Ascesa e declino di Edie Sedgwick, celebre icona della cultura pop americana: l'abbandono di Santa Barbara e della sua famiglia aristocratica, l'arrivo nella New York in pieno fermento culturale della metà degli anni '60, l'incontro con l'eccentrico artista Andy Warhol che la scelse come musa ispiratrice ed interprete di numerosi suoi film, il rivoluzionario ambiente della Factory frequentato da artisti, musicisti e uomini di cultura. Fino all'incontro con un musicista, di cui lei si innamorerà follemente e che la allontanerà definitivamente dal mondo underground di Warhol.
SCHEDA FILM
Regia: George Hickenlooper
Attori: Sienna Miller - Edie Sedgwick, Guy Pearce - Andy Warhol, Jimmy Fallon - Chuck Wein, Shawn Hatosy - Syd Pepperman, Hayden Christensen - Musicista, Tara Summers - Brigid Polk, Beth Grant - Julia Warhol, Illeana Douglas - Diana Vreeland, Jack Huston - Gerard Malanga, Mena Suvari - Richie Berlin, Don Novello - Mort Silvers, Johnny Whitworth - Silver George, Brian Bell - Lou Reed, Michael Stephenson - Sterling Morrison, Samantha Maloney - Mo Tucker, Armin Amiri - Ondine, Meredith Ostrom - Nico, Patrick Wilson - John Cale, Mary Elizabeth Winstead - Ingrid Superstar, Edward Herrmann - James Townsend, Mary-Kate Olsen - Proprietaria galleria d'arte (non accreditata, James Naughton - Fuzzy Sedgwick
Soggetto: Simon Monjack, Aaron Richard Golub, Captain Mauzner
Sceneggiatura: Captain Mauzner
Fotografia: Michael Grady
Musiche: Ed Shearmur
Montaggio: Michael Levine (III), Dana E. Glauberman
Scenografia: Jeremy Reed
Arredamento: Cynthia Anne Slagter
Costumi: John A. Dunn
Effetti: The Basement
Durata: 91
Colore: C
Genere: BIOGRAFICO DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 16 MM, 8 MM, VIDEO, SUPER 16 GONFIATO A 35 MM (1:1.85)
Produzione: THE WEINSTEIN COMPANY, BOB YARI PRODUCTIONS, HOLLY WIERSMA PRODUCTIONS, LIFT PRODUCTIONS
Distribuzione: MOVIEMAX (2007)
Data uscita: 2007-11-23
TRAILER
CRITICA
"La ragione di vedere il film si restringe, dunque, all'interpretazione di Sienna Miller, che attacca il personaggio con le unghie e con i denti forse anche perché pure lei è considerata più che altro un'icona di stile. Anche se non ha la voce di Sedgwick e la sua naturalezza upper class, Miller dà al personaggio una vulnerabilità e una empatia che trascendono questo inutile pasticcio." (Giulia D'Agnolo Vallan, 'Il Manifesto', 23 novembre 2007)
"'Factory girl' racconta solo l'anno della ribalta, intruppandosi nei soliti schemi rigidi delle visibilità a tutti i costi modello mainstream statunitense: non una nuance, non una smagliatura. Vietato problematizzare il dato di fatto, se non per la consuetudine di mostrare un amplesso patinato, una pera in dettaglio, un flashback sulla famiglia cattiva e una bella camminata a piedi nudi e con il rimmel colante sul viso per Manhattan. E' il significato comprato al supermercato, un finto sperimentalismo cinematografico che attinge al tema (magari ribelle e un po' zozzo) per creare una visione estetica da "épaterles bourgeois" in fondo impalpabile. La complessità e il vigore di testi biopic come un 'Lenny' o un 'Man on the moon', sono lontani anni luce dal palcoscenico seppiato in split screen di Hickenlooper. La Miller si mimetizza con artificiale trasandatezza, Guy Pearce è un Warhol anabolizzato." (Davide Turrini, 'Liberazione', 23 novembre 2007)
"Nella ricostruzione più o meno attendibile, la vicenda passa attraverso tutta la serie dei luoghi
obbligati, dall'ascesa di Edie come superstar dell'underground al suo amore 'infelice' per un divo del rock, dall'abuso di speed e droghe assortite al tradimento del pigmalione Warhol, caricaturale nella sua gay-attitude di eletto a cattivo di questa favola nera. Dall'altra parte, è evidente la fascinazione per la New York dei Sixities. Periodo che il film indica esplicitamente come antesignano dell'attuale società delle apparenze e della celebrità senza essere sfiorato dal sospetto che questo non sia poi un gran merito." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 23 novembre 2007)
"Tutto quello che avreste voluto sapere sul mondo radical chic scandaloso del re dell'arte omologata Campbell & Marilyn lo sapete già e il bio-film di George Hickenlooper ripete la lezioncina, citando la Audrey da 'Tiffany', senza dar giudizi, sfogliando l'album mondano della Grande Mela ma senza alcuna fiamma. Sienna Miller si danna l'anima dilapidando fortune, Christensen ci fa sentire il suono della chitarra." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 23 novembre 2007)