Un ricco e potente consulente d'immagine, Russ Duritz, s'imbatte un giorno in uno strano personaggio, Rusty, praticamente se stesso all'età di otto anni. E per di più il bambino, specchiandosi nel suo futuro, non è per nulla soddisfatto di ciò che sarà: un placido signore senza moglie né cane. Russ, dal canto suo, non è affatto contento di trovarsi davanti l'immagine vivente di ciò che ha cercato di rimuovere dai suoi ricordi...
SCHEDA FILM
Regia: Jon Turteltaub
Attori: Bruce Willis - Russ Duritz, Spencer Breslin - Rusty Duritz, Emily Mortimer - Amy, Lily Tomlin - Janet, Chi McBride - Kenny, Susan Dalian - Giselle, Juanita Moore - Nonna Di Kenny, Stanley Anderson - Bob Riley, Dana Ivey - Dr. Alexander, Daniel von Bargen - Sam Duritz, Jean Smart - Deirdre
Soggetto: Audrey Wells
Sceneggiatura: Audrey Wells
Fotografia: Peter Menzies Jr.
Musiche: Marc Shaiman, Marco Marinangeli, Frank Gari
Montaggio: Peter Honess, David Rennie
Scenografia: Garreth Stover
Costumi: Gloria Gresham
Effetti: David Blitstein, Gary Schaedler, The Secret Lab
Altri titoli:
DISNEY'S THE KID
Durata: 104
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Produzione: WALT DISNEY PICTURES, CHESTER FILMS INC., JUNCTION
Distribuzione: BUENA VISTA INTERNATIONAL ITALIA
Data uscita: 2001-04-27
CRITICA
"Gioco di proiezioni e disillusioni, ambizioni e deragliamenti di una vita allo specchio, nel senso letterale del termine: nell'adulto manca ogni idealismo del bambino, nel bambino si fa strada l'insoddisfazione per l'adulto arido che è diventato. Gli ambienti sono tipici della middle-class che al pubblico piace spiare. L'aspirazione all'equilibrio new age quella di norma. Ma il percorso tocca qualcosa di semplice e vero nella voce interna con cui ciascuno fa i conti di viaggio con se stesso". (Silvio Danese, 'Quotidiano Nazionale', 27 aprile 2001)
"La Disney meglio di Freud e più autocompiaciuta del protagonista: pensate che il titolo orginale è 'The disney's Kid'. Eppure il regista, John Turteltaub, a suo agio con l'impossibile (ha già diretto 'Phenomenon' e 'Instict'), rende la materia dei sogni non così scriteriata, a tratti gradevole". (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 27 aprile 2001)
"Bruce Willis deve essersi convinto che fare coppia con un bambino gli porti fortuna, e magari ha ragione: il film non è certo appassionante ma procede con buona costruzione e con un certo garbo".
(Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 27 aprile 2001)
"Come il pilota di '2001: odissea nello spazio', Willis incontra se stesso piccino e anziano in questa storia fantastica edificante ma non priva di humour, molto americana (il valore resta sempre la realizzazione individuale), ma non banale come si potrebbe supporre. E se l'invito alla riscoperta del fanciullino che c'è in noi può essere retorico e facilotto, lo è molto meno quando il fanciullino possiede la faccia buffa e irresistibile di Spencer Breslin". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 6 maggio 2001)