Il meccanico 30enne Michael sostiene di aver avuto una rivelazione divina nel deserto ma, lungi dal credergli, i vicini lo trattano come lo scemo del villaggio. Quando scopre che un suo amico d'infanzia ha avuto un incidente in un remoto villaggio, Michael decide di lasciare tutto per affrontare un pellegrinaggio a piedi nudi con l'intento di farlo guarire, grazie a un miracolo. Lungo il suo cammino Michael attirerà l'attenzione della gente impoverita dallo sfruttamento minerario, che lo vede come un nuovo Cristo in grado di migliorare la dura realtà del deserto cileno.
SCHEDA FILM
Regia: Christopher Murray
Attori: Michael Silva - Michael, Bastián Inostroza, Ana María Henríquez, Mauricio Pinto, Pedro Godoy, Hermelinda Cayo, Héctor Mella, Gonzalo Villalobos, Noelia Rubio
Sceneggiatura: Christopher Murray
Fotografia: Inti Briones
Musiche: Alexander Zekke
Montaggio: Andrea Chignoli
Scenografia: Ángela Torti
Costumi: Kim Karry
Effetti: Jump Cats VFX
Altri titoli:
Le Christ aveugle
The Blind Christ
Durata: 85
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: HD
Produzione: JIRAFA FILMS, CINÉ-SUD PROMOTION, IN ASSOCIAZIONE CON FILM FACTORY
NOTE
- IN CONCORSO ALLA 73. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2016).
CRITICA
"(...) l'esordiente regista filma con quel tipico «stile da festival» fatto di fotografia polverosa e silenzi significativi. Ma senza un qualche segno di autentica originalità." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 3 settembre 2016)
"Il miracolo lo fa il regista accarezzando quelle facce, quei luoghi, quei corpi spesso tutt'altro che belli nel senso banale del termine, fino a estrarne una bellezza sommessa e insinuante, inattesa e perentoria, che è il segno del vero cinema." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 3 settembre 2016)
"'El Cristo ciego' del cileno Christopher Murray ha stile e temi piuttosto riconoscibili per chi conosce quelle cinematografie (latinoamericane): un cinema 'da festival', ritmi lenti, tentazioni antropologiche e un pizzico di 'realismo magico'. II modello è però anche il più grande regista di quel paese, Raul Ruiz, che spesso costruiva i suoi film come giochi di specchi. (...) la cosa migliore rimane il ritratto di una terra desolata, svuotata dal sacro, come nel bel finale." (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 3 settembre 2016)
"Bisogna risalire a 'El Chacal de Nahueltoro' di Littin per ritrovare una visione messa così a fuoco della parte più povera della società cilena che in tempi ormai passati la dittatura ha cercato di occultare nell'immaginario come accade oggi con il neoliberismo. Ma le differenze di classe nel paese sono ancora notevoli. La nuova generazione di cineasti è già intervenuta viaggiando preferibilmente nel profondo sud della Patagonia lontano da Santiago, con film che sfiorano più la poesia che il reportage politico, fatto non strano in un paese dall'alto numero di celebri poeti e premi Nobel. 'El Cristo ciego' di Christopher Murray si sposta invece verso l'estremo nord, zona di miniere che anche il pubblico più vasto conosce per l'eccezionale salvataggio dei minatori rimasti sepolti effettuato nell'ottobre del 2010 a San José. Anche nel suo caso non si tratta di un semplice intervento di denuncia sociale: utilizza una chiave di religiosità contadina per mostrare in piena luce, come in un vangelo dei poveri, uomini e donne che non partecipano del grande boom economico del paese inconsapevoli di far parte della «Pantera del sudamerica». (...) Come in parecchi film della Mostra di Venezia di quest'anno l'elaborazione del misticismo, della trascendenza, ha in questo film una chiave problematica, ora di speranza, ora di rifiuto. Più vicina a una cultura cilena o in genere latinoamericana (...) che a evocazioni pasoliniane, più amara e senza scampo per chi non riesce ad ascoltare il silenzio interiore, si fa attraversare dai volti e dalla polvere del deserto come a rendere conto di un'umanità senza voce, derelitta in una zona ricchissima che a loro non dà nulla." (Silvana Silvestri, 'Il Manifesto', 3 settembre 2016)
"(...) il cileno 'El Cristo ciego' dell'esordiente trentenne Christopher Murray è un disperato, fragile e tenero alter ego dell'incompiuto 'Simon del deserto' di Buñuel, e di "Las hurdes" , tenero anche per quanto, richiamando certi temi e certe immagini, sfili via al confronto." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 3 settembre 2016)