New York, estate del 1994. Luke Shapiro, giovane spacciatore neodiplomato, baratta dosi di droga con la terapia del dottor Jeffrey Squires, uno psichiatra tossicodipendente. Ma quando Luke si innamora di Stephanie, figliastra del suo medico, le cose diventano alquanto complicate...
SCHEDA FILM
Regia: Jonathan Levine
Attori: Ben Kingsley - Dottor Jeffrey Squires, Josh Peck - Luke Shapiro, Famke Janssen - Kristin Squires, Olivia Thirlby - Stephanie, Mary-Kate Olsen - Union, Jane Adams - Eleanor, Method Man - Percy, Aaron Yoo - Justin, Talia Balsam - Sig.ra Shapiro, David Wohl - Sig. Shapiro, Bob Dishy - Nonno Shapiro, Joanna Merlin - Nonna Shapiro, Ken Marks - Oliver, Robert Armstrong - Edwards, Nick Schutt - Albert
Soggetto: Jonathan Levine
Sceneggiatura: Jonathan Levine
Fotografia: Petra Korner
Musiche: David Torn
Montaggio: Josh Noyes
Scenografia: Annie Spitz
Arredamento: Kara Torney, Cherish Magennis
Costumi: Michael Clancy
Durata: 99
Colore: C
Genere: DRAMMATICO ROMANTICO COMMEDIA
Specifiche tecniche: ARRIFLEX, SUPER 35 STAMPATO A 35 MM (1:.35) - TECHNICOLOR
Produzione: OCCUPANT FILMS, SBK PICTURES, SHAPIRO LEVINE PRODUCTIONS
Distribuzione: FANDANGO (2009)
Data uscita: 2009-08-28
CRITICA
"Ambientato nella New York curiosamente remota del 1994, quando invece del cellulare si usava il cercapersone, il sindaco Rudy Giuliani era impegnato a ripulire la città e 'Kurt Cobain si era ucciso da poco', 'Fa' la cosa sbagliata' è un concentrato ora irritante ora spiritoso di luoghi comuni su New York, l'amore, l'amicizia, l'infelicità, con l'hip hop a fare da collante fra due maschi fatti per non capirsi. Che per giunta tentano di trovare ognuno compensazione nell'altro, complicandosi ancor più la vita (anche se...). Il tema è serio, il tono furbastro (come la foto seppiata), l'esito convince a metà. Al Sundance 2008 vinse il premio del pubblico come miglior film drammatico. A noi sembrava una commedia. Sarà il gap generazionale?" (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 28 agosto 2009)
"Questo buddy movie ha vinto il premio del pubblico al Sundance nonostante la sua noiosa ripetitività grazie alle performance di queste due anime sperdute nella metropoli in cerca di amore o almeno di sponde umane. Ma che non trovano mai - misogini - vere anime gemelle femminili - se non sballate totali - che vogliano accompagnarli nei loro viaggi e deviarne le manie suicide verso «altri spazi». Più vitali di una metropoli in mano a degradazione urbana e polizia, che già anticipa le trovate tardone del nostro pacchetto sicurezza (proibite le scritte sui muri...)." (Roberto, 'Il Manifesto', 28 agosto 2009)