Don Attanasio, un parroco di campagna, si lascia spesso trascinare nelle dispute familiari dei suoi parrocchiani. E così, mentre calma una moglie eccessivamente gelosa, corre a redarguirne il marito e nel frattempo trova anche il tempo per le ore di catechismo, in cui cerca di insegnare ai più piccoli l'amore e il rispetto. E' sempre lui a aiutare i giovani innamorati a convincere i rispettivi genitori ad appoggiare il matrimonio, a soccorrere i poveri, aiutare gli orfani e le vedove e a somministrare il viatico ai moribondi. Ai suoi parrocchiani non resta che dimostrargli il loro affetto organizzando una festa in suo onore in occasione del suo venticinquennale di cura.
SCHEDA FILM
Regia: Amleto Palermi
Attori: Angelo Musco - Don Attanasio, il parroco, Maria Denis - Anna, Sarah Ferrati - Maddalena, Amelia Chellini - Donna Maria Di Stefano, Adolfo Geri - Paolino, Nerio Bernardi - Il cavalier Amendoli, Pina Renzi - Filomena, la domestica, Eugenio Colombo - Battista, Matilde Casagrande - Nina, Vasco Creti - Don Matteo, il macellaio, Enzo Colombo - Simeone, Dina Romano - Una donna del paese, Pino Locchi - Il bambino, Amedeo Vecci, S. Di Salvo
Soggetto: Giuseppe Macrì - commedia
Sceneggiatura: Amleto Palermi, Michele Galdieri - collaborazione, non accreditata, Fulvio Palmieri - collaborazione, non accreditata
Fotografia: Arturo Gallea
Musiche: Umberto Mancini
Montaggio: Fernando Tropea
Scenografia: Nino Maccarones
Aiuto regia: Ivo Illuminati, Umberto Scarpelli - assistente
Durata: 75
Colore: B/N
Genere: COMMEDIA
Tratto da: liberamente ispirato alla commedia omonima di Giuseppe Macrì
Produzione: ARTISTI ASSOCIATI
Distribuzione: ARTISTI ASSOCIATI
NOTE
- FONICO: BORIS MULLER.
- IL FILM E' STATO GIRATO NEGLI STABILIMENTI TITANUS ALLA FARNESINA.
CRITICA
"Questo Musco in veste telare, buon parrocco di campagna, accomodamente e paterno, ci piace assai anche perché riteniamo che il personaggio da lui creato sia uno tra i più vicini alla sua personalità e al reale carattere del grande comico. Musco porta tanta umanità nella storia che viene narrata (...) da lasciarci veramente credere ad una coscienza cinematografica dell'attore assai più profonda di quanto in altre circostanze sia apparso. Segno sicuro che la storia gli andava a genio e che il personaggio rientrava assia più degli altri nelle sue simpatie". (Arnaldo Frateili, 'La Tribuna', 20 ottobre 1935).