Il film esplora la vita e la musica di Elvis Presley, viste attraverso il prisma della sua complicata relazione con l'enigmatico manager, il colonnello Tom Parker. La storia approfondisce le complesse dinamiche tra Presley e Parker nell'arco temporale di oltre 20 anni, dall'ascesa alla fama di Presley che raggiunse un livello di celebrità senza precedenti, sullo sfondo un panorama culturale in evoluzione e la perdita dell'innocenza in America. Al centro di questo viaggio, una delle persone più significative e influenti nella vita di Elvis, Priscilla Presley.
SCHEDA FILM
Regia: Baz Luhrmann
Attori: Austin Butler - Elvis Aaron Presley, Tom Hanks - Colonnello Tom Parker, Olivia DeJonge - Priscilla Presley, Helen Thomson - Gladys Presley, Richard Roxburgh - Vernon Presley, Luke Bracey - Jerry Schilling, Natasha Bassett - Dixie Locke, David Wenham - Hank Snow, Kelvin Harrison Jr. - Bb King, Xavier Samuel - Scotty Moore, Kodi Smit-McPhee - Jimmie Rodgers Snow.
Sceneggiatura: Baz Luhrmann, Craig Pearce, Sam Bromell, Jeremy Doner
Fotografia: Mandy Walker
Musiche: Anton Monsted, Elliott Wheeler - compositore
Montaggio: Matt Villa, Jonathan Redmond
Scenografia: Catherine Martin, Karen Murphy
Costumi: Catherine Martin
Effetti: Thomas Wood
Durata: 159
Colore: C
Genere: BIOGRAFICO DRAMMATICO
Produzione: BAZ LUHRMANN, CATHERINE MARTIN, GAIL BERMAN, PATRICK MCCORMICK, SCHUYLER WEISS
Distribuzione: WARNER BROS. PICTURES (2022)
Data uscita: 2022-06-22
TRAILER
NOTE
- PRODUTTORE ESECUTIVO: ANDREW MITTMAN. - ALL'IDEAZIONE E ALLA REALIZZAZIONE DEI COSTUMI DI SCENA HA COLLABORATO ANCHE MIUCCIA PRADA. QUESTA E' LA TERZA COLLABORAZIONE CON LUHRMANN DOPO 'ROMEO+JULIET' (1996) E 'IL GRANDE GATSBY' (2013). - IN ANTEPRIMA MONDIALE AL 75. FESTIVAL DI CANNES (2022). -MIGLIOR ATTORE IN UN FILM DRAMMATICO: AUSTIN BUTLER PER ELVIS. -CANDIDATURE PERMIGLIOR FILM, MIGLIOR FOTOGRAFIA, MIGLIOR SONORO, MIGLIORI COSTUMI, MIGLIOR MAKE-UP, MIGLIOR ATTORE (AUSTIN BUTLER) OSCAR 2023.
CRITICA
"C'è tutto il fiammeggiante e visionario cinema di Luhrmann in questo film epico e spettacolare, scosso da incessanti idee di messa in scena e montaggio che restituiscono gioie e dolori di una vita spesa sul palcoscenico attraverso una parabola umana e professionale che il re del Rock&Roll, perfetta incarnazione del sogno americano, condivide con altre star della musica raccontate al cinema negli ultimi anni: l'inebriante salita fino alle vette del successo e poi la caduta, accompagnata da solitudine, depressione, dipendenze. Come tutti gli Icaro che volano troppo vicino al sole. Il limite di questo racconto colorato e pop sta però nella difficoltà di restituire la tragicità delle figure di Presley e Parker, che sarebbero potute emergere solo da un maggiore approfondimento dell'Elvis di Las Vegas, quello avviato a una tragica fine e che scopre troppo tardi il grande inganno del colonnello al quale ha affidato non solo la carriera, ma anche la propria vita. L'abisso in cui era sprofondato il rocker lo si capisce solo quando alla fine del film compare il vero Presley che ascoltiamo nella sua ultima esibizione prima di morire: un uomo agonizzante, stremato, che ancora trova la forza di cantare per quel pubblico di cui era innamorato. Lo stesso vale per Parker, dipinto più come un simpatico furfante che pericoloso truffatore, la cui "malefica" influenza resta troppo sfuocata per lasciare davvero il segno e far capire allo spettatore la vera natura del rapporto con Elvis." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 26 maggio 2022) "Baz Luhrmann (...) è intervenuto nello stile di un racconto che, se non si distacca molto dalle regole classiche del biopic hollywoodiano (così nasce e muore una stella), cerca invece di stordire gli occhi con tutti i mezzi a disposizione. A cominciare dal fuoco d'artificio di lustrini che fanno brillare all' inizio il marchio della Warner Bros. Continuando sulle strade dello sfarzo e della ridondanza (...) Luhrmann (che dai titoli di testa sembra aver scritto e riscritto la sceneggiatura in momenti e con persone diverse) usa i ricordi del colonnello Parker (Tom Hanks, gonfiato dal trucco prostetico) per ricostruire i momenti fondamentali della carriera musicale di Elvis (...). Tutto questo percorso, Luhrmann lo dissemina di salti avanti e indietro nel tempo, di improvvise sovrimpressioni e di qualche fumetto, come se lo schermo dovesse trasformarsi in una vetrina luccicante dove invece di assistere a una storia lo spettatore dovesse ammirare una merce.In questo, sposando il punto di vista di Parker che si autoinvita nella storia di Presley a volte oggettivandosi come co-protagonista a volte assumendo il ruolo del narratore più o meno onnisciente. Come se la regia non volesse lasciare allo spettatore il tempo di riflettere su quello che sta vedendo, ma bombardarlo fino a togliergli il respiro. Rischiando così di lasciare un po' in ombra alcuni snodi fondamentali della vita del cantante (i suoi tentativi di cambiare manager) e rifugiandosi nelle fin troppo prevedibili didascalie finali per spiegare le malefatte legali del comportamento di Parker. Ma in fondo lo scopo del regista non era di svelare segreti o azzardare rivelazioni quanto immergere lo spettatore che si immagina nato dopo la morte di Elvis (avvenuta a 42 anni, il 16 agosto 1977) dentro il flusso musicale delle sue canzoni, eseguite ora dalla voce di Butler, ora dallo stesso Elvis (...)." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 26 maggio 2022) "La nascita del mito rock resta però in secondo piano rispetto all'uso e all'abuso di una biografia nota e arcinota. E questo è il limite di un film furbo che regala allo spettatore caramelle, in forma di hit indimenticabili, dietro le quali però resta pochino. (...) Invece di indugiare nella biografia arcinota di Elvis Presley, strategicamente perfetto per sedurre il pubblico, poteva essere più curioso far luce su un agente, considerato un genio nell'America di quegli anni e finito a consumare una fortuna nelle macchinette mangiasoldi di Las Vegas. Tom Parker è uomo ombra di Presley e figura contraddittoria. Sopravvisse al suo cliente e partecipò al funerale indossando una camicia hawaiana con un sigaro in bocca. Un tono dissacrante che lasciò di stucco i fan e la famiglia. Insomma, un piccolo mosaico che avrebbe giustificato il primo piano del «Colonnello» pur lasciando spazio alle canzoni di Elvis. Quello che esce dai cinema (...) è comunque un film che piacerà al pubblico. Eccellenti le musiche e di grande effetto i costumi di un Elvis (...). Il resto è un tuffo in un' America da nostalgia tra macchine vintage, locali che hanno il sapore perduto della malinconia di un tempo che fu." (Stefano Giani, 'Il Giornale', 26 maggio 2022) "In due ore e quaranta minuti di cinema abbagliante, senza un attimo di respiro, Luhrmann racconta vita, musica, tormenti, nevrosi, colpi di bacino, ciuffo, voce ed energia sexy di un Elvis Presley, interpretato da Austin Butler. Che a sua volta ha «vissuto per due anni nella pelle di Elvis», come confessa sul tappeto rosso. Ma a rubargli la scena è un monumentale Tom Hanks: irriconoscibile con una pancia da Babbo Natale, i capelli fini e radi, il naso aquilino da strega e la vocina querula del colonnello Tom Parker: il manager, l'amico, l'angelo custode, il carceriere, il carnefice di Elvis. (...) 'Elvis' scoppia di luci, di musica, di energia sexy. Di grandi automobili color pastello anni '50, di costumi e coreografie."(Giovanni Bogani, 'Il Giorno', 26 maggio 2022)