Fata Morgana è un treno, il treno degli emigranti che dalle regioni del sud dell'Italia emigrano al nord per cercare una vita migliore e un lavoro. Ma la vita di un emigrante è difficile e l'integrazione è una finta integrazione. La città "dell'uomo civile", respinge l'emigrante oltre le periferie industriali, negli slum per terroni, che a Milano chiamano coree. "Le coree non sono Milano, ma certo sono Italia, non miracolata. Ai margini della città di vetro e cemento, gli emigranti di ieri diventano i coreani di oggi, simili ai profughi che hanno perso una guerra, dicono al centro degli affari". È interessante l'insistenza sulla contrapposizione tra l'uomo civile e il "terrone", l'incivile, il barbaro che rarefà questa sua condizione solo quando "usa i guanti di gomma per lavare" e si avvia verso quella che viene considerata integrazione attraverso la rinuncia del dialetto, smettendo di gridare e gesticolare, di costruire le case "addosso alle proprie famiglie, ai panni stesi, ai bambini". La metafora del collirio migliore usato dall'uomo civile per pulire la retina, è una sollecitazione a considerare lo sguardo non solo come funzione fisiologica, meccanica, ma come attività politica che si fa visione di una realtà complessa e stratificata, dalla quale gli occhi non possono essere distolti.
SCHEDA FILM
Regia: Lino Del Fra
Sceneggiatura: Tommaso Chiaretti - testo
Fotografia: Luigi Sgambati, Maurizio Salvatori - assistente
Musiche: Werther Pierazzuoli
Montaggio: Renato May
Durata: 11
Colore: C
Genere: CORTOMETRAGGIO
Specifiche tecniche: DVD
Produzione: GIORGIO PATARA
NOTE
- LEONE D'ORO ALLA MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA PER IL CORTOMETRAGGIO (1962).