Ferdinando Rieche è un funzionario di polizia maniaco dei sistemi di sicurezza. Personaggio scomodo per tutti, viene allontanato dal corpo in cui presta servizio quando alza la voce con un superiore. Viene assunto per un periodo di prova di sei mesi da un'industria multinazionale, con il compito di organizzare la protezione degli impianti di una località tedesca. Ferdinand, sicuro di sé, sicuro del perenne stato di guerra costituito da eventuali sabotaggi, scioperi selvaggi, spionaggi industriali, assume nuovo personale alle proprie dipendenze, lo addestra con ferrea disciplina, lo mette alla prova e acquista sofisticate e preziose attrezzature. Nonostante gli avvertimenti dei superiori che si allarmano per le spese, Ferdinando prosegue nel suo cammino e giunge ad arrestare lo stesso direttore. Licenziato, pensa che sia arrivato il momento di dimostrare come i sistemi in atto per la protezione degli uomini di governo siano inadeguati. Organizza un attentato al primo ministro e, per un brusco spostamento dello stesso, gli sfracella la mascella. Immediatamente catturato, espone le sue tesi e si dimostra addolorato dall'involontaria conseguenza di un unico banale particolare non previsto.
SCHEDA FILM
Regia: Alexander Kluge
Attori: Heinz Schubert - Ferdinando Rieche, Joachim Hackethal - Kniebeling, Gert Günther Hoffmann - Wilutzki, Erich Kleiber - Rosotschke, Verenice Rudolph - Gertie Kahlmann, Heinz Schimmelpfennig - Gunter, Daphne Wagner - Dr. Haferkamp, Siegfried Wischnewski - Kobras, Hans Faber - Il ministro
Soggetto: Alexander Kluge - racconto
Sceneggiatura: Alexander Kluge
Fotografia: Martin Schäfer, Thomas Mauch
Montaggio: Agape von Dorstewitz, Heidi Genée
Scenografia: Winfried Hennig
Altri titoli:
Strongman Ferdinand
Durata: 98
Colore: C
Genere: DRAMMATICO SATIRICO
Specifiche tecniche: NORMALE
Tratto da: racconto "Ein Bolschewist des Kapitals" di Alexander Kluge
Produzione: EDGAR REITZ FILM (MONACO), KAIROS-FILM
Distribuzione: C 19 (1979)
NOTE
- SUONO: HEIKO HINDERKS, REINER WIEHR.
CRITICA
"Coerente con se stesso, con i suoi scritti e con il suo cinema, il regista offre un'opera originale, spassosa nelle scene e nei dialoghi, di impronta surreale, leggermente irrisoria in superficie, corrosiva a fondo, forse fin troppo 'efficiente' nell'enunciare e nel ripetere le sue critiche affermazioni. Kluge, infatti, in primo luogo ironizza proprio sull'amore per l'efficienza dei suoi connazionali, un amore che può condurre alla pignoleria, alla cieca accettazione dei regolamenti, alla sicurezza del 'previsto' o del 'pianificato' con la tragica incapacità di rimediare quando l'organizzazione diviene burocrazia eccessiva o quando succede l'imprevisto. Non è difficile, inoltre, tradurre tale critica in significato politico e pervenire alla condanna di metodologie fascistem imperialiste, militariste. Il film suggerisce queste e tante altre cose mediante fatti e dialoghi." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 89, 1980)