Somalia. La dodicenne Waris vive in una tribù nomade nel deserto ed è destinata ad un matrimonio combinato. Waris però decide di ribellarsi al suo destino, fugge prima a Mogadiscio e poi arriva a Londra dove, clandestina e analfabeta, riesce a mantenersi con lavori di fortuna. Ma Waris è molto bella e grazie all'incontro con il fotografo Terence Donovan la sua vita prende una svolta positiva. Diventa, infatti, una celebre e richiesta top model, che, attraverso varie interviste e un'autobiografia, userà il suo successo per sensibilizzare il mondo su una delle più brutali mutilazioni praticate sulle bambine africane, l'infibulazione, diventando anche ambasciatrice speciale dell'ONU.
SCHEDA FILM
Regia: Sherry Horman
Attori: Liya Kebede - Waris Dirie, Sally Hawkins - Marylin, Craig Parkinson - Neil, Meera Syal - Pushpa Patel, Anthony Mackie - Harold Jackson, Juliet Stevenson - Lucinda, Timothy Spall - Terry Donaldson, Soraya Omar-Scego - Waris a 12 anni, Teresa Churcher - Infermiera Anne, Eckart Friz - Spike, Prashant Prabhakar - Kami, Anna Hilgedieck - Tilda, Matt Kaufman - Manager Burger Bar, Emma Kay - Ufficiale immgrazione, Robert Robalino, Nick Raio
Soggetto: Waris Dirie - autobiografia, Sherry Horman
Sceneggiatura: Sherry Horman
Fotografia: Ken Kelsch
Musiche: Martin Todsharow
Montaggio: Clara Fabry
Scenografia: Jamie Leonard
Arredamento: Barbara Herman-Skelding
Costumi: Gabriele Binder
Altri titoli:
Wüsten Blume
Durata: 120
Colore: C
Genere: BIOGRAFICO DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM
Tratto da: autobiografia "Fiore del deserto" di Waris Dirie (ed. Garzanti)
Produzione: DESERT FLOWER FILMPRODUCTION, MAJESTIC FILMPRODUCTION, MTM WEST, DOR FILM, MR. BROWN ENTERTAINMENT
Distribuzione: K2 FILM-AHORA! FILM (2016)
Data uscita: 2016-04-14
NOTE
- PRESENTATO ALLA 6. EDIZIONE DELLE 'GIORNATE DEGLI AUTORI' (VENEZIA, 2009).
CRITICA
"(...) fiaba su una moderna Cenerentola (...) mescola volutamente toni e stili diversi, per restituire la complessità di un percorso umano co-stellato di drammi e gioie, dolore e leggerezza, lacrime e risate. Ed ecco dunque alternarsi, grazie a un continuo avanti e indietro nel tempo, l'asciutto, efficace racconto della dura infanzia di Waris, compresa l'agghiacciante sequenza sulla disumana pratica dell'infibulazione, e quello della sua rinascita sotto i riflettori, sulle passerelle. Le costose scarpe indossate dalla modella possono solo temporaneamente nascondere le cicatrici che segnano i suoi piedi, gli splendidi vestiti che indossa fanno dimenticare solo in par te la sofferenza di un corpo che la violenza ha segnato per sempre. Dal polveroso deserto alle sfilate di Parigi e New York, il film oscilla tra due estremi che non sempre la regista riesce ad accostare con perizia. Nell'economia del racconto avrebbero infatti giovato più momenti dedicati al suo impegno per le donne, o all'approfondimento psicologico di Waris, e meno spazio per servizi fotografici glamour e patinati, pensati per esaltare la filiforme bellezza dell'attrice e modella che interpreta la protagonista, Liya Kebede. (...) Il film però raggiunge il suo obiettivo, quello di accendere i riflettori su un tema così cruciale, e la Fondazione Fiore del deserto creata dalla ex modella continua a salvare ogni anno migliaia di bambine destinate a una inutile sofferenza." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 15 aprile 2016)