Erik ha dei seri problemi con il patrigno che spesso e volentieri alza le mani su di lui. Il ragazzo scarica la violenza subita in casa tra le mura della scuola e viene espulso per problemi disciplinari. La madre decide di mandarlo in un collegio privato ma qui le cose non sembrano andare meglio perchè lì gli studenti più giovani sono costretti a subire le angherie dei compagni più grandi. Erik in particolare deve vedersela con uno di questi, Otto Silverhielm. Nonostante il disagio vissuto nell'istituto, Erik stabilisce un forte legame di amicizia con Pierre e trova l'amore di Marja...
SCHEDA FILM
Regia: Mikael Håfström
Attori: Andreas Wilson - Erik Ponti, Henrik Lundstrom - Pierre Tanguy, Gustaf Skarsgård - Otto Silverhielm, Jesper Salen - Dahlen, Marie Richardson - Madre, Johan Rabaeus - Patrigno, Kjell Bergqvist - Ekengren, Linda Gyllenberg - Marja, Lennart Hjulström - Preside, Christian Hollbrink, Henrik Linnros, Magnus Roosmann, Fredrik Af Trampe - Von Schenken, Björn Granath - Preside
Soggetto: Jan Guillou
Sceneggiatura: Mikael Håfström, Klas Ostergren, Hans Gunnarsson
Fotografia: Peter Mokrosinski
Musiche: Francis Shaw
Montaggio: Darek Hodor
Scenografia: Anna Asp
Costumi: Kersti Vitali
Effetti: Gunnar Ahlgren, Fredrik Nord
Altri titoli:
Evil
Durata: 114
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Tratto da: romanzo autobiografico di Jan Guillou
Produzione: MOVIOLA FILM OCH TELEVISION, NORDISK FILM, SVENSKA FILMINSTITUTET
Distribuzione: MINERVA PICTURES GROUP
Data uscita: 2004-11-12
NOTE
- CANDIDATO ALL' OSCAR 2004 COME MIGLIOR FILM STRANIERO.
CRITICA
"'Evil il ribelle' sembra una specie di 'Gioventù bruciata' parafrasato all'europea e ricontestualizzato nell'epoca in cui il classico di Nick Ray vide la luce. Siamo a un altro livello qualitativo, ovviamente. Ciò non significa che lo svedese Mikael Hafstrom manchi di talento: al contrario: racconta bene, tiene desto l'interesse, arriva all'epilogo con le batterie ancora cariche. In più, cosa non secondaria, sostiene le ragioni della ribellione alla famiglia e alle istituzioni soffocanti senza scadere nella condiscendenza, né abbassarsi all'astio. Riduzione di un romanzo autobiografico di Jean Guillou, campione d'incassi nel Paese d'origine e in lista per l'Oscar straniero, 'Evil' offre anche una rara occasione di ritrovare una cinematografia che, sui nostri schermi, approda sempre più di rado" (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 19 novembre 2004)