A Duluth, una cittadina dell'estremo Nord del Minnesota, il collerico ed anziano Bertrum viene scaraventato giù dal carrozzino, perché il suo cavallo Mel si è imbizzarrito. In un ospedale per le fratture, dove si trova anche il cognato Dane per un periodo di riposo, Bertum addossa alla bella figlia Kate, accorsa da New York (lei si è fatta là la sua vita) un compito durissimo: uccidere quella matta bestia. Lui figli maschi non ne ha e tocca a lei. Kate forzatamente promette al padre di fare come lui vuole, in ciò contrastata dalla sorella Rita, che vive con una madre dolce e querula, nella memoria di tempi più felici e con una figlia, Jilly, che, appena adolescente, le dà grossi grattacapi per la sua condotta sfrenata. Rita e Kate (armata del fucile paterno, dal quale ovviamente lei non ha mai sparato un solo colpo) vanno alla ricerca non solo del quadrupede che è scappato dalla stalla, ma anche della avventurosa ragazzina. Frattanto Bertrum ed il suo stravagante cognato sono fuggiti dall'ospedale, dopo un faticosissimo cammino si smarriscono nei boschi, dove si imbattono nel cavallo che viene sfrenatamente incontro al galoppo quasi avesse intuito i pensieri di Betrum che, terrorizzato, muore per infarto. Le tre donne ne riporteranno il corpo a casa, dove alcuni giorni dopo si raccoglieranno tutte attorno alla nonna per festeggiarne il centesimo compleanno.
SCHEDA FILM
Regia: Sam Shepard
Attori: Patricia Arquette - Jilly, Charles Durning - Bertrum, Tess Harper - Rita, Jessica Lange - Kate, Donald Moffat - Dane, Nina Draxten, Ann Wedgeworth
Soggetto: Sam Shepard
Sceneggiatura: Sam Shepard
Fotografia: Robbie Greenberg
Musiche: The Red Clay Ramblers
Montaggio: Bill Vahrans
Durata: 88
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI
Produzione: CAROLYN PFEIFFER, MALCOLM R. HARDING
Distribuzione: MEDUSA DISTRIBUZIONE (1989)
CRITICA
"Il film è dunque una sorta di ballata stile country, i cui ritmi sono però discontinui per momenti meno felici ed esiti meno fortunati (vedasi la risibile fuga dei due vecchi dall'ospedale), non dirado sui confini della retorica". (Segnalazioni Cinematografiche, vol.107, 1989)