Anne, giornalista di una importante rivista femminile, inizia un'inchiesta sulla prostituzione delle studentesse a Parigi. Entra così in contatto con Alicja e Charlotte che si confidano con lei senza vergogna né tabù. Le loro confidenze troveranno un'eco inaspettata in Anne, la cui vita verrà sconvolta.
SCHEDA FILM
Regia: Malgorzata Szumowska
Attori: Juliette Binoche - Anne, Anaïs Demoustier - Charlotte, Joanna Kulig - Alicja, Louis-Do de Lencquesaing - Patrick, Krystyna Janda - Madre di Alicja, Andrzej Chyra - Cliente Sadico, Ali Marhyar - Saïd, Jean-Marie Binoche - Padre di Anne, François Civil - Florent, Pablo Beugnet - Stéphane, Valérie Dréville - Madre di Charlotte, Jean-Louis Coulloc'h - Padre di Charlotte, Arthur Moncia - Thomas, Scali Delpeyrat - Charles, Laurence Ragon - Colette, Alain Libolt - Marito di Colette, José Fumanal - Cliente, Nicolas Layani - Cliente con la chitarra, Laurent Jumeaucourt - Cliente, Swann Arlaud - Cliente Giovane, Martine Vandeville - Segretaria Università, Jenny Bellay - Vicina, Tom Henin - Amico di Florent
Sceneggiatura: Tine Byrckel, Malgorzata Szumowska
Fotografia: Michal Englert
Montaggio: Françoise Tourmen, Jacek Drosio
Scenografia: Pauline Bourdon
Costumi: Katarzyna Lewinska
Altri titoli:
Das bessere Leben
Durata: 96
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: SCOPE, 35 MM, DCP
Produzione: SLOT MACHINE IN COPRODUZIONE CON ZENTROPA INTERNATIONAL POLAND, ZENTROPA INTERNATIONAL KÖLN, CANAL + POLAND, ZDF SHOT SZUMOWSKI, LIBERATOR PRODUCTIONS
Distribuzione: OFFICINE UBU (2012)
Data uscita: 2012-09-28
NOTE
- IN PROGRAMMA AL 62. FESTIVAL DI BERLINO (2012) NELLA SEZIONE 'PANORAMA SPECIAL'.
CRITICA
"Una giornalista di 'Elle' incontra studentesse per una inchiesta sulla prostituzione baby. Attraverso interviste dal linguaggio simile a certe nostre politiche, e alcuni flash sul fascino indiscreto dei vizi della borghesia, la signora è colpita dalla sindrome della bella di giorno, s'immagina tavolate, amanti e porta l'inconscio al livello del femminismo. Il film voyeur della Szumowska è la sagra della sociologia usa e getta ed è un peccato che la sempre straordinaria Binoche ci sia inciampata dentro innocente." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 28 settembre 2012)
"Sei donne per un film. Le prime tre sono una giornalista di moda impegnata in un'inchiesta sulla prostituzione studentesca (Juliette Binoche, perfetta) e due ragazze che hanno deciso di vendersi per avere più soldi, senza vergognarsene affatto. Le altre sono la regista Malgoska Szumowska (polacca), la sceneggiatrice Tine Byrckel (danese) e la produttrice Marianne Slot (francese). Come avrete già capito ne esce un film molto femminista, ma per fortuna 'Elles' è anche qualcosa di molto meno ovvio. Szumowska infatti sospende il racconto fra due binari paralleli. (...) È vero, 'Elles' è patinato come la rivista della Binoche, non sempre evita i cliché (la famiglia borghese della Binoche, così prevedibilmente infelice), e non si spinge fino in fondo a nessuna delle piste che apre. Ma proprio per questo lascia che quei racconti, visualizzati con immagini anche molto esplicite, scavino come tarli nella mente della giornalista. Suscitando desideri a lungo soffocati e perfino un fugace incontro erotico con una delle ragazze. (...) Poco importa insomma che tutto confluisca nella presa di coscienza non proprio inedita della borghese repressa: le immagini di 'Elles' scavano molto più a fondo della sua sceneggiatura. Citazione nascosta: quella madre venuta dalla Polonia è Krystyna Janda, già memorabile protagonista dell''Uomo di marmo' di Wajda. Là indagava su uno stakanovista anni 50, eroe stalinista e simbolo di un sogno ormai morto. Qua scopre la verità sulla figlia e sulla sua professione, non meno simbolica. Come passa il tempo." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 28 settembre 2012)
"Dopo alcuni rinvii, esce infine questo film europeo tutto al femminile (personaggi, regia, sceneggiatura, produzione), sulla carta dotato delle migliori intenzioni e tuttavia non privo di ambiguità. (...) Soggetto magari non originalissimo, ma fin qui tutto bene. Salvo che i racconti sono visualizzati in flashback, con scene al limite del porno, neanche tanto soft benché leccato ed elegante. Il problema? Non sei certo se ciò avviene in buona fede, per scrupolo di realismo anche hard, oppure se il film della regista polacca si spaccia per una cosa (denuncia, indignazione femminile....) e invece è un'altra." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 28 settembre 2012)
"Malgoska Szumowka è una regista polacca dell'ultima generazione incontrata soprattutto a questo o a quel festival. (...) Anche il film di oggi, il primo ad uscire nelle nostre sale, è stato visto a Berlino dove però, per un suo erotismo troppo esplicito, ha suscitato varie perplessità e presso un pubblico non certo puritano. Il motivo di queste perplessità è dovuto non tanto all'argomento, la prostituzione, di cui il cinema (e non solo quello) ci ha detto tutto, ma per il tipo di prostituzione prescelto per intrattenerci, quello praticato a Parigi da giovanissime studentesse per pagarsi gli studi all'università, con tali e tante esemplificazioni da rasentare, per il loro crudo realismo, quasi la pornografia. (...) Non è facile farsi convincere da una storia simile. Non tanto per l'erotismo estremo esibito in questo o quel racconto, che è solo fastidioso e sgradevole, ma per quell'arco psicologico cui la protagonista è affidata accompagnandola dalla quiete al turbamento, poco sviluppato come struttura narrativa e precisato dalla regia con accenti contraddittori anche dal punto di vista del linguaggio. Li riscatta, almeno in parte, l'interpretazione di Juliette Binoche nei panni di Anne. È il suo volto, molto più intimamente di tutto il resto, a farci intuire il progressivo mutamento del personaggio, l'abisso che sfiora il suo tentativo di ritrovarsi." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo Roma', 28 settembre 2012)
"Nel corso di un'inchiesta sul fenomeno della prostituzione nel giro delle studentesse universitarie, la giornalista Anne di 'Elle' cade in crisi, rimettendo in discussione il matrimonio e il suo esser donna. Questo il soggetto di 'Elles', film mancato, pretenzioso e confuso, da cui persino un'eccellente attrice come Juliette Binoche esce malconcia. Se voleva essere una pellicola a sfondo sociologico, l'indagine resta di superficie, alimentando il sospetto di un mero pretesto per indulgere in scenette soft. Se si tratta dello scavo nella psiche di una ultraquarantenne frustrata, la cui sopita femminilità viene risvegliate dalle confessioni di due ragazze che mercificano il proprio corpo, allora viene da pensare che la moralistica Anne abbia lei stessa un segreto desiderio di trasformarsi in una Bella di giorno. Il che andrebbe anche bene, se il regista fosse il grande Buñuel e non la fumosa Malgoska Szumowska." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 28 settembre 2012)
"Il tema è la prostituzione giovanile, in particolare quella studentesca, fenomeno che in Francia ha destato una massiccia attenzione dei media a causa della sua diffusione. (...) Diversamente da 'Student service' della francese Emanuelle Bercot (uscito nei nostri cinema l'estate dello scorso anno), che in chiave quasi documentaristica dà il ruolo da protagoniste alle stesse studentesse attraverso una narrazione distaccata che mira piuttosto all'analisi sociologica del fenomeno, qui la «cronaca» lascia spazio ad altro. Ossia ai «turbamenti» della protagonista, una giornalista di grido di un importante magazine femminile, che al momento del confronto con questo universo vede sgretolarsi il suo già provato ménage familiare." (Gabriella Gallozzi, 'L'Unità', 28 settembre 2012)
"In 'Elles' di Malgoska Szumowska, una giornalista scopre le ipocrisie della sua vita matrimoniale quando conduce un'inchiesta sulle studentesse che si prostituiscono. Ma i turbamenti della donna restano francamente incomprensibili mentre il film non risparmia una buona dose di voyeurismo." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 28 settembre 2012)
"Come diavolo ha fatto una grande attrice come Juliette Binoche (...) a finire in un simile film? E meno male che a «firmarlo» (si fa per dire) è una donna perché altrimenti sai che litania di indignazioni rosa. Invece, pensate un po', la polacca Malgoska Szumowska ha la pretesa di spacciare questa pellicola pruriginosa come sociologica per raccontarci, parole sue, «l'argomento della prostituzione studentesca dal punto di vista femminile». Di questo, in effetti, dovrebbe parlare 'Elles' ma rispetto, ad esempio, al meraviglioso 'Student Services' (...), questa accozzaglia di scene ha uno svolgimento volutamente voyeuristico (è tutto un piano sequenza di accoppiamenti ininterrotti) e sporcaccione per essere preso sul serio. (...) Che volete che sia per una regista che, per farci imprimere meglio il concetto, ci mostra, in maniera quasi esplicita, i gusti sessuali dei clienti? (...)Un argomento così delicato meritava una stesura ed una regia intellettualmente più consistente. E poi hanno da ridire sul sempre troppo sottovalutato Tinto Brass." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 28 settembre 2012)