Jeff Marx, uno studente americano costretto a studiare medicina per tradizione familiare, dopo la sua espulsione per scarso rendimento da molte università americane, viene inviato dal padre, il dottor Gerald (ricco chirurgo specializzato in operazioni di plastica), a studiare in un costoso college dell'America Latina, del quale è rettore il dottor Ramon Madera, un vedovo solitario e nevrotico. Jeff si accorge subito di quanto sia strana l'università in cui è capitato: il rettore è un vero dittatore; le stanze degli universitari sono sporche e cadenti; gli esami sono improvvisi e difficilissimi, e gli studenti provenienti dagli Stati Uniti vengono trattati con particolare durezza. L'ultima idea di Gomez, l'aiutante di Madera, è quella del "Pueblo Day", durante il quale gli studenti dovranno curare la povera popolazione del villaggio di St. Augustine e la locale colonia di detenuti senza disporre delle medicine necessarie, e, poiché l'iniziativa si rivela un fiasco, gli universitari vengono richiamati in sede, mentre gli indigeni restano abbandonati al loro solito stregone, Brouha. Intanto Jeff e la sua bionda collega Liz si sono innamorati l'uno dell'altra e, insieme, pensano di organizzare con alcuni amici una clinica clandestina per curare i poveri abitanti di St. Augustine, dove tornano di nascosto, rubando anche le medicine necessarie e le schede per le ricette. La loro impresa ha molto successo, ma intanto Liz è assediata da Madera, che vuole sposarla per rifarsi una famiglia. La rischiosa iniziativa degli studenti viene scoperta, e il rettore, furibondo, decide di cacciarli tutti dal college, ma, colto da una improvvisa e grave malattia, viene salvato dalla brillante diagnosi e dalle cure appropriate di Jeff e compagni. Intanto è giunto, per un'inattesa visita al figlio, il dottor Marx, che è dapprima preoccupato per il guaio in cui questi si trova, ed è naturalmente disposto a pagare quel che occorre per riparare, ma poi è felice perché suo figlio promette di diventare un bravo medico. Madera, grato per la propria guarigione, perdona ai suoi "medici" le illegalità commesse, e consente loro di continuare gli studi nella propria università, rassegnandosi a vedere Liz fidanzata con Jeff.
SCHEDA FILM
Regia: Harvey Miller
Attori: Steve Guttenberg - Jeff Marx, Alan Arkin - Dr. Madera, Julie Hagerty - Liz Parker, Bill Macy - Dr. Gerald Marx, Curtis Armstrong - Dennis Gladstone, Julie Kavner - Cookle Katz, Joe Grifasi - Gomez, Robert Romanus - Carlos
Soggetto: Neil Offen, Steven Horowitz
Sceneggiatura: Harvey Miller
Fotografia: Kelvin Pike
Musiche: Lalo Schifrin
Montaggio: O. Nicholas Brown
Durata: 105
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: PANORAMICA
Tratto da: Tratto dal racconto "Calling dr. Horowitz" di Steven Horowitz e Neil Offen
Produzione: ALEX WINITSKY, ARLENE SELLERS PER T.C.FOX E LANTANA
Distribuzione: CARDINAL PICTURES (1989) - T.C. FOX HOME ENTERTAINMENT
CRITICA
"Mescolando il filone scolastico comico a quello della satira di costume, il film diretto da Harvey Miller riesce spesso a divertire ed è tratto dal romanzo Calling Dr. Horowitz di Steven Horowitz e Neil Offen. Il cast è interessante e affianca a Steve Guttenberg, a Alan Arkin e Curtis Armstrong, la graziosa Julie Hagerty già hostess impaurita in un film comico della serie 'Airplane', l'aereo più pazzo del mondo, poi scritturata da Woody Allen. Particolarmente riuscita è la caratterizzazione di Arne Goldon, lo stregone del popolo di St. Augustine; molti attori televisivi americani tra i più popolari sono presenti nel cast e l'équipe tecnica è di prima qualità, dal direttore della fotografia Kelvin Pike, che ha firmato 'Servo di scena', allo scenografo premio Oscar Les Dilley all'autore della divertente e vivacissima colonna sonora, il grande Lalo Schifrin." ('Il Corriere della Sera', 15 Giugno 1988)
"Teatro dell'amichevole contesa, un film mediocre, simil-demenziale, cinematograficamente stopposo come 'Facoltà di medicina'. Nonostante alcune velate puntualizzazioni sul sistema scolastico americano, l'impianto della storia è classico: giovane svagato e confuso, pressato da una famiglia di medici, non accettato da nessuna università patria (profitto non eccelso), trova sistemazione nello sgangheratissimo college di una non precisata repubblica centramericana.
Il rettore della facoltà incarna difetti e stereotipi del frustrato dittatore caro all'iconografia cinematografica statunitense: cattolico, moralista, mammone, autoritario, non tenero con gli yankees. Steve Guttenberg e compagni (tutti americani, stranieri e vilipesi) contrattaccano con iniziative umanitarie e con uno spirito altruista, aprendo un ambulatorio in soccorso della popolazione derelitta. Compromesso storico finale sotto la comune bandiera di Esculapio. La regia di Marvey Miller direziona la comicità di situazione affidandosi alla performance capricciosa, assediata da impercettibili tic nervosi di Alan Arkin (Madera)." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 16 Giugno 1988)
"Tutto in farsa, appunto, e con modi spesso anche fracassoni. Ad opera di un regista, Harvey Miller, che dopo esser stato candidato all'Oscar come sceneggiatore (per 'Soldato Giulia agli ordini'), è passato dietro alla macchina da presa con l'intenzione di divertirsi e di divertire e non ha lasciato niente di intentato per raggiungere qui il suo scopo. Naturalmente esagerando (anche un po', se vogliamo, nella parodia del primitivismo latinoamericano condotta quasi agli orli del razzismo), ma approdando quasi sempre ai risultati voluti. Specie là dove il demenziale si fa strada, prevaricando sugli spunti di cronaca realistica e sui toni della commedia metà burla metà caricatura. Gli interpreti si adeguano. Primo fra tutti Steve Guttenberg nei panni maldestri dell'aspirante medico. Con le stesse giovanili baldanze e le colorate balordaggini di 'Scuola di Polizia' e di 'Cocoon', ma anche con dei momenti meno esteriori, all'insegna di sentimenti sinceri. L'infermiera cui si unirà è Julie Hagerty, che era infermiera con Woody Allen, anche in Una commedia sexy in una notte di mezza estate, il pazzo, rettore della pazza università è Alan Arkin. Persino più stralunato che non in 'Piccoli Omicidi' e in 'Comma 22'. Con occhiate sulfuree e mimiche pepate da ricordare Mel Brooks." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 8 Maggio 1988)