cinema a livello di complotto psicopoliziesco. (...) 'Genealogia di un crimine' sarebbe un film accettabile se fosse più spiritoso; e se gli interpreti, la Deneuve in testa, vi figurassero meglio". (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 18 settembre 1997)