Tundra dell'Artico. Saiva e la figlia adottiva Anja sono le uniche superstiti di una tribù di allevatori di renne massacrata da un drappello di soldati in cerca di villaggi da razziare. Nella carneficina ha perso la vita anche Ivar, il marito di Saiva e lei, dopo averne vendicato la morte, è fuggita verso terre desolate e lontane dalla civiltà dove si sente al sicuro. La vita solitaria di Saiva ed Anja viene interrotta dall'arrivo di Loki, un giovane in bilico tra la vita e la morte che, dopo averlo accolto nel loro rifugio, entrambe accudiscono fino alla sua completa guarigione. Ben presto, tra le due donne inizia la competizione per ottenere l'amore del ragazzo. Ad avere la meglio è Anja, che decide di trasferirsi altrove insieme a Loki per iniziare una nuova vita. Saiva non accetta la sconfitta e l'abbandono tanto da meditare una terribile vendetta.
SCHEDA FILM
Regia: Asif Kapadia
Attori: Michelle Yeoh - Saiva, Sean Bean - Loki, Michelle Krusiec - Anja, Sophie Wu - Saiva , ragazza, Gary Pillai - Ivar, Sven Henriksen - Padre di Ivar, Bjarne Østerud - Shaman, Per Egil Aske - Andrei, Håkan Niva - Slim, Neeru Agarwal - Madre di Ivar, Espen Prestbakmo - Baldy
Soggetto: Sara Maitland - racconto
Sceneggiatura: Asif Kapadia, Tim Miller
Fotografia: Roman Osin
Musiche: Dario Marianelli
Montaggio: Ewa J. Lind
Scenografia: Ben Scott
Costumi: Ben Scott
Effetti: Dan Bentham, Waldo Mason
Altri titoli:
True North
Durata: 89
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1:2.35)
Tratto da: racconto 'True North' di Sara Maitland
Produzione: THE BUREAU, CELLULOID DREAMS, DREAMACHINE, FILM FOUR, INGENIOUS FILM PARTNERS, PJB PICTURE COMPANY
NOTE
- PRESENTATO FUORI CONCORSO ALLA 64. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2007) NELLA SEZIONE 'VENEZIA NOTTE'.
CRITICA
Dalle note di regia: "Tim Miller, il mio cosceneggiatore, mi ha dato il racconto 'True North' di Sara Maitland e subito ho capito che avevamo in mano qualcosa di speciale. Questo oscuro dramma allegorico mi ha esaltato immediatamente. Avevamo una storia essenziale che necessitava di un cast esiguo, conteneva pochi dialoghi e prevedeva un'unica ambientazione fondamentale. Il set consisteva in una tenda isolata nel mezzo del nulla. Gran parte della trama si svolgeva in interni. Ho pensato che sarebbe stato semplice. Quanto mi sbagliavo! Alla fine per realizzare il film ci sono voluti quasi cinque anni. Abbiamo girato con un cast e una troupe internazionale del mondo, abbiamo vissuto su una nave rompighiaccio russa e abbiamo avuto costante bisogno di una scorta armata per proteggerci nel caso in cui ci imbattessimo in un orso polare affamato. A volte la temperatura scendeva oltre i 40 gradi sotto zero. Ma in qualche modo siamo sopravvissuti e abbiamo creato questa tragedia intima di portata epica."
"Ghiaccio, ghiaccio e ancora immense distese di ghiaccio. Questo l'affascinante sfondo ambientale del film di Asif Kapadia: bianco e grigio sporco dei secolari mari del Nord Europa, venature rossastre di sangue umano e animale che scorrono lungo il bordo schermo. (...) 'Far North' da dramma minimal isolazionista diventa quasi un thriller, perché Loki si innamora, ricambiato, della giovane Anja e la mamma, già a suo agio con lo sgozzamento di cani da slitta e la caccia alle foche, accetta di applicare le barbare usanze su un componente del trio. La maledizione si avvera, anche se la messa in scena di Kapadia spesso pecca di approssimazione visiva nel taglio del quadro e di fretta risolutiva del narrato, guadagnando punti in crude efferatezze e in una violenza vendicativa femminile che fa veramente scalpore." (Davide Turrini, 'Liberazione', 31 agosto 2007)
"La prima bufala del festival è 'Far North' del pakistano d'Inghilterra e misogino d'altri tempi Asif Kapadia, tutto ambientato nella tundra dell'Artico e scelto (da chi?) per le proiezioni spettacolari della notte, approfittando della mancanza di autorevoli testate giornalistiche inuit e interpretando in modo bizzarro il concetto di cinema spettacolare." (Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 31 agosto 2007)