Aurea, un'insegnante solitaria, avvia una singolare relazione con un giovane che ha conosciuto per caso. Aurea è uno spirito sensibile e la struggente bellezza di quest'uomo la affascina al punto da farle perdere la testa. Nei giorni che seguono la loro prima conversazione, Aurea esprime i suoi sentimenti durante le lezioni private con lui. Questo porta alla rivelazione di una bizzarra storia del passato che trasformerà il presente.
SCHEDA FILM
Regia: Júlio Bressane
Attori: Josie Antello, Bernardo Marinho, Débora Olivieri
Sceneggiatura: Júlio Bressane, Rosa Dias
Fotografia: Walter Carvalho, Pablo Baião, Rosa Dias
Musiche: Guilherme Vaz
Montaggio: Rodrigo Lima
Scenografia: Raquel Mohrez
Costumi: Maria Aparecida Gavaldao
Altri titoli:
Sentimental Education
Durata: 84
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: REPÚBLICA PUREZA FILMES, TB PRODUÇÕES
Distribuzione: ZOMIA
CRITICA
"Segui la stella, verrebbe da dire parlando di 'Educazione sentimentale', un film «luminoso» e non per la sua fotografia morbidamente barocca ma per quel suo essere «inattuale» del cinema - e la scelta del 35 millimetri non c'entra se non per acuirne l'imprevedibilità. Il regista è Julio Bressane, brasiliano, tra i protagonisti indocili di quel Cinema Novo che dagli anni Sessanta ha iniettato nell'immaginario inedite miscele di generi, culture, riferimenti sincretici rivendicando una prima persona collettiva contro dittature e colonialismi. (...) Niente di altezzoso, visto che Bressane nei suoi film, e sin dai primi lavori, rompe la linea verticale - cultura bassa/alta - per un orizzontalità che scompiglia con leggerezza geometrica le regole. (...) Titolo dall'eco flaubertiano (...) è un romanzo di formazione questo lungo incontro tra i due personaggi protagonisti (...). E nel mito di Endimione prova a ritrovare il mito del cinema, la sua sostanza, la sua luce (modulata dalla bravura di Walter de Carvalho). L'aura diafana e brillante della luna, abat jour del crimine nell'amore di una dea per un mortale. La parola poetica che il ragazzo ascolta; la poesia dei poeti morti troppo giovani, Murnau e Maya Deren, il dada e il surrealismo brasiliano. (...) La macchina da presa segue la coppia nel camminare, negli interni preziosi di una casa, ogni inquadratura è una composizione, sconfina nella pittura e rivela lo scorrere del tempo. Cinematografico, durata e spazio e invenzione di mondi che parlano «naturalmente» al cuore. Qui la parola diviene immagine, si trasforma in erotismo e sensualità. Porzioni di labbra, il dettaglio delle ginocchia, l'attrazione sospesa nel flusso del discorso, un'epifania che è come la danza disegnata dal corpo ondeggiante di Josie Antello, superba interprete. (...) Nostalgia del passato? O piuttosto amore per il cinema? Per quel gesto di filmare come un piacere prolungato, educazione al corpo: educazione sentimentale." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 10 marzo 2016)