"Alle ore 15.00 del 10 maggio 1939 Marte è fascista!" La storia dei fascisti su Marte: dall'atterraggio del gerarca Barbagli e dei suoi camerati, impegnati nell'audace impresa di conquista del pianeta rosso, fino alla drammatica ed inattesa conclusione.
SCHEDA FILM
Regia: Corrado Guzzanti, Igor Skofic
Attori: Corrado Guzzanti - Gerarca Barbagli, Marco Marzocca - Freghieri, Lillo - Pini, Andrea Blarzino - Santodio, Andrea Purgatori - Fecchia, Andrea Salerno - Balilla Bruno Caorso, Irene Ferri - Capo Amazzone, Caterina Guzzanti - Prima Amazzone, Simona Banchi - Madonna del manganello, Paola Minaccioni - Befana fascista, Valeria Ferrari - Amazzone, Federica Zelada - Amazzone, Carolina Such - Amazzone, Annalisa Plantera - Amazzone, Carla Rak - Amazzone, Valentina D'Alessandro - Amazzone
Soggetto: Corrado Guzzanti
Sceneggiatura: Corrado Guzzanti, Paola Cannatello - collaborazione
Fotografia: Corrado Guzzanti, Igor Skofic
Musiche: Corrado Guzzanti
Montaggio: Cristiano Travaglioli - edizione 2006, Michele Ventrone - edizione 2003
Costumi: Isabella Melloni
Altri titoli:
Fascisti su Marte - Una vittoria negata
Durata: 100
Colore: C
Genere: GROTTESCO
Specifiche tecniche: BETA S/P (4/3)
Produzione: CORRADO GUZZANTI, DOMENICO PROCACCI E VALERIO TERENZIO TRIGONA PER KIPLI ENTERTAINMENT, FANDANGO, STUDIO UNO
Distribuzione: FANDANGO
Data uscita: 2006-10-27
NOTE
- LA VERSIONE 'WORK IN PROGRESS' DI 43' E' STATA PRESENTATA ALLA 60MA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (2003) COME PROIEZIONE SPECIALE NELLA SEZIONE 'NUOVI TERRITORI'.
- LA NUOVA EDIZIONE - ARRICCHITA CON MATERIALE AGGIUNTO - E' PRESENTATA ALLA I^ EDIZIONE DI 'CINEMA. FESTA INTERNAZIONALE DI ROMA' (2006), NELLA SEZIONE 'EXTRA'.
CRITICA
"I festaioli di Roma cercavano pane per i loro denti nell'epifania del beniamino Corrado Guzzanti: purtroppo l'atteso 'Fascisti su Marte', versione accresciuta della fiction nata all'interno del cabaret di RaiTre 'Il caso Scafroglia', si è rivelato di una tale pochezza da gelare anche i più scatenati. Lo spunto dei finti cinegiornali del Ventennio regge per 20 minuti, mentre nei restanti 80 farciti di sberleffi goliardici dilaga la noia, questa sì, militante." (Valerio Caprara, 'Il Giornale', 17 ottobre 2006)
"Nato come miniserie tv, una delle più felici, 'Fascisti su Marte' ha sfortunatamente preso la mano a Corrado Guzzanti. Quello che funzionava in episodi di 8-15 minuti, si trascina in un film di 90, anche perché i personaggi sono pochi e si muovono su uno sfondo desertico (la cava della Magliana). A funzionare ancora sul grande schermo non sono più le scenette, anche se non paiono essere le stesse della tv, ma i siparietti, evocanti i cinegiornali dell'epoca. E poi la colonna sonora di brani d'epoca: nostalgia canaglia... Un'impennata il film l'ha - involontariamente - nel finale, con la morte solitaria del gerarca Barbagli (Corrado Guzzanti, naturalmente), rimasto fedele al duce quando tutti l'hanno tradito. È una versione della realtà più amara di quella adottata dal finale dell'archetipo non dichiarato di 'Fascisti su Marte', cioè 'Il federale' di Luciano Salce, scritto da Castellano & Pipolo nel 1961 e interpretato da Ugo Tognazzi nel ruolo del gerarca Primo Arcovazzi. E allora pazienza se Corrado Guzzanti si contraddice nella conferenza stampa, lamentando che i fascisti - quelli veri, non quelli su Marte - 'non sono mai stati condannati per i loro crimini' in virtù di una pacificazione che ha un nome, amnistia Togliatti, significativo per far capire quanto bisogno che ce ne fosse nella Roma triste di allora, se non in quella allegra della Festa di oggi. In sintonia col tono della quale il film di Corrado Guzzanti ha accenni a Berlusconi, come per riproporre una continuità storica fra mussolinismo e berlusconismo attraverso un lessico o intere locuzioni facilmente riconducibili al capo dell'opposizione. Anche questo dettaglio, sbeffeggiare l'opposizione (inclusi reduci come Andreotti, Cossiga, Forlani e Gelli) anziché la maggioranza, denota quanto sia particolare la concezione della satira politica in certe aree convinte di essere diverse, nel senso di migliori, rispetto al loro popolo." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 17 ottobre 2006)