Il giovane Nebbia, arrivato da poco tempo a Milano, si aggira nella periferia desolata delle fabbriche abbandonate che assimilano la città a un gelido deserto metropolitano dove non può albergare altro che solitudine e rabbia. Ma Nebbia è molto pacato, ha un modo di parlare misurato, è rimasto integro e questo rende le sue scelte inconsuete ancora più rilevanti. Il ragazzo scrive poesie sui muri e in questo modo incontra altri come lui. Sembra che insieme sia possibile far emergere emozioni e passioni liberatorie ma tutto si infrange contro una comunità che si trasforma diventando, se possibile, ancora più cinica e disumana.
SCHEDA FILM
Regia: Marina Spada
Attori: Antonetta Capriglione - Tetra, Massimo Giovara - Nico, Davide Russo - Nebbia, Enzo Paci - Franco, Silvia Gallerano - Monica
Sceneggiatura: Maria Grazia Perria, Marco Philopat, Marina Spada
Fotografia: Roberto Barbierato
Musiche: Eraldo Bernocchi
Montaggio: Sabrina Foti
Scenografia: Fabrizio Longo
Durata: 90
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: DANIELE MAGGIONI E MARIO CASTAGNA PER FORZA CANI ASSOCIAZIONE CULTURALE
NOTE
- FINANZIATO COLLETTIVAMENTE ATTRAVERSO UNA SOTTOSCRIZIONE LANCIATA SU INTERNET NEL FEBBRAIO 2000, QUESTO FILM È STATO REALIZZATO DA UN GRUPPO DI PROFESSIONISTI E NON, CHE HA DECISO DI ASSOCIARSI PARTECIPANDO GRATUITAMENTE NEI RITAGLI DI TEMPO A TUTTE LE FASI DEL PROGETTO DURANTE I QUATTRO MESI DI LAVORAZIONE. ALLA FINE, 78 SONO STATI I PRODUTTORI E 138 I COPRODUTTORI. IL FILM, GIRATO IN DIGITALE, E' COSTATO CIRCA 100 MILIONI.
- IL FILM, CIRCOLATO NEL CIRCUITO ALTERNATIVO DEI CENTRI SOCIALI, NEL 2002 E' USCITO IN VHS ACCOMPAGNATO DA UN LIBRO CURATO DA MATTEO SCALFAROTTO. UN PACCHETTO EDITO DALLA SHAKE EDIZIONI UNDERGROUND.
- IL TITOLO VIENE DA UNA POESIA DI NANNI BALESTRINI, CITATA NEI TITOLI DI CODA.
CRITICA
Dalle note di regia: "All'inizio avevo pensato di girare in 16 millimetri e con la macchina a mano. Poi è arrivata la soluzione del digitale e comunque oggi penso che il film lo avrei fatto allo stesso modo anche coi finanziamenti statali, non poteva essere che così. (...) Volevamo mostrare Milano come una città di frontiera, fuori dalla patina finta in cui è racchiusa. (...) I ragazzi del film si muovono sul confine che c'è tra ribelle e rivoluzionario, chi ha il fiato corto e chi invece investe la propria rabbia in un progetto. Nebbia cerca di vivere in maniera naturale, rifiuta un'identità che si determina in relazione alle marche."
"Ora è uscito in cassetta accompagnato da un libro (...) dove nei diversi interventi - tra i quali quello della stessa Marina Spada e di Philopat - si cerca di mettere un po' a fuoco il senso dell'operazione. Che, appunto, è un esempio concreto di indipendenza mentale divenuta forma produttiva a cominciare dall'uso lucido del digitale, mezzo leggero per i costi, per la possibilità di girare con una troupe ridotta ma soprattutto punto di partenza per una costruzione politica dell'immagine che è racconto emozionale, realtà contemporanea, ricerca esasperata di scrittura." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 27 novembre 2002)
"Film politico, non solo perché militante o riconducibile alla geografia culturale dei movimenti e dei centri sociali, ma soprattutto perché ha imboccato la strada di un esperimento che sovverte i modi di pensare, fare e produrre cinema. Girato ovviamente in digitale e mai trasferito su pellicola, storia urbana di una Milano periferica, livida e incazzata, il film non è mai stato distribuito nelle sale. Eppure l'hanno visto in molti. Dopo l'anteprima a Filmmaker, è circolato tra centri sociali e situazioni non "istituzionali", aggirando ancora una volta le barriere e le logiche del sistema distributivo e dei suoi colossi monopolizzanti. Da quei percorsi underground e alla faccia dei trionfanti multisala, ostinato Forza cani ora balza nel mercato dell'home video."
(Sara Chiappori, 'la Repubblica', 9 gennaio2003)
"Un film, volendo, si può fare anche senza soldi. Al manifesto poetico firmato da Nebbia - il protagonista di Forza Cani - nel marzo del 2000, si somma, a cose fatte, un manifesto empirico, autoprodotto dalla genesi esemplare del lavoro cinematografico. "Bisogna smettere di fare film politici per fare politicamente i film" dichiarava il Godard quotato dal collettivo della Associazione culturale Forza Cani nel testo d'apertura del libro - ricco di contributi, a cura di Matteo Scalfarotto - che accompagna il film (Shake Edizioni Underground, 2002). Ed è sul crinale tracciato dal maestro francese che si inserisce il film, realizzato politicamente proprio a partire dai mezzi. Ad avere l'idea è stata la regista, Marina Spada, ispirata dal romanzo di Marco Philopat Costretti a sanguinare, e dalle mani di Marina e di Marco è nato il soggetto. La prima versione della sceneggiatura, pronta nel '99, è quella che viene respinta dal ministero dei Beni culturali." (Simona Caleo, 'L'ostile', aprile 2003)