Rubén, 'il custode', è l'invisibile ombra del Ministro della Pianificazione. Lo segue ovunque lui vada e qualunque cosa faccia. Notte e giorno, durante le sue funzioni così come nel tempo libero. A causa del suo lavoro, Rubén non ha una vita propria e quel po' di tempo che passa lontano dal ministro lo divide tra il traffico illecito di armi, la compagnia di prostitute di basso livello e le seccature che sua sorella e sua nipote gli procurano. Le continue pressioni e umiliazioni esercitate su Rubén dal lavoro e dalla famiglia lo porteranno al limite della sopportazione...
SCHEDA FILM
Regia: Rodrigo Moreno
Attori: Julio Chávez - Ruben, Osmar Nuñez - Artemio, Il Ministro, Marcelo D'Andrea - Lamas, Elvira Onetto - Delia, Cristina Villamor - Beatriz, Sorella Di Rubens, Luciana Lifschitz - Nipote Di Rubens, Osvaldo Djeredjian - Alfredo Barletta, Julieta Vallina - Angela, Amante Del Ministro, Guadalupe Docampo - Guadalupe, Figlia Del Ministro, Francisco Fernandez De Rosa - Genero Del Ministro, Adrian Andrade - Salinas, Autista, Vanesa Weinberg - Rocio, Prostituta, Jonas Elfenbaum - Carlos, Black Mendez - Guardia Del Corpo, Qui Tang, Shi You Kiu - Cassiere, Lu Yi Qiu - Cameriere, Ignacio Huang - Cantante, Betty Romeo, Carlos Capanna, Sophie Keisser - Francese, Michel Azogue - Francese, Marcelo Xicarts - Mercante D'Armi, Adelaida Rodríguez, Germán de Silva - Guardia Del Corpo, Raul Reinoso
Sceneggiatura: Rodrigo Moreno
Fotografia: Bárbara Álvarez
Musiche: Federico Jusid
Montaggio: Nicolas Goldbart
Scenografia: Gonzalo Delgado Galiana
Costumi: Adelaida Rodríguez
Altri titoli:
DER SCHATTEN
Durata: 93
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)
NOTE
- PREMIO 'BLUE ANGEL' PER IL MIGLIOR FILM EUROPEO AL 56MO FESTIVAL DI BERLINO (2006).
CRITICA
"L'argentino 'El custodio' si potrebbe definire il film dell'inazione. (...) il regista Rodrigo Moreno, che in futuro seguiremo con attenzione, deve essere un ammiratore di Bresson perché tende a un cinema dell'anima, doloroso, lento e rarefatto. Ruben è discreto e rassicurante quanto il ministro che deve proteggere è cafone e indifferente. Il film non convince del tutto quando dalle fatiche e umiliazioni del lavoro trascorre sui guai privati del protagonista, ma i dubbi non intaccano il crescendo della tensione che esplode alla fine nell'unico attesissimo colpo di pistola." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 14 febbraio 2006)