Rodrigo Diaz De Vivar è un ragazzo onesto e coraggioso cresciuto alla corte di Re Ferdinando nella Spagna del 1500. Alla morte del suo amatissimo re si troverà prigioniero di una realtà in cui non si riconosce più, fatta di intrighi e congiure. Per cercare una nuova vita partirà verso terre lontane dove grazie a innumerevoli avventure arriverà a capire l'immenso valore dell'amicizia, dell'amore e dell'onore.
SCHEDA FILM
Regia: José Pozo
Soggetto: José Pozo
Sceneggiatura: José Pozo
Musiche: Oscar Arujo
Montaggio: Félix Bueno
Scenografia: Victor Maldonado, Adrià García
Effetti: Noel P. Kierman, Eric Conolly
Altri titoli:
El Cid: La leggenda
Durata: 90
Colore: C
Genere: ANIMAZIONE
Specifiche tecniche: 35MM
Produzione: CASTELAO PRODUCCIONES
Distribuzione: MEDUSA
Data uscita: 2004-11-12
CRITICA
"Il cinema d'animazione spagnolo non gode di una tradizione particolarmente prestigiosa: tuttavia 'El Cid - La leggenda' è una (super) produzione europea abbastanza ricca di pregi: accurata nel disegno, fluida nei movimenti, imponente nelle scenografie. Duelli e battaglie funzionano, grazie alla sinergia tra animazione tradizionale, a due dimensioni, e animazione in 3D. Un po' meno convincente la morfologia dell'eroe, nobile e bello ma così povero di caratteri specifici che, a volte, capita di confonderlo con altri personaggi." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 12 novembre 2004)
"Chi ricorda l'incarnazione rarefatta e poetica del grande attore resterà sbalordito di fronte a questo 'Cid', protagonista del disegno animato di Josep Pozo vincitore del premio Goya: un forzuto da fare invidia a Primo Carnera. Se obiezioni di attendibilità erano state mosse al sontuoso film di Anthony Mann con Charlton Heston e Sophia Loren (1961) che cosa si dovrebbe dire di questa riduzione a fumetti, rozza e allegrotta, inevitabilmente farcita di residui disneyani come accade in quasi tutti i cartoons che si fanno nel mondo? Per i bambini che non la conoscono, la favola dell'eroe scacciato dalla Castiglia, soldato di ventura e vincitore degli arabi invasori può essere comunque un incentivo a studiare la storia." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 8 gennaio 2004)