Forever Blues

ITALIA 2005
In una sonnolenta cittadina di provincia, due anime solitarie si incontrano e si scambiano aiuto reciproco. Luca è un maturo trombettista jazz che si esibisce in un locale fumoso, Marco è un bambino malato di autismo che ha chiuso le porte al mondo e vive in uno stato di completo isolamento. Per una serie di circostanze, i due passano insieme un breve lasso di tempo in cui il bambino impara ad assaporare alcune gioie della vita mentre l'adulto ha finalmente qualcuno a cui trasmettere le proprie esperienze. Un tragico avvenimento scuoterà il piccolo dal suo torpore e l'avventura vissuta insieme a Luca segnerà per sempre la sua vita portandolo a seguire le orme dell'amico...
SCHEDA FILM

Regia: Franco Nero

Attori: Franco Nero - Luca, Daniel Piamonti - Marco bambino, Paola Saluzzi - Sara, Robert Madison - Marco adulto, Minnie Minoprio - Anna, Valentina Mezzacappa - Laura, Clive Riche - Cercatore della luce, Matt Pratesi - Walter, Guia Quaranta - Barbara, Massimo Tellini - Molestatore, Lauren Weiss - Dottoressa, Emiliana Rizzo - Infermiera

Soggetto: Enrico Bernard

Sceneggiatura: Lorenzo De Luca, Enrico Bernard, Franco Nero

Fotografia: Giovanni Cavallini

Musiche: Lino Patruno

Montaggio: Alberto Moriano

Scenografia: Claudio Cosentino

Costumi: Donato Citro

Durata: 90

Colore: C

Genere: DRAMMATICO MUSICALE

Specifiche tecniche: 35 MM

Tratto da: testo teatrale di Enrico Bernard

Produzione: FRANCO NERO PER FACTORY FILM, RAI CINEMA

Distribuzione: MOVIEMAX (2006)

Data uscita: 2006-03-17

NOTE
- IL BRANO "FOREVER BLUES" DI LINO PATRUNO E' CANDIDATO AL DAVID DI DONATELLO 2006 COME MIGLIOR CANZONE ORIGINALE.
CRITICA
"'Forever Blues', prodotto e diretto da Franco Nero, indaga il rapporto fra un bambino e un adulto, quando sono assolutamente liberi da parentele. E scandisce le ore che i due passano insieme con le impagabili musiche di Lino Patruno, che declina il meglio del jazz e del blues, svelando l'antica passione del regista, che conosce (e ama) Louis Armstrong come se stesso. Il film, però, respira soltanto grazie alla professionalità di Franco Nero. Il resto è un cumulo di luoghi comuni e di enfasi retorica (il ragazzino che, grazie al musicista, impara a giocare a pallone, a difendersi da una scazzottata fra coetanei per strada o ad assaporare il primo bacio...). E, se Minnie Minoprio (nei panni della proprietaria del jazz club) se la cava, Paola Saluzzi (la madre del ragazzo) non trasmette assolutamente nulla. Ma nelle scene in cui Franco Nero ci mette del suo il film regge e la colonna sonora è davvero imperdibile." (Roberta Bottari, 'Il Messaggero', 24 marzo 2006)