Al Festival di Cannes si proietta un film osé della spregiudicata pornostar Emmanuelle che, sfuggendo praticamente nuda dalle mani lei suoi ammiratori, si infila nel potente motoscafo di un giovane uomo d'affari americano. I due simpatizzano, ma lei gli preferisce un più maturo rajà, che ha deciso di far sua la bionda diva. Arrivata nel Bengacistan, Emmanuelle - malgrado l'avviso alla precauzione datole da un americano gestore di un negozio nella piccola capitale - si trova immersa nella ambigua atmosfera dell'harem cui è destinata. Il bizzarro sovrano si è circondato di una cinquantina di donne, delle quali - salvo una rarissima eccezione - intende assicurare la verginità. Ma Emmanuelle riesce a fuggire e giunta in Francia ritrova il giovane uomo d'affari americano.
SCHEDA FILM
Regia: Walerian Borowczyk
Attori: Crofton Hardester, Isabelle Strawa, Tina Jessica Stehl, Yassen Khan, Harold Kay, Monique Gabrielle - Emmanuelle, Dana Burns Westberg
Sceneggiatura: Alex Cunningham, Walerian Borowczyk
Fotografia: Max Monteillet
Musiche: Pierre Bachelet
Montaggio: Frank Mathieu, Sophie Durand
Scenografia: Steve Greenberg
Costumi: A.C. Lathuilliere, Kimberly Love, Sophie Maret
Durata: 85
Colore: C
Genere: AVVENTURA
Specifiche tecniche: PANORAMICA
Tratto da: da un'idea di Emmanuelle Arsan
Produzione: ASP SEDPA PARIS
Distribuzione: CRC (1987)
NOTE
- REVISIONE MINISTERIALE DEL 5 AGOSTO 1987.
CRITICA
"Anche senza entrare in particolari, balza all'occhio la stupidità dell'insieme, solo fintamente abbellita da qualche panorama di sole nascente o morente, per fare buon gusto da cartolina. Ma il gusto non è il pezzo forte del film. Di Borowczyk, del suo stile rigoroso, del suo erotismo complessato dei suoi complessi polacchi, neanche l'ombra. Di eleganze vere e presunte, neanche parlarne. Resta una vicenda senza capo né coda, che vorrebbe perfino diventar d'azione e sprofonda nel ridicolo cinematografico. Ci si deve accontentare di mugolii gemiti e ansimi, la colonna sonora alle scene soft in cui la novella eroina del serial, la bionda Gabrielle Monique, si mostra a mezzo busto come una bella statuina, e fa moine plastiche per soddisfare le regole di un invecchiato sexy 'patinato'." (Mirella Poggialini, 'Il Corriere della Sera', 12 Agosto 1987)
"Trama inesistente o semplicemente distrutta (piacerebbe a Godard?), de-erotizzazione completa e peristalsi cinematografica (un messaggio del tutto ironico?). Cosa aspettarsi dal regista di cult movie come 'La bestia' e 'Tre storie immortali' che ha realizzato su commissione un film commerciale progettato dai produttori sul cadavere di un simbolo del sesso? Soltanto un'autopsia. Ed è quello che, probabilmente, ha praticato Borowczyk." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 11 Settembre 1987)
"Parecchi anni fa Walerian Borowczyk passava in Italia poco meno che per un martire: i suoi film venivano regolarmente sforbiciati dalla censura nostrana, il che metteva in mano al cineasta polacco più o meno profugo in Francia, autore di lambiccate opere all'insegna di un erotismo elegante e sofisticato, la palma della vittima sacrificale immolata dal bieco moralismo nazionale. Le forbici si accanivano su dei capolavori (così pareva ad alcuno), troppo ottuse per vedervi il sacro fuoco dell'impavida trasgressione dell'avanguardia. (...) 'Emmanuelle 5' è la riprova, ultima per ora, di questo stato di cose. Un filo conduttore sottile sottile (diva del cinema a Cannes per il suo 'Love express', miliardario americano, Rajid principe del Banglakistan) a reggere l'alibi per nudità patinate, gemiti da estasi, ricercatezze fotografiche, virtuosismi di montaggio, accanimenti estetici di pura confezione, dentro la quale c'è il vuoto sublimato." (Mario Milesi, 'Bergamo Oggi', 24 Agosto 1987)