Una giornata qualunque di un liceo americano di Portland. Per ognuno degli studenti il liceo rappresenta un'esperienza diversa, arricchente e amicale per alcuni, solitaria o difficile per altri. Ma per qualcuno l'esperienza può essere devastante.
SCHEDA FILM
Regia: Gus Van Sant
Attori: Eric Deulen - Eric, Alex Frost - Alex, John Robinson - John McFarland, Elias McConnell - Eli, Timothy Bottoms - Il signor McFarland, Matt Malloy - Il signor Luce, Jordan Taylor - Jordan, Carrie Finklea - Carrie, Nicole George - Nicole, Brittany Mountain - Brittany, Alicia Miles - Acadia, Kristen Hicks - Michelle, Bennie Dixon - Benny, Nathan Tyson - Nathan
Soggetto: Gus Van Sant
Sceneggiatura: Gus Van Sant
Fotografia: Harris Savides
Montaggio: Gus Van Sant
Scenografia: Benjamin Hayden
Costumi: Marychris Mass - non accreditata
Effetti: Jor Van Kline, A. Brent Carlson
Durata: 81
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1.37:1)
Produzione: HBO FILMS, MENO FILMS, BLUE RELIEF PRODUCTIONS, IN COLLABORAZIONE CON FINE LINE FEATURES
Distribuzione: BIM - DVD: BIM/01 DISTRIBUTION (2009)
Data uscita: 2003-10-03
NOTE
- PALMA D'ORO PER MIGLIOR FILM E PREMIO PER LA MIGLIOR REGIA AL 56.MO FESTIVAL DI CANNES 2003.
- REVISIONE MINISTERIALE DEL 30.09.03
CRITICA
"Non c'è catarsi finale, né alcun tentativo di rassicurare lo spettatore: in questo consistono, a conti fatti, la terribilità e la bellezza di 'Elephant', il miglior titolo visto finora in competizione. E Van Sant si conferma il figlio più degno della controcultura americana, capace di rinunciare a Hollywood per fare esattamente il cinema che vuole". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 19 maggio 2003)
"È una metafora della parzialità di ogni sforzo destinato a capire l'universo dei giovani con le sue anomalie pericolose, come le mortali sparatorie avvenute in certe scuole americane. Interpretato da non attori (gli adulti sono professionisti), il film descrive l'ambiente scolastico con gli ambulacri interminabili, le aule, gli uffici, la biblioteca, la cafeteria e i servizi. Risuona Beethoven suonato al pianoforte da una mano incerta, la stessa che poi prenderà il fucile. Come i ciechi dell'apologo, l'autore non cerca spiegazioni, ci mette davanti i fatti e ci congeda angosciati". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 4 ottobre 2003)
"Un anno dopo 'Bowling a Columbine', il documentario-Oscar di Michael Moore, Gus Van Sant ha vinto una meritatissima Palma d'oro con un film che ne è l'esatto rovescio. Benché sia girato a Portland, Oregon, a due passi dai luoghi della strage, 'Elephant' è infatti enigmatico e ingombrante come il suo titolo, proprio perché non affronta il 'perché' ma rende a meraviglia il 'come'. (...) Qui Van Sant, come l'altro grande fenomenologo dei teen-ager Larry Clark, il regista di 'Kids' e 'Ken Park', proprio perché non spiega nulla risulta illuminante". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 3 ottobre 2003)
"La strage è terrificante: sembra un teen-movie dell'orrore; invece sono eventi concreti, dei quali il film rifiuta di fornire approssimative spiegazioni sociologiche. Non c'è catarsi finale, né alcun tentativo di rassicurare: in questo consistono, a conti fatti, la terribilità e la bellezza di un film che s'installa nella mente dello spettatore, rifiutando di andarsene via". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 4 ottobre 2003)