Lars, un militare di carriera, convinto avversario di extracomunitari e omosessuali, decide di lasciare l'esercito e unirsi a un gruppo di matrice neonazista impegnato in violenti raid notturni contro i presunti 'nemici'. L'apprendistato nel nuovo gruppo è duro e impegnativo e Lars viene affiancato da Jimmy, scelto dai suoi 'compagni' per tenerlo d'occhio, testare le sue convinzioni e verificarne l'affidabilità. Imprevedibilmente, tra Lars e Jimmy scocca la scintilla e i due uomini si ritrovano a vivere un amore che devono però in ogni modo tenere segreto. Davanti ad entrambi si profila un terribile dilemma: tradire l'ideologia o il sentimento che provano l'uno per l'altro...
SCHEDA FILM
Regia: Nicolo Donato
Attori: Thure Lindhardt - Lars, David Dencik - Jimmy, Nicolas Bro - Michael, Claus Flygare - Ebbe, Hanne Hedelund - Madre, Lars Simonsen - Padre, Morten Holst - Patrick, Signe Egholm Olsen - Karina, Jon Lange - Bo, Anders Heinrichsen - Lasse, Peter Plaugborg - Il sergente, Johannes Lassen - Kenneth, Martin Metz - Jonas, Sophie Louise Lauring - Sygeplejerske, Michael Grønnemose - Laust, Mads Rømer - Kim
Soggetto: Rasmus Birch, Nicolo Donato
Sceneggiatura: Rasmus Birch, Nicolo Donato
Fotografia: Laust Trier-Mørch
Musiche: Simon Brenting, Jesper Mechlenburg
Montaggio: Bodil Kjærhauge
Scenografia: Thomas Ravn
Costumi: Ole Kofoed
Altri titoli:
Brotherhood
Durata: 90
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM
Produzione: PER HOLST PER ASTA FILM, THURE LINDHARDT, DAVID DENCIK, NICOLAS BRO PER FILM I VÄST, CON IL SOSTEGNO DI THE DANISH FILM INSTITUTE, FILM FYN
Distribuzione: LUCKY RED (2010)
Data uscita: 2010-07-02
TRAILER
NOTE
- MARC'AURELIO D'ORO COME MIGLIOR FILM E FARFALLA D'ORO (AGISCUOLA) ALLA IV EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (2009).
CRITICA
"Se sei un neonazi che passa le notti a bastonare i gay, cosa succede quando ti scopri gay? Non si sa quanti degli energumeni italiani che negli ultimi tempi hanno aggredito omosessuali, lo facciano, come sostengono alcuni psicologi, nel dubbio di esserlo loro stessi. Ma intanto arriva al Festival di Roma 'Brotherhood', fratellanza, il primo film del regista danese (di origine italiana) Nicolo Donato, un melodramma sentimentale e feroce tra i duri maschi del DNSB, il movimento che s'ispira al nazionalsocialismo nella libera, democratica e sempre meno ospitale Danimarca. La passione proibita, un genere che alimenta tanta letteratura e cinema, non sa più dove aggrapparsi, essendo ormai quasi tutto permesso, tranne ciò che (ancora) costituisce reato. Ma se una coppia gay, che in altri contesti è come tutte le altre la collochi invece tra omacci razzisti che dan fuoco ai quartieri dei pakistani ma gli fanno più orrore quelli che chiamano froci, ecco che si ricupera1'Amore Impossibile e anche omnina vincit amor, che piace sempre." (Natalia Aspesi, 'la Repubblica', 22 ottobre 2009)
"L'applauso scattato alla fine segnala che il critico collettivo ha capito il messaggio e lo approva. Era già chiaro dopo le prime scene di questo melodramma tra neonazisti. Un soldato lascia l'esercito (i commilitoni lo hanno accusato di molestie) e finisce in un gruppo di notte picchia i pachistani e i gay. Si innamora del suo mentore, tra una pagina di 'Mein Kampf' e una nuotata senza costume alla luce della luna. La coppietta finisce malissimo." (Maria Rosa Mancuso, 'Il Foglio', 22 ottobre 2009)
"Tutte opposte le scelte estetiche del regista di 'Broderskab' (fratellanza, confraternita), il danese Nicolo Donato. Per raccontare la passione omosessuale che si accende tra due membri di un gruppo naziskin, sceglie immagini dirette e coinvolgenti (sia per i pestaggi sia per le scene di sesso), preoccupato di giocare soprattutto con l'emotività dello spettatore più che di spiegare i comportamenti dei suoi personaggi. È un cinema più immediato, che può facilmente affascinare per lo choc delle scene (e Donato non ci risparmia niente) ma che finisce per lasciare molte domande senza risposta, a cominciare dalla reazione dei due protagonisti di fronte alla scoperta della loro omosessualità." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 22 ottobre 2009)
"Ormai il cinema rende positivi assassini seriali ed extra-terrestri, vampiri e licantropi. Restano negativi pedofili e berlusconiani, mentre i nazisti si sono emancipati, specie se pentiti ('American History X') o innamorati gayamente, come in 'Brotherhood' ('Fratellanza') di Nicolò Donato. (...) Nazisti non-gay e gay non-nazisti s'astengano." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 2 luglio 2010)
"Nicolo Donato (senza l'accento su 'Nicolo') è un paisà danese, di origini siciliane, che non parla una parola di italiano. È nato (neI 1974) e cresciuto in Danimarca, beato lui e ha studiato cinema in un paese che da 10-15 anni, grazie a Lars Von Trier e ad altri autori combattivi, si è imposto come una realtà emergente nella mappa del cinema mondiale 'Brotherhood' ('Fratellanza') è il film che ha vinto, nell'indifferenza generale, il festival di Roma nel 2009. Non è un capolavoro, per le cinematografie del Nord-Europa è un film 'normale': però un'opera interessante, su un tema forte e attuale, il che la dice lunga sullo stato dell'arte in quel pezzo di mondo, 'Brotherhood' è, parola del regista, 'la storia di un amore pericoloso'. (...) Film duro, aspro, non privo di stereotipi. Opera prima: avercene." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 2 luglio 2010)
"Quasi un film diviso a metà: la vicenda amorosa è ben fatta, emozionante ed erotica; l'ambiente neonazista, più prevedibile e piatto, illustra violenza e intolleranza. I protagonisti sono bravi, il regista lascia sperare un buon avvenire." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 2 luglio 2010)
"Due cuori e una condanna. Gay all'ombra della svastica. Nazisti ma con l'anima. Oppure: dopo i cowboy omosex di 'Brokeback Mountain', ecco i neonazi innamorati di 'Brotherhood'. Eccetera eccetera. Premiato col Marc'Aurelio d'oro all'ultimo Festival di Roma, l'esordio del giovane danese di origini italiane Nicolo Donato rischia di restare preso tra due fuochi. Da un lato un soggetto talmente forte da mettere in ombra le qualità vere del film. Dall'altro la diffidenza a priori (e tutt'altro che ingiustificata, va detto) per tutto ciò che sa di sensazionalismo. In mezzo, ostaggio di preconcetti e cliché, un film secco, duro, documentato, che schiva le seduzioni più facili del tema anche se poi si ferma un po' a metà. Il conflitto di fondo è abbastanza elementare, ma non per questo meno vero. (...) Curiosa coincidenza: sul fascino che i naziskin esercitano sui giovanissimi sottoproletari aveva già detto tutto, infinitamente meglio, un altro film che vinse proprio a Roma nel 2006, 'This is England' di Shane Meadows. Purtroppo nessuno, lo ha fatto uscire in Italia. Ma siamo certi che non è affatto invecchiato." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 2 luglio 2010)
"Tragedia un po' greca e un po' shakespeariana, melodramma (poco) erotico e antieroico alla Ang Lee, film politico moderno, 'Fratellanza- Brotherhood', è un po' tutto questo. Con qualche piccola discontinuità e un'intensità intermittente rispetto ai modelli. Nicolo Donato, con alcune trascurabili sbavature, si impelaga in un argomento difficile impiantandovi una storia rischiosa. Che parla di morale pubblica, intima e politica, senza moralismi, che va a toccare nervi scoperti nel nostro mondo razzista e terrorizzato. L'amore gay ai tempi del neonazismo, attraverso una serie di sguardi laterali su una società frammentata. (...) Donato ha il merito di mostrarci una realtà preoccupante in Europa senza rifilarci il polpettone sociopolitico, con un melodramma sentimentale mai fine a se stesso. Un film, una storia, che impattano violentemente contro i pregiudizi di tutti, da una parte e dall'altra. L'amore diverso e possibile alberga anche nei cuori neri e fa male a tutti (ri)conoscerlo. Donato ha rischiato aggressioni politiche (e fisiche), ma non si è fermato. A farlo ci pensa per la solita ridicola censura italiana. Che proibisce ai minorenni la visione per una scelta etica, visto che la scena di sesso, pur passionale, è castissima, e la violenza, pur dura, è ben al di sotto di molti prodotti delle major. Il film è distribuito da Lucky Red, che già con Il grande capo di Von Trier pagò una scena di sesso anale solo paventata." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 2 luglio 2010)
"C'è qualcosa di molto fastidioso - e non in modo interessante - nel film di Nicolo Donati vincitore allo scorso festival di Roma. Non è certo il tema, giovani neonazi europei aizzati contro migranti e omosessuali non peggiori di tanti nostri politici al governo che lanciano proclami xenofobi e omofobi. No, ciò che irrita in questo film è il tono ipocrita di chi sceglie un soggetto più per il suo possibile impatto 'spettacolare' (?) che per indagare conflitti e riflessioni umane. 'Brotherhood' cioè fratellanza, una comunione di intenti, obiettivi, solidarietà che lega dei maschi affiliati in questo caso a un gruppo neonazista. (...) E anche se stanno vivendo una condizione in aperta frattura rispetto all'ideologia affermata, tutto ciò nel film di Donati non produce nulla, solo conversazioni sui nazisti omosessuali del passato per questo eliminati da Hitler. Si può essere nazi e gay, ovvio, ce lo ha spiegato Rosa Von Praunheim, icona del cinema oltre il 'gender' nel suo doc dedicato a Michael Kuhnen, leader neonazista tedesco morto di aids negli anni '80 ('Heroes Gay'). Solo che qui a parte tormento&estasi un po' stucchevole non si apre nessuna lacerazione, in questo rapporto impossibile tra scoperta di sé e fantasma della virilità di razza, anzi la componente neonazista finisce quasi per diventare un remoto sfondo. La sola cosa che sembra suggerirci Donati è la natura collettiva omoerotica dei gruppi maschili vedi filosofia dello spogliatoio negata, soffocata, anch'essa per frustrazione. Ecco qua: si è nazi perché repressi. Il resto è accessorio." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 02/07/2010)